Come riportato dall’edizione odierna de Il Messaggero, con un articolo a firma di Marco Cusumano, la Corte dei Conti ha confermato la condanna al risarcimento del danno a carico di Romolo Del Balzo, Enrico Tiero, Silvio D’Arco, Paolo Francesco Panfili e Giuseppe Pastore per una vicenda riguardante l’istituto “Fermi” di Formia risalente a più di dieci anni fa.
All’epoca dei fatti che si sono svolti tra il 2005 e il 2007, i succitati erano tutti consiglieri provinciali. I magistrati contabili si riferiscono a due atti votati che, come scrive Cusumano, “aprirono la strada ai lavori di straordinaria manutenzione dell’istituto professionale Fermi di Formia“. Per fare ciò, vi fu un impegno di spesa che ammontava a 750.000 il quale, per essere sostenibile, ebbe la necessità, da parte dell’ente, di contrarre un mutuo con la Cdp (Cassa depositi e prestiti).
L’intervento, aggiudicato il 16 aprile 2009 con una gara pubblica, “avrebbe riguardato nel complesso lavori di manutenzione ordinaria dell’esistente struttura scolastica, per cui non sarebbe stato possibile ricorrere al finanziamento tramite mutuo, come invece disposto dagli amministratori della Provincia di Latina“.
Pertanto, le spese che sono contestate ai politici dell’epoca sono di 527.000 euro. Il mutuo concesso fu di 250.000 euro mentre i restanti 500.000 furono concessi dalla Regione Lazio.
La Corte dei Conti mise nel mirino due delibere: la 254 del 2005 e la 181 del 2007 e ritenne responsabili coloro che le votarono con una condanna a pagare diversi importi: D’Arco 19.739 euro; Del Balzo 9.869; Panfili, Pastore e Tiero 19.739 ognuno. La sentenza fu impugnata dai soccombenti, ma è stata successivamente confermata dal verdetto della seconda sezione centrale di appello.
Tra i soccombenti ci sono vecchie conoscenze della politica pontina che hanno solcato la vita amministrativa di tanti anni in provincia. Tutti nell’ambito della fu Casa delle Libertà (ma non solo) e, dunque, nel centrodestra pontino – prima e in seguito alcuni di loro hanno avuto esperienze nell’Ulivo e in Italia dei Valori di Di Pietro.
Troviamo Giuseppe Pastore (ex UDC), ad esempio, il quale fu coinvolto in una brutta vicenda di estorsioni e capannoni bruciati, che lo vide “vittima”, da cui scaturì un processo che vide alla sbarra l’attuale consigliere comunale della Lega Massimiliano Carnevale (ex Udc ed ex PD) insieme a Gianluca Tuma e Costantino “Cha Cha” Di Silvio (il processo durò dieci anni e si risolse con proscioglimenti per prescrizione e assoluzioni).
Silvio D’Arco (ex UDC) che, oltre ad essere stato consigliere per l’ente di Via Costa, ha ricoperto anche le cariche di ex assessore provinciale e al Comune di Formia.
Gli altri tre, invece, si originano in Forza Italia come il “cisternese” Paolo Francesco Panfili (in seguito approdato all’Udc), eletto addirittura per la prima volta in provincia nel 1995 e candidatosi almeno fino al 2014.
L’ex consigliere regionale Romolo Del Balzo, arrestato e poi assolto nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Latina sulla società dei rifiuti Ego-Eco di Minturno.
Infine, l’ex vice sindaco di Latina Enrico “Fratone” Tiero che, come riportato più volte da Latina Tu, ha cambiato diverse casacche nella sua ultra-ventennale esperienza politica.
Ad oggi “Fratone”, come simpaticamente viene appellato, è l’unico dei cinque condannati dalla Corte dei Conti che ha ancora velleità politiche, ricoprendo il ruolo di responsabile dell’Ufficio di Presidenza della Provincia di Latina, oltreché ad essere vice coordinatore regionale del partito di Fratelli d’Italia cui ha aderito, nel dicembre 2018, dopo aver chiuso la sua esperienza nel partito “Cuori italiani” di Gaetano Quagliariello.
Tiero ambisce a un ruolo importante per le prossime amministrative di Latina 2021 e siamo certi che, al netto di magistrati contabili o critiche per la disinvoltura politica (cambia un partito come una persona normalmente si cambia la cravatta), non arretrerà di un centimetro e avrà una parola autorevole nelle strategie politiche del centrodestra per le amministrative del capoluogo pontino.