CONFISCATO IL PATRIMONIO DI PASQUALE MAIETTA: IL VALORE È DI 6,5 MILIONI DI EURO

Pasquale Maietta
Pasquale Maietta

Militari del Comando Provinciale di Latina hanno dato esecuzione ad un provvedimento di confisca di primo grado emesso dalla III Sezione Penale – Sezione Specializzata – Misure di Prevenzione del Tribunale Ordinario Civile e Penale di Roma, che, in prosecuzione dell’iter processuale e sulla base della normativa prevista dal cosiddetto “Codice Antimafia”, ha disposto l’applicazione della misura patrimoniale relativamente a beni per un valore complessivamente stimato in circa 6,5 milioni di euro riconducibili al commercialista di Latina, ex Presidente del Latina Calcio ed ex deputato di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta.

L’uomo, coinvolto in diverse inchieste e processi, è considerato socialmente pericoloso in considerazione dei numerosi precedenti giudiziari. Proprio la commissione di condotte delittuose, senza soluzione di continuità, ha consentito l’accumulo di illeciti profitti significati dal tenore di vita sproporzionato rispetto alle risorse lecitamente disponibili, così costituendo il presupposto soggettivo della pericolosità.

Il patrimonio confiscato era già stato posto sotto sequestro su disposizione della citata Autorità Giudiziaria tra novembre 2023 ed aprile 2024, a seguito di richiesta congiunta della Procura della Repubblica di Latina e della Procura della Repubblica di Roma. Le investigazioni patrimoniali condotte dai Nuclei di Polizia Economica – Finanziaria di Latina e di Roma, hanno interessato l’intero nucleo familiare del professionista, consentendo, allo stato, di ipotizzare come lo stesso abbia accumulato un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi lecitamente dichiarati, composto da 23 immobili (ubicati a Roma e Latina), quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 6,5 milioni di euro.

L’attuale proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca si fonda su un vasto compendio investigativo costituito da acquisizioni documentali, intercettive, testimoniali che, dando contezza di elementi costitutivi di fattispecie delittuose, possono di per sé essere utilizzate per la valutazione della pericolosità del soggetto in quanto autore delle condotte a lui ascritte nei numerosi procedimenti pendenti a suo carico, in molti dei quali, peraltro, gli elementi d’accusa hanno già avuto positivo apprezzamento giudiziale nei provvedimenti che ne sono scaturiti. Il presupposto giustificativo della confisca, infatti, è la ragionevole presunzione che i beni siano stati acquistati con proventi di attività illecite.

A novembre 2023, il primo considerevole sequestro da 5 milioni di euro. Ad aprile 2024, il secondo sequestro a carico di Maetta. A richiedere il sequestro furono i sostituti procuratori di Latina, Giuseppe Bontempo e Claudio De Lazzaro, e l’allora sostituto procuratore di Roma, Luigia Spinelli. Il provvedimento aveva menzionato come terzi interessati alcuni sodali di Pasquale Maietta: la moglie, l’ex co Presidente del Latina Calcio, Paola Cavicchi, Pierluigi Sperduti, Antonio Aprile e altri.

Leggi anche:
IL CURRICULUM CRIMINALE DI MAIETTA AI RAGGI X DELLA FINANZA: ECCO I DETTAGLI DEL SEQUESTRO

L’ex Presidente del Latina Calcio, ex assessore al bilancio del Comune di Latina (nella Giunta di centrodestra guidata da Giovanni Di Giorgi) e ex deputato di Fratelli d’Italia (anche con il ruolo di tesoriere del gruppo alla Camera dei Deputati), dal 2014, risulta coinvolto sistematicamente in reati di trasferimento fraudolento di valori, associazione per delinquere finalizzata ad una incessante attività di evasione fiscale, bancarotta fraudolenta, corruzione, nonché numerosi reati tributari e fiscali in concorso con altri soggetti. Sin dai primi anni 2000 il commercialista è risultato inoltre legato a soggetti della provincia di Latina di elevato spessore criminale, su tutti Costantino Di Silvio detto “Cha Cha” attualmente detenuto e sotto processo con l’accusa di associazione mafiosa. Attualmente Maietta, per quanto riguarda i processi più importanti, si trova alla sbarra nei processi “Arpalo” e “Arpalo 2” e “Olimpia”.

