Piano Daini e querele: l’Ente Parco del Circeo dà mandato a un legale di sporgere denuncia per diffamazione nei confronti di coloro che, secondo il Consiglio Direttivo, hanno sobillato gli animi di animalisti e cittadini per il Piano Daini
L’ente Parco ha diramato una nota (la pubblichiamo integralmente di seguito) con cui riassume quanto stabilito dalla determina numero 45, datata 22 aprile, a firma del Direttore Paolo Cassola. Il casus belli è rappresentato dal Piano Daini e dalle polemiche annesse con coloro che avevano evidenziato il problema e parlato di strage degli animali. Un Piano gestionale di controllo del daino (risalente al 2017) nelle misure idonee ad alleggerire la pressione determinata dal sovrannumero di esemplari all’interno della Foresta Demaniale, Riserva della Biosfera tutelata dall’Unesco.
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Le polemiche per un piano ritenuto aggressivo nei confronti degli animali che popolano il Parco Nazionale del Circeo iniziarono con una denuncia pubblica, datata inizio gennaio 2020, dell’ex Sindaco di Ponza, e attuale consigliere di minoranza nell’isola, Piero Vigorelli il quale bollò il piano come una vera e propria strage attuata con tanto di fucili.
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Ne seguirono prese di posizione, polemiche, l’arrivo di Jimmy Ghione e Striscia la Notizia, persino manifestazioni in difesa dei daini, per arrivare a un’interrogazione parlamentare presentata dalla deputata Michela Vittoria Brambilla.
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Ora, dopo averla annunciata a febbraio, arriva l’azione legale. Una decisione che, al di là del merito, rappresenta comunque una sconfitta per il dibattito pubblico.
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Al netto delle esasperazioni e strumentalizzazioni politiche che l’Ente Parco ha ravvisato, e che sicuramente ci sono state, è sempre una diminutio della democrazia quando si arriva a procedere a querela. Lo sanno sopratutto i giornalisti, almeno quelli che non si limitano a passare le veline sui giornali, di quanto è deprimente e sgradevole subire querele o, peggio, minacce di querele. Chiaramente questo è un caso diverso – e chi scrive non nutre simpatia o antipatia verso questo o quello che ha esagerato nell’eccesso di critica – ma presenta la stessa matrice anche perché è un Ente pubblico, con atto specifico, che decide di procedere con la denuncia per diffamazione la quale, altrettanto ovviamente, dovrà essere valutata dalla Procura di Latina. Staremo a vedere.
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LA NOTA DELL’ENTE PARCO – Il Parco Nazionale del Circeo, conformemente ai provvedimenti adottati dagli organi che lo gestiscono, ha deciso di tutelare la propria immagine di Ente pubblico, querelando per diffamazione aggravata coloro i quali, strumentalizzando il (sacrosanto) diritto di critica – che l’Ente riconosce ed anzi con questa decisione intende garantire a chi ne usa e non ne abusa – non perdono occasione per affermare notizie false sul tenore del Piano Daini, e non solo, generando confusione nel lettore e disorientando la cittadinanza, che associa indebitamente il Parco ad un mattatoio, ad un lager, a nemico dei daini, e, da ultimo, ma non per ultimo, a luogo in cui si perpetrano chissà quali misfatti, anche di natura penale.
È stato pertanto conferito incarico all’Avv. Prof. Antonello Madeo al fine di depositare querela alla Procura di Latina per diffamazione aggravata nei confronti di quanti – pur essendo perfettamente a conoscenza, ed in ogni aspetto, del Piano Daini – hanno sin qui “sparato a zero” sull’Ente Parco.
Come specificato nella determinazione del Direttore dell’EPNC n.45 del 22/04/2020 “in data 22 gennaio 2020 il Consiglio Direttivo dell’Ente, riunitosi in seduta regolarmente convocata presso la sede di Federparchi a Roma, sottolineava la necessità di agire in autotutela affidando un incarico ad un legale, interpellando anche l’Avvocatura Generale dello Stato, per valutare e quindi procedere al presentare querela in riferimento all’Art 595 del c.p. per i fatti sopra esposti”. Inoltre “si ricorda che con la deliberazione del Consiglio Direttivo dell’Ente n. 7 del 12/02/2020 si esprimeva e si dava formale mandato all’unanimità, al Presidente e al Direttore dell’Ente Parco al fine di accelerare nell’affidamento dell’incarico ad un legale per valutare e quindi procedere nel presentare querela in riferimento all’Art 595 del c.p. per i fatti sopra esposti”.
Non si tratta – è bene ripeterlo – di una censura contro chi legittimamente esercita il diritto di critica, ma al contrario, è un atto a garanzia di chi intende manifestare dissenso circa l’operato del Parco, in maniera però costruttiva e rispettoso di un ente che rappresenta lo Stato italiano ed una missione importante sul territorio.
Non è più tollerabile che qualcuno utilizzi il diritto di critica ed il Piano Daini per creare volontariamente ostilità, per sobillare gli animi di animalisti, ambientalisti o semplici supporters, vanificando l’attività di inclusione e gli sforzi che l’Ente sta faticosamente affrontando da alcuni anni non senza positivi risultati gestionali.
Confidiamo come sempre, e anche questa volta, nell’azione della magistratura inquirente, affinché valuti la rilevanza penale dei numerosi post pubblicati negli ultimi mesi sull’argomento Daini, e non solo, alcuni gravissimi, perché avanzano addirittura ipotesi di reato specifiche a carico del Parco e dei suoi Organi.