CRACK FORMIA SERVIZI: IL CURATORE DOPO 10 ANNI CHIEDE 4,3 MILIONI AL COMUNE CHE LI GARANTÍ NEL 2009

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Il parcheggio multipiano Aldo Moro a Formia

E ora? Chi paga? Colpo di scena nella vicenda del fallimento della Formia Servizi Spa: il curatore fallimentare della Formia Servizi Spa, Gianfranco Navarra, ha chiesto al Comune di Formia, con una lettera di diffida e messa in mora arrivata il 12 giugno scorso, ben 4 milioni e 300mila euro per saldare il debito con la banca Biis che concesse il mutuo alla società.

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Per quel fallimento sono a processo l’ex amministratore Massimo Vernetti e altri 14, per peculato e bancarotta fraudolenta, e allora perché chiedere i soldi al Comune e alla attuale amministrazione comunale? La risposta la dà lo stesso Navarra, la cui lettera è stata di fatto presa in carico dalla giunta del sindaco Paola Villa e ora vedremo come. Ma di fatto Navarra spiega come la richiesta di restituzione di quei soldi vada fatta al Comune di Formia, perché nel 2009 fu lo stesso Comune a prendersi la responsabilità di dichiararsi garante per eventuali danni generati dalla gestione Formia Servizi.

Con un atto francamente rischiosissimo e pure politicamente bizzarro, il 12 giugno del 2009, l’allora giunta guidata dal sindaco Michele Forte, e composta da Benedetto Assaiante, Raffaele Manna, Amato La Mura, Erasmo Ciccolella, Giuseppe Treglia, Aldo Zangrillo e Giovanni Carpinelli, ne faceva parte a dire il vero anche Carlo Bianco – marito dell’ex assessore Eleonora Zangrillo – ma quel giorno era assente, dichiarò di “precisare che  – vista la primaria importanza per la collettività locale della realizzazione del parcheggio multipiano finanziato con l’intervento in oggetto – l’amministrazione, nell’ipotesi di perdita del suddetto controllo ovvero di deterioramento della struttura patrimoniale-finanziaria della Formia Servizi, farà si che venga comunque sistemato completamente ogni debito della Formia Servizi medesima nei confronti della Biis Spa derivante dal finanziamento in parola”.

Un impegno chiaramente mai rispettato e che ha portato al fallimento della società, anzi al crack finanziario, decretato dal Tribunale di Latina il 23 ottobre 2010. Ma dove sono finiti questi soldi? Non lo sappiamo ma sta di fatto che ora il curatore del fallimento li vuole indietro per pagare i creditori, tra i quali proprio il Comune di Formia. E infatti Navarra informa che chiederà anche un parere legale esterno per la vicenda in questione.

Dalla delibera di giunta pubblicata oggi sull’albo pretorio del Comune di Formia si capisce che l’amministrazione Villa non intende evidentemente prendersi responsabilità – o meglio irresponsabilità – non sue, richiamando invece alle proprie chi ha firmato quell’atto, accollandosi un impegno di quasi 4,5 milioni di euro. E la delibera di oggi lo dice chiaramente che anzitutto si prende atto della lettera di Navarra, secondo poi si chiede un parere pro-veritate all’avvocatura comunale, e infine si procederà a produrre “ogni azione utile ad interrompere eventuali prescrizioni e/o decadenza ai fini di eventuali responsabilità erariale o per la formalizzazione di atti giudiziali” (anche se ormai sono passati 10 anni). 

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Il sindaco di Formia Paola Villa

Che tradotto significa cercare i responsabili dell’ammanco e della restituzione dei 4 milioni e mezzo in chi ha firmato quella delibera, con il visto del dirigente e la supervisione dell’allora segretario comunale. La Giunta Villa – firmano tutti tranne la Lardo – basa la propria decisione in particolare sulla lunga e corposa relazione che già nel 2010, ovvero meno di un anno dopo quella delibera, firma anche l’unità di progetto costituita dalla stessa amministrazione Forte, per valutare la correttezza dell’affidamento dell’appalto. Ne viene fuori uno scenario sconcertante che inchioda alle proprie responsabilità molteplici soggetti. Anzitutto quell’unità di progetto rileva l’assenza della documentazione richiesta che serviva a vigilare sui passaggi amministrativi, economici, finanziari e sociali della società. Poi considera che “la procedura utilizzata dalla Formia Servizi Spa per l’affidamento della costruzione del Parcheggio Multipiano non era in linea con le leggi vigenti, non permettendo nemmeno di conoscere i soldi che si spendevano”.  E non finisce qui perché “solo alcune delle varianti progettuali apportate in corso d’opera sarebbero state giustificate” (vale la pena ricordare che i costi per completare il Multipiano sono lievitati a quasi 5 milioni e mezzo). Inoltre i soldi ottenuti col mutuo risultarono già allora inferiori al valore dell’appalto e comunque quei soldi furono spesi per fatture estranee all’appalto stesso e che in alcuni casi non indicavano nemmeno i giustificativi.

C’è poi tutta la vicenda relativa all’incompatibilità del dirigente comunale, l’architetto Marilena Terreri, al centro di un assurdo conflitto di interessi per il quale si trovava ad essere sia controllore, appunto come dirigente del settore opere pubbliche, e che doveva sorvegliare sull’appalto, che come controllato in qualità di responsabile unico del procedimento. Controlli che infatti l’unità di progetto afferma non esserci stati.

Insomma quasi duecento pagine di valutazione che lasciano emergere un quadro sconcertante rispetto alle anomalie, alle violazioni e ai mancati adempimenti in carico all’amministrazione comunale che hanno generato il fallimento che si sarebbe dunque potuto evitare.

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