Gli accertamenti svolti negli anni dalla Procura della Repubblica di Latina hanno generato numerosi procedimenti penali per numerosi reati, alcuni dei quali ancora in corso. In uno di questi, il professionista è stato sottoposto a misura cautelare in carcere (si tratta dell’ordinanza denominata Arpalo eseguita da Guardia di Finanza e Polizia di Stato nel 2018).

Le investigazioni patrimoniali, condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economica – Finanziaria di Latina, diretto dal tenente colonnello Angelo Andreozzi, e Nucleo di Polizia Economica – Finanziaria di Roma/G.I.C.O., hanno interessato l’intero nucleo familiare del professionista, consentendo, allo stato, di dimostrare la presenza di un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi lecitamente dichiarati, composto da immobili (ubicati a Latina e Roma) e quote societarie, per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro, patrimonio da ritenersi riconducibile agli introiti derivanti da attività illecite.

Il provvedimento è il risultato dell’impegno congiunto delle Procure della Repubblica di Latina e Roma e della Guardia di Finanza, nel quadro delle strategie di aggressione patrimoniale dei beni acquisiti da soggetti che vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose o che rappresentano il frutto o il reimpiego di attività illecite.

Leggi anche:
OLIMPIA, IL PROCESSO SUL “SISTEMA LATINA” SI AVVIA VERSO LA PRESCRIZIONE

La confisca dei beni di Maietta avviene per via del codice antimafia che permette alla magistratura di “aggredire” i beni di un soggetto attenzionato, al di là di condanne definitive. Il provvedimento disposto dal Tribunale di Roma colpisce immobili di Maietta, ma non solo. Ad essere coinvolti anche la moglie, comproprietaria di immobili, tra cui una casa a Roma dove vive il nucleo famigliare dell’ex deputato. Secondo gli inquirenti, il tenore di vita dell’ex deputato non può che ritenersi alimentato, anche in parte, con i proventi di attività delittuose.

Non solo immobili, ma anche le quote societarie di diverse società, tra cui Latina Brands, B.D. Accounting, Md Consulting, Service&Consulting, Servizifai e J&M Consulting: si va dal ramo immobiliare a quello delle finanziarie, fino alle attività nel campo degli articoli sportivi.

Ad essere interessati dal sequestro, in quanto soci di altrettante società, anche i co-imputati Paola Cavicchi (ex co-Presidente del Latina Calcio con l’allora deputato), coinvolta nei processi Arpalo, Arpalo 2 e Olimpia, Pierluigi Sperduti, ex team manager del Latina Calcio, e l’ex candidato sindaco di Sermoneta, Antonio Aprile (anche lui ai vertici del Latina Calcio nella parte finale della stagione di Maietta). Coinvolti anche altre due persone non però interessate dai processi.

A dare manforte al provvedimento della magistratura anche le frequentazioni di Maietta con personaggi come “Cha Cha” e Francesco Viola (condannato per associazione mafiosa in primo grado in ragione dell’inchiesta Reset) e soprattutto le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, Agostino Riccardo e il figlio di Costantino “Cha Cha” Di Silvio, Renato Pugliese (“Nel 2013 tutti gli zingari hanno votato Maietta, i voti glieli garantiva mio padre, ecco perché lo ha sempre trattato bene…Maietta avrà speso per la campagna elettorale 300-400mila euro…9-10mila voti sono stati presi alle case popolari pagando, grazie a mio padre”) che hanno ricostruito la rete di relazioni del commercialista e la sua capacità di rapportarsi con imprenditori, politici e criminalità organizzata.

