Crac Midal: nel processo per bancarotta fraudolenta la Procura di Latina contesta l’aggravante dell’ingente danno patrimoniale
Nella nuova udienza svoltasi questa mattina, davanti al giudice Gianluca Soana che presiede il primo collegio penale del Tribunale di Latina, il sostituto procuratore Andrea D’Angeli ha contestato agli imputati anche l’ingente danno patrimoniale.
Nel processo, come noto, vengono giudicati i vertici, i dirigenti e i controllori dell’ex colosso della distribuzione: il gruppo Midal, andato in dissesto anche a causa di operazioni volte a distrarre dall’attivo della società importanti somme di denaro a detrimento dei creditori. Si tratta di oltre 10 milioni andati in fumo, oltreché al bagno di sangue per i lavoratori che sono parte offesa e parti civili al processo.
Gli imputati sono il principale indagato, l’ex amministratore delegato Paolo Barberini, il revisore addetto al controllo contabile Sandro Silenzi, del presidente del collegio sindacale Sergio Gasbarra, il presidente del consiglio di amministrazione Rosanna Izzi, suo marito Giacomo Pontillo, i sindaci Pietro Gasbarra e Stefano Pisanu, il dirigente Ivo Lucarelli, gli imprenditori Piero e Antonio Bova e Giuseppe Piscina.
Secondo l’accusa, sarebbero stati loro fin dal 2005 a dissimulare lo stato di insolvenza, anche attraverso la falsificazione dei bilanci, culminato nel crac del 2012. La prossima udienza è stata fissata al 26 ottobre 2021.