COVID, LICHTNER: “TRATTATI 801 PAZIENTI CON I MONOCLONALI”

Coronavirus, il primario Malattie Infettive dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina Miriam Lichtner: “Gli anticorpi monoclonali funzionano, abbiamo trattato 800 pazienti”

“Gli anticorpi monoclonali funzionano. Abbiamo ottenuto un’ottima risposta da parte degli 801 pazienti positivi a Covid-19 trattati con questi farmaci, evitando loro – soggetti a rischio per varie comorbidità – che sviluppassero la forma grave della malattia o che finissero in terapia intensiva. L’ospedale Santa Maria Goretti di Latina è il centro che nel Lazio ha effettuato più somministrazioni di anticorpi monoclonali, ma possiamo fare di più per evitare ospedalizzazioni e decessi. Nella nostra casistica di 801 pazienti al 15 dicembre, se consideriamo che il 30% poteva sviluppare la forma grave della malattia, abbiamo evitato che 240 persone potessero evolvere nella malattia seria”.

Così Miriam Lichtner, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Goretti di Latina, intervistata da AdnKronos Salute.

“Abbiamo iniziato le somministrazioni dopo il parere favorevole dell’Aifa e la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale – spiega Lichtner – organizzando un percorso e una rete efficace ed efficiente. Da allora abbiamo trattato con l’associazione di anticorpi monoclonali 801 pazienti, un numero di somministrazioni molto importante. Nel Lazio siamo il centro che ne ha fatti di più finora, un obiettivo che abbiamo raggiunto attraverso due modalità: prima di tutto con il rapporto diretto con i medici di medicina generale e gli altri ospedali del territorio e poi, nel momento in cui c’era un calo delle richieste, cominciavamo ad arruolare le persone con la chiamata attiva. Il mio reparto ha la possibilità di vedere giornalmente la piattaforma dei positivi al Sar-CoV-2. Di questi, i pazienti che hanno le caratteristiche per essere sottoposti al trattamento con i monoclonali venivano e vengono tuttora chiamati direttamente. In questo momento, con l’aumento dei casi, abbiamo una media di 10-15 somministrazioni al giorno effettuati in due turni”.

L’identikit del paziente da sottoporre al trattamento con gli anticorpi monoclonali in questi mesi è cambiato. “All’inizio avevamo la possibilità di arruolare soltanto i soggetti che avevano un’età maggiore ai 65 anni associata a una comorbidità – ricorda Lichtner – A mano a mano, con l’allargamento dei criteri, l’età della popolazione è cambiata: oggi trattiamo pazienti con un’età media di 60 anni, ma anche grandi anziani. Abbiamo trattato una donna di 105 anni, anche se non mancano ragazzi di 12-13 anni con patologie respiratorie o con problemi neuropsichiatrici. Oggi tutti i pazienti con più di 65 anni anche senza altri fattori di rischio sono candidati alla terapia. Anche pazienti più giovani, ma con patologie come l’ipertensione, l’asma, le broncopneumopatie croniche, i tumori, le immunodepressioni, il diabete possono essere trattate”.

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