Dall’inizio della quarantena si sono moltiplicate le persone che hanno postato in gruppi Facebook le foto di presunti trasgressori delle disposizioni governative, peccato che questo comportamento può essere un reato.
COSA SI RISCHIA
A spiegare cosa si rischia postando foto di presunti trasgressori ci ha pensato il Sole24.
Infatti il quotidiano di Confindustria ci ricorda che, oltre a un eventuale risarcimento in sede civile, si rischia di dover rispondere del reato di diffamazione aggravata se la fotografia viene accompagnata da post che etichettano come trasgressori o peggio ancora chi avrebbe violato le disposizioni anti contagio.
La regola è semplice: non sappiamo perché quella persona sta uscendo di casa e, in ogni caso, eventuali condotte illecite devono essere segnalate alle forze dell’ordine, come precisato da ultimo il decreto legge n.19 del 25 marzo da oggi in vigore.
Saranno infatti le autorità competenti a doversi fare carico di dare esecuzione alle misure prescritte.
L’emergenza sanitaria non sospende le norme che disciplinano il rispetto dell’altrui riservatezza e reputazione.
Dal punto di vista tecnico tutto ciò che identifica una persona fisica è un dato personale che, salvo eccezioni, non può essere divulgato senza il consenso dell’interessato. Il mezzo non conta, il reato di diffamazione si può configurare anche se si condividono i contenuti su gruppi WhatsApp o via mail comunicando con più persone.