COVID, PROTESTA BAR E RISTORANTI A LATINA. E IL PORTAVOCE DI FRATELLI D’ITALIA SBOTTA CONTRO CONTE: “PEZZO DI M…A”

Gianluca Di Cocco, portavoca di Fratelli d'Italia a Latina
Gianluca Di Cocco, portavoce di Fratelli d'Italia a Latina

Alle ore 18 in Piazza del Popolo di oggi, 26 ottobre, la manifestazione dei rappresentanti delle attività più colpite dal Dpcm del Governo

Ad essere stata una botta per le attività economiche del settore ristorazione o, meglio, tutto il mondo della somministrazione cibo e bevande (bar, pub, locali, catering ecc.), nessuno lo nega. Neanche il più appassionato fan del Governo Conte.

Locandina manifestanti

L’ultimo Dpcm anti-Covid-19, firmato dopo l’estenuante sabato 24 ottobre, quando sembrava che il nuovo provvedimento non vedesse più la luce, dispone per i titolari di bar, ristoranti, pub, ma anche il mondo dello spettacolo (cinema e teatri su tutti) e gli esercenti di palestre e piscine la chiusura più o meno totale. Bar, ristoranti, pub, locali potranno essere aperti ogni giorno ma fino alle 18, compresi sabato e domenica giorni molto sentiti per ovvie ragioni da parte di chi opera in questo settore.
Dopo le 18, sarà vietato consumare cibi e bevande in strada e, in tutti i locali, ci si potrà sedere al tavolo per un massimo di quattro persone, salvo in casi in cui ci sia un nucleo famigliare più numeroso.

Per di più, non saranno più consentiti festeggiamenti connessi a cerimonie sia civili sia religiose. Cade, quindi, anche il limite dei 30 invitati. Stop a convegni e congressi e sospese anche le fiere.

Considerato il quadro, per locali che offrono cibo e bevande si prospetta un autunno caldo, caldissimo, come si dice con espressione abusata. Rimane per loro, dopo le 18, solo la possibilità del cibo da asporto per prenotazione. Una soluzione che è già stata ritenuta dagli operatori molto limitante anche durante il lockdown primaverile.

Per tali ragioni, oggi, a Latina, in Piazza del Popolo gli esercenti scenderanno in strada. Una protesta pacifica, ci tiene a dire Gianluca Di Cocco, ristoratore sul litorale di Latina e a Borgo Bainsizza, ma soprattuto politico di lungo corso e, ad oggi, portavoce comunale di Fratelli d’Italia, da sempre fedelissimo di Enrico Tiero, anche lui attualmente con un ruolo nel partito della Meloni di cui è vice portavoce (o coordinatore) regionale.

Di Cocco, che esorta a partecipare in Piazza del Popolo con tanto di padelle e giacche da cuoco, prende le distanze da ogni tipo di violenza che si dovesse manifestare estendendo l’invito a tutte le Istituzioni e ai rappresentanti politici senza distinzione di colore.

Un messaggio sicuramente condivisibile e di ben diverso tono da un altro precedente, registrato e pubblicato, due giorni prima, di sabato pomeriggio, nelle more della firma di Conte al Dpcm, in cui il medesimo Di Cocco, svestendo i panni dell’ecumenico, dava sfogo alla sua rabbia ribadendo che lui non avrebbe seguito le nuove regole (sabato pomeriggio, girava su giornali, siti e web una bozza del Governo che prevedeva la chiusura totale dei locali sia sabato che domenica: “precetto”, in seguito, rimosso). “Se volete venirmi a chiudere devono venire le Forze dell’Ordine, dopodiché chiederò il risarcimento a ognuno di loro perché ho debiti!…dovete sequestrarmi il locale“, incalzava Di Cocco invitando il Governo a prevedere un indennizzo. Un aspetto che da come si evince dovrebbe essere sanato martedì 27 aprile con un decreto apposito. Staremo a vedere quanto e in quali forme.

Tuttavia, preso dalla furia, l’ex assessore al Turismo nella Giunta Di Giorgi ha continuato nel video in una vera e propria escalation di toni degni della Callas e contenuti che di certo non sono proprio consigliati in questo momento di tensione: “Denuncerò questo Stato del cazzo – ha detto Di Cocco – per risarcimento. Questo dobbiamo fare, siamo aperti con la mia famiglia dal 1968. Abbiamo subito di tutto e adesso arrivi te, pezzo di merda, e mi fai chiudere il locale? Mi devi aiutare“.

Un clima difficile senza dubbio di cui si è avuto già prova a Napoli e, meno massicciamente a Roma, dove le proteste si sono trasformate in parate pericolose molto probabilmente infiltrate da personaggi della “mala” e dell’estrema destra. Non sarà così per Latina, di solito città piuttosto “tranquilla” dal punto di vista dell’ordine pubblico, ma l’uso dei social per un politico è tutto. Anche se arrabbiato come ristoratore, non proprio il migliore degli spot per un esponente di una compagine politica che reciterà una parte importante alle prossime elezioni comunali.

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