CLAN DI SILVIO: TUTTI I TENTATIVI DI OTTENERE IL REDDITO DI CITTADINANZA

DI SILVIO

Ecco tutti i tentativi del Clan Di Silvio: le donne del sodalizio criminale hanno provato a raggirare l’Inps da giugno 2020 a marzo 2021

A conclusione degli accertamenti svolti dal Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro – