COMUNE DI SAN FELICE CIRCEO SENZA PIANO ANTI-CORRUZIONE: MULTATI SINDACO E ASSESSORI

Comune di San Felice Circeo
Comune di San Felice Circeo

Piano triennale di prevenzione della corruzione 2021-2023, multati dall’Anac Sindaco e Assessori di San Felice Circeo

Non sarà una pena esemplare ma l’Autorità nazionale dell’Anticorruzione ha deciso di multare per mille euro ciascuno il Sindaco di San Felice Circeo Giuseppe Schiboni, il Vice Luigi Di Somma e gli assessori Marco Di Prospero, Rita Rossetto e Felice Capponi. Il motivo è l’omessa adozione del Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2021-2023 (che va approvato entro il 31 gennaio di ogni anno), oltreché gli analoghi piani relativi alle annualità precedenti.

Sull’Albo Pretorio del Comune, infatti, così come ha rivelato l’Anac in sede istruttoria, alla data dell’11 ottobre 2021, non compariva sul sito dell’Ente sanfeliciano il cosiddetto PTPCT (Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza) per gli anni 2021-2023, né i piani afferenti agli anni precedenti.

Il procedimento dell’Anac è stato aperto nei confronti degli organi politici dell’Ente e del segretario genarle, l’unica però a cui non si possa imputare negligenza secondo l’authority “in quanto non avrebbe ricevuto formale incarico di RPCT del Comune (ndr: responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza) per il quale svolge la funzione di Segretario comunale a tempo parziale”. Senza contate che dal febbraio 2021 è stata nominata in un altro ente locale.

Diversa la questione per Sindaco, Vice e Giunta ritenuti responsabili poiché rappresentanti di un Ente per cui “l’ordinamento riconosce nell’organo di indirizzo politico il soggetto tenuto al controllo”. E, invece, l’Ente, oltre a non aver presentato alcuna memoria difensiva rispetto all’istruttoria dell’Anac, non ha pubblicato il suddetto piano palesando “una noncuranza degli obblighi di legge e delle scansioni temporali degli adempimenti normativi”.

L’omissione del Pianto “anti-corruzione” – per quanto si legge nella delibera dell’Anac pubblicata il 21 dicembre scorso – “non appare scusabile”.

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