CONSORZIO NESTORE: RESPINTO RICORSO, CONFERMATA INTERDITTIVA ANTIMAFIA

Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato
Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato

Consorzio Nestore: respinto l’appello per l’interdittiva antimafia applicata all’organismo che si occupa di servizi sociali

A maggio scorso, la Prefettura di Caserta aveva firmato l’interdittiva antimafia nei confronti del Consorzio Nestore riconducibile a Pasquale Capriglione, ex guardia carceraria e imprenditore di Carinola finito sotto la lente della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli lo scorso dicembre. Secondo la DDA, Capriglione sarebbe in rapporti con Luigi Lagravanese ed entrambi legati alla fazione Schiavone del Clan dei Casalesi attraverso un paio di società.

Il Consorzio Nestore ha concluso un accordo col Distretto socio sanitario Lt5, in particolare con il Comune capofila di Gaeta per servizi di di assistenza a soggetti fragili e disabili. E peraltro già da prima aveva rapporti con i comuni del sud pontino, su tutti Formia.

Ai primi di agosto, la sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva respinto l’istanza presentata dallo stesso Consorzio Nestore per accedere alla procedura prevista dall’articolo 34 bis del decreto legislativo numero 159 del 2011, con il quale avrebbe conservato i titoli sulle attività già in esercizio e frutto degli affidamenti ottenuti negli ultimi anni dagli enti locali casertani (la Asl e alcuni comuni) e non casertani, tra cui appunto il comune di Formia e il Distretto Socio-Sanitario LT5 di cui è capofila il Comune di Gaeta.

Pochi giorni fa, il 25 agosto, l’ennesimo ko. Il Consiglio di Stato, tramite ordinanza (pubblicata il 29 agosto) della Sezione Terza presieduta dal Giudice Michele Corradino – estensore dell’atto, il giudice Giovanni Pescatore -, ha respinto il nuovo appello presentato dal Consorzio contro il provvedimento di interdittiva antimafia emesso dalla Prefettura di Caserta. Il ricorso del Consorzio era stato presentato contro la stessa Prefettura e il Ministero dell’Interno e per la riforma dell’ordinanza cautelare del TAR della Campania che, a giugno, aveva confermato la decisione di disporre l’interdittiva.

I giudici del secondo grado amministrativo hanno peraltro scritto parole nette nell’ordinanza. “L’appello cautelare – si legge – non appare suscettibile di favorevole considerazione sotto il profilo del fumus bonus iuris, in quanto il quadro indiziario a carico dell’odierna appellante presenta plurimi elementi di cointeressenza e di contiguità con ambienti e soggetti controindicati ed alimenta fondati sospetti di esposizione al rischio infiltrativo“. Non vi è nel Consorzio “una chiara e netta discontinuità rispetto al precedente assetto gestionale“. Appello infondato, quindi, e interdittiva antimafia che rimane integra e vigente.

A commentare l’appello infondato del Consorzio c’è la consigliera comunale di Formia, Paola Villa, da sempre attenta sulla questione. L’esponente politica, ex prima cittadina, prende atto dell’ordinanza di Palazzo Spada per evidenziare che nonostante il Consorzio è destinatario di “appalti per milioni di euro anche qui nel sud pontino, nulla si muove“.

“Il distretto sociosanitario – prosegue Villa – non si riunisce, il distretto sociosanitario non si esprime, non prende una decisione. La commissione servizi sociali di Formia non si muove, non si riunisce. Il comune di Gaeta capofila del distretto, nella persona del sindaco Leccese, che cosa fa? Scrive al prefetto di Latina! Ma l’interdittiva antimafia è stata emessa dalla prefettura di Caserta, che c’entra il prefetto di Latina. Ora tocca agli enti agire, ma nulla si muove. L’interdittiva è stata confermata, lo scorso giugno, dal Tar della Campania e ora dal Consiglio di Stato. In più il tribunale penale di Santa Maria Capua Vetere, lo scorso luglio, non ha riconosciuto al Consorzio Nestore di poter mantenere i propri appalti, ricordiamo appalti milionari con distretti sociosanitari, comuni e Asl, riconoscendo “i condizionamenti” evidenziati dalla DDA di Napoli”.

“Ovviamente – conclude la consigliera comunale – qui parliamo di posti di lavoro, di persone in attesa del proprio stipendio, di lavoratori che non c’entrano con l’interdittiva e però ne pagheranno gli effetti, ma nessuno si muove. Gli imprenditori, invece, quelli cambieranno partita iva, cambieranno ragione sociale, cambieranno sede fiscale e nome della cooperativa, del consorzio e ricominceranno da capo, con altri distretti sociosanitari, con altri comuni, con altre Asl…lì tutti si muoveranno”.

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