CORI, L’EX SINDACO SOLLEVA QUESTIONE MORALE: AI RAGGI X LA COMANDANTE DELLA POLIZIA LOCALE E LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

comune di cori

L’ex sindaco Tommaso Bianchi scrive a Sindaco di Cori e ai consiglieri regionali Enrico Forte e Salvatore La Penna. L’ex primo cittadino solleva la questione morale all’interno del Comune di Cori

“Nella mia qualità di ex Consigliere Comunale di Cori per ben 23 anni di cui circa sette da Sindaco, – scrive Bianchi rivolgendosi al Sindaco di Cori Mauro De Lillis – mi permetto di intervenire nel non-dibattito relativo alla trasparenza della sua amministrazione e, più in generale, a quella che io ritengo una vera e propria “questione morale” da porre in essere proprio nel momento in cui tra l’altro, l’azione sulle Opere Pubbliche mostra lati positivi con il recente ottenimento, se non sbaglio, di 9,3 milioni di euro per il rifacimento di tre aree molto importanti per la nostra Città.

In particolare mi corre l’obbligo di chiedere come ritenga compatibili il ruolo dell’attuale Presidente del Consiglio Comunale e del rinnovato incarico della comandante della Polizia Locale, in maniera indiretta l’una e diretta l’altra, con i processi attualmente in corso di svolgimento presso il Tribunale di Latina.
Iniziando da quest’ultima, nella qualità di Pubblico Ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, è imputata dei reati di cui all’art. n.110 e n.361 c.p. (nda: omessa denuncia) nel Ruolo Generale n.6135/18 e nonostante la “Spada di Damocle” del giudizio in corso è stata nominata Responsabile dell’area Vigilanza.

Accortezza avrebbe voluto di soprassedere al momento per opportunità politica di fronte ad una scelta così delicata che la potrebbe vedere coinvolta in situazioni similari con possibile eventuale perdita di “autorevolezza e integrità morale” da parte dell’Ente che rappresenta.
Si ricorda infatti, che il processo nasce a seguito della realizzazione di un Opificio in Zona industriale di circa 440 mq interamente trasformato senza autorizzazione alcuna in abitazione o meglio in una vera e propria Villa in spregio alle più elementari regole in materia Paesaggistica e Antisismica da parte di un congiunto della citata Presidente del Consiglio Comunale.

Il tutto senza che l’imputata, secondo l’accusa, abbia ritenuto opportuno intervenire “omettendo o ritardando” di denunciare all’Autorità giudiziaria l’evidente presunto reato commesso dal titolare del manufatto edilizio. Da qui il ricorso all’art.361 c.p. che prevede fino ad un anno di reclusione.
Non si comprende quindi, e per questi motivi mi rivolgo anche a chi legge per conoscenza, come un’amministrazione a larghissima maggioranza del PD, partito di appartenenza anche del Sindaco, si possa permettere uno “svarione” così grossolano in termini di rispetto delle Istituzioni e di garanzia di legalità nei confronti dei cittadini quando sembrerebbe uno dei cavalli di battaglia del partito stesso.

A poco vale la pretesa e sperata (dalle parti) prescrizione dei reati quando dalla condotta tenuta si è comunque perpetrato un grave danno di natura non patrimoniale, soprattutto in termini di nocumento all’immagine e onorabilità per il Comune di Cori, per il clamore che la vicenda ha suscitato a livello locale ed almeno provinciale, tramite le cronache di giornali e televisioni, amplificato enormemente dai social, tale da imporre una ineludibile tutela nelle opportune sedi giudiziarie.

Si rileva infine la mancata costituzione di parte civile del Comune di Cori allo scopo di tutelare gli interessi dell’Ente a differenza di condotte tenute in altre circostanze nei confronti di un dipendente accusato di reati nei confronti della pubblica amministrazione.
Come mai si è proceduto in maniera non univoca distinguendo tra “figli e figliastri” nella difesa delle prerogative dell’Ente Comunale se è vero, come è vero, che anche in altri quattro procedimenti giudiziari in corso che vede coinvolti dei dipendenti comunali non si è ritenuto costituirsi? Forse ne deriva una valutazione “collaborazionista” degli indagati?
Forse che la mancata sensibilità in materia da parte dell’intero consiglio comunale sia il lasciapassare per un comportamento “lassista” che non tiene conto in alcun modo della spinta, seppur silenziosa per il momento, dell’opinione pubblica.

Eppure proprio in tal senso sembrerebbe orientarsi il comune sentimento che sta crescendo nella popolazione manifestando sia un aumento dell’astensionismo elettorale sia nel mostrare l’esigenza di un maggior dialogo ed una maggiore attenzione nei fatti amministrativi della propria Città che, spero si mostrino in maniera evidente nella ormai prossima scadenza elettorale Regionale valutando severamente il comportamento fin qui mostrato”.

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