Il provvedimento ripercorre le note vicende giudiziarie di Maietta a cominciare dalle indagini “Starter” e soprattutto “Arpalo”, compresi i rapporti con i finanzieri collusi che gli passavano notizie coperte da segreto. E non mancano le rogatorie della magistratura in Svizzera che hanno reso evidente un sistema di riciclaggio ideato e realizzato dal 53enne commercialista pontino. Il Tribunale fa menzione anche del suicidio dell’avvocato Paolo Censi: i finanzieri rilevano che in prossimità dell’accettazione della rogatoria elvetica, avvenne il tragico episodio del 23 dicembre 2015. È dopo la rogatoria che gli inquirenti avrebbero accertato le frodi fiscali e le informazioni sui finanzieri infedeli.

Ancora pendenti in Tribunale a Latina (e anche a Roma), per Maietta, oltreché ai processi summenzionnati e più noti, ce ne sono altri che gli contestano evasioni dell’Iva e reati tributari. Nel seqeustro vi erano procedimenti che gli contestavano abusi edilizi e l’indagine della Direzione Distrettuale di Roma sulle minacce perpetrate all’allora consigliere comunale di Terracina Umberto Di Mario per far sì che, nel 2015, non votasse la sfiducia all’allora sindaco di Terracina, oggi europarlamentare, Nicola Procaccini. Indagato con lui (considerato il mandante) anche Costantino “Cha Cha” Di Silvio quale esecutore materiale delle minacce. Alla fine il procedimento è stato archiviato perché “sebbene siano emerse in modo chiare le minacce che Maietta ha messo in atto nei confronti di Di Mario, non sono emersi elementi di prova idonei a sostenere l’accusa”.

Veniva menzionata inoltre la vicenda raccontata anche pubblicamente dal cittadino di Terracina, Angelo Nardoni, ossia di come fu intimidito da “Cha Cha” Di Silvio durane un evento politico di Fratelli d’Italia a Sonnino. Lo stesso Nardoni spiegava di essere stato intimidito dai Di Silvio, con parole riportate da una terza persona, dopo aver raccontato tale episodio nella televisione locale Lazio Tv. In tutto i procedimenti o processi penali che la magistratura conta nei confronti di Maietta, comprese le archiviazioni, sono sedici.

Il provvedimento ricostruisce anche i rapporti passati di Maietta, a cominciare da una contestata operazione illecita, avvenuta prima del 2006, con l’intestazione di beni ad una società, la Arcobaleno Italia.

E ancora: i rapporti con il “mentore” e collega commercialista, Claudio Proietti, a sua volta destinatario di confisca milionaria dei beni e condanne penali. Secondo la Guardia di Finanza, sin dagli anni 2000, quando operava nello studio Proietti, Maietta si prodigò nella svuotamento di società e intestazione fittizia di beni di una nota famiglia di Latina attiva nel ramo della panificazione tramite canali elvetici, tra cui Augusto Bizzini e Max Spiess al momento co-imputati nel processo “Arpalo 2”. Tutti elementi utili a denotare la sua pericolosità sociale.

A far scattare la confisca di primo grado è sicuramente la sproporzione tra i beni acquisiti negli anni e i redditi netti e leciti dichiarati. Dal momento che molti beni sono stati acquistati negli anni cui Maietta, secondo i procedimenti penali, commetteva reati, questi devono essere sequestrati per poi arrivare a confisca.

Solo a Latina, a Maietta vengono sequestrati diversi immobili dislocati in città: dal centro fino alla zona del cimitero, oltreché alle società di cui si è parlato. In tutto sono 23 immobili tra Latina e Roma, tra cui una villa imponente per il valore di 1 milione di euro all’Eur (acquistata nel 2020), dove vive con la famiglia.

Articolo precedente

ITRI-SPERLONGA: “UNA STRADA ABBANDONATA”

Articolo successivo

CONTENUTI JIHADISTI SU TIK TOK: ARRESTATO 31ENNE TUNISINO

Ultime da Cronaca