Chi sono i nemici dell’autostrada Roma-Latina? Inizia così il notiziario della Cisl di Latina dell’8 agosto scorso con cui il sempre più vulcanico segretario Roberto Cecere annuncia la petizione al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella tesa alla realizzazione dell’opera. Con tanto di manifesto (vedi sotto) farlocco che all’ignaro firmatario l’opera sembrerà la strada dei miracoli che arriva dritta dritta all’Eur, tra aiuole di radure verdissime, aria pulita, bandiere sventolanti. Peccato che, invece, da progetto, l’autostrada si fermerà a Tor de’ Cenci, creando un tappo per coloro che verranno da Latina trovando un budello di automobili e mezzi di trasporto. Altro che intermodalità.
E chi saranno mai questi nemici? Si chiedono dubbiosi i cislini. Chi ci sarà dietro questo complotto ordito da fantomatici poteri forti per il no? Sebbene la domanda che risuona di più nelle menti degli iscritti allo stesso sindacato, ai lavoratori e ai cittadini in genere sia un’altra: come mai un sindacato invece di occuparsi di lavoro, sfruttamento, caporalato, spinge così pervicacemente per un’opera che dovrebbe essere realizzata da privati e già abortita dalle sentenze del Consiglio di Stato? E sì che la Cisl pontina avrebbe un gran da fare col caporalato essendo stata coinvolta dallo scorso gennaio in un grave scandalo in provincia, certi che non possano bastare le intese tra parti sociali e Regione Lazio che peraltro escludono, tra i braccianti torchiati e sottomessi dai capetti, coloro che non hanno un contratto regolare (una buona parte).
Eppure, Cecere, invitato in una conferenza stampa del Comitato No Corridoio No Roma-Latina, nell’ottobre dell’anno scorso, ammise di non saperne niente del progetto di Autostrade del Lazio. Ecco, forse, perché la parola pedaggio, ogni volta che i signori dell’opera più inutile e dannosa del centro Italia (un bestione da quasi 3 miliardi di euro, buona parte di soldi pubblici) si palesano con dichiarazioni pubbliche e persino petizioni a Mattarella, viene completamente obnubilata manco fosse un diktat di un romanzo orwelliano. Il povero Mattarella, presumibilmente “in altre faccende affaccendato”, e senza alcun tipo di competenza riguardo alla decisione delle infrastrutture e dei trasporti del Belpaese, è in attesa.
E poi ci sono i politici (la stampa locale è all’unisono sponsor dell’autostrada a pedaggio) che fanno finta di litigare sulla virgola della determina e sulle presunte doti da incantatrice del segretario generale del Comune di Latina, per poi andare tutti insieme e appassionatamente a braccetto per la realizzazione dell’autostrada più strampalata d’Europa, già pagata dai cittadini (spesi circa 130 milioni di euro, con tanto di danno erariale, per non fare nulla) e che dovrebbe essere pagata di nuovo (il bando di gara vinto dal Consorzio privato Sis e bloccato dai giudici di Palazzo Spada ammonta a circa un miliardo di euro), per poi, infine, pagarla ogni volta che si dovrà percorrerla (oltre 13 euro Roma-Latina, andata e ritorno).
Dopo il parlamentare europeo di Terracina Nicola Procaccini, ex sindaco, che non si ricorda che il progetto dell’autostrada esclude completamente la sua città, ecco il sindaco di Latina Damiano Coletta che (da foto pubblicata ieri sulla pagina social della Cisl Latina), non pago di aver fatto votare alla sua maggioranza un atto in consiglio comunale degli odiati (a parole) Fratelli d’Italia e Lega in favore dell’opera, va anche da Roberto Cecere a firmare qualcosa di fuorviante e ben oltre la fake news. Per sapere del progetto e dei suoi disastri, tanto c’è sempre tempo, prima i selfie.