Concorsi sotto osservazione tra Monte San Biagio e Itri, l’opposizione monticellana: “Siamo garantisti, ma chi amministra deve essere e anche apparire trasparente”
A meno di un mese dall’emergere del caso dei concorsi incrociati tra Monte San Biagio e Itri (leggi link di seguito in evidenza), finalmente qualcuno dell’opposizione batte un colpo. Accade a Monte San Biagio dove i quattro consiglieri comunali di opposizione – Guglielmo Raso, Ermanna Casale e Gianpiero Trani, di MSB Futura, e Gesualdo Mirabella, di SIAMO Monte San Biagio – intervengono sulla questione.
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“Della vicenda dei concorsi pubblici svoltisi nei comuni di Monte San Biagio ed Itri – spiegano gli esponenti di minoranza che, come annunciato, si uniranno per le prossime elezioni amministrative – si è ampliamente trattato in recenti articoli di stampa e, da ultimo, nel consiglio comunale di Itri riunitosi lunedì 25 marzo e conclusosi con la mancata approvazione del bilancio di previsione, decretando così la fine della maggioranza del Sindaco Agresti.
Per quanto ci riguarda, intendiamo prendere le distanze da giudizi affrettati e da ipotesi non avvalorate da dati concreti, la cui formulazione, peraltro, non ci compete. Ci limitiamo quindi alla semplice constatazione dei soli dati di fatto, veritieri, oggettivi e a conoscenza di tutti: e cioè, che ad aggiudicarsi uno dei due posti da istruttore amministrativo di Itri è Gianluigi Carnevale, figlio del Sindaco di Monte San Biagio, Federico Carnevale; e nello speculare concorso di Monte San Biagio è risultata vincitrice Annagrazia Pannozzo, che, come reso noto dalla stampa, è la fidanzata del figlio della compagna del Sindaco di Itri, Giovanni Agresti.
Vincitrice del concorso indetto per la copertura di un posto di “istruttore direttivo” a Monte San Biagio è invece Roberta Rotondo, moglie di un imprenditore locale, che, stando sempre a quanto riportato da recenti articoli di stampa, sarebbe un socio in affari del cognato del Sindaco Carnevale; ad arrivare quarta classificata è Vincenzina Marra, dipendente del Comune di Itri e responsabile del parallelo concorso. Risulta infine dagli atti pubblici consultabili presso gli albi pretori, che le commissioni esaminatrici dei rispettivi concorsi avevano un componente comune: la dott.ssa Rossella Prosperis.
Ma non vogliamo farci influenzare dalla forza suggestiva di certe coincidenze: è nostro dovere non alimentare sospetti e precisare che, sino a prova contraria, i concorsi svoltisi nei due comuni devono ritenersi legittimi e immuni da irregolarità e condizionamenti. Tale nostra posizione non è dettata solo da un doveroso garantismo, ma anche e soprattutto dall’istintivo rifiuto di accettare la contraria ipotesi, che, ove mai risultasse verificata, approderebbe a conseguenze inevitabili e gravissime.
Anche solo ipotizzare, per assurdo, che i sindaci di due comuni vicini abbiano vicendevolmente condizionato dei concorsi pubblici al fine di privilegiare familiari o persone a loro vicine, significa accettare l’idea che questi avrebbero utilizzato il mandato conferitogli per perseguire l’interesse privato, anziché quello pubblico: cosa questa di per sé gravissima. E – cosa ancor più grave – che lo avrebbero fatto platealmente, con noncuranza, tradendo con disinvolta spregiudicatezza la fiducia di cittadini ed elettori, ignari della strafottente arroganza del potere a cui erano sottoposti.
Non vogliamo credere che ciò possa essere realmente accaduto, che la nostra comunità sia stata mortificata a tal punto. Per questo, come detto, altro non possiamo fare se non astenerci da illazioni e retropensieri, attenerci ai fatti, e continuare a ritenere – sino a prova contraria – la piena legittimità dei concorsi pubblici dei comuni di Monte San Biagio ed Itri, i cui esiti incrociati – sempre sino a prova contraria – non costituiscono altro che mere coincidenze.
Ciò non ci impedisce di operare una riflessione di ordine generale, che prescinde dal caso di specie: l’amministrazione non deve limitarsi ad “essere trasparente”, ma deve apparire come tale. La rigorosa osservanza dei principi costituzionali di legalità, buon andamento ed imparzialità, deve essere sempre tangibile e percepibile: l’azione amministrativa deve quindi essere costantemente pronta a prevenire l’insorgere di ogni situazione anche solo potenzialmente produttiva di equivoci e sospetti.
E, soprattutto, – concludono i quattro consiglieri comunali – non ci esime dalla nostra doverosa funzione di vigilanza e controllo ed informazione, che, come sempre, eserciteremo in maniera oggettiva, rispettosa e scevra da pregiudizi ed intenti strumentali”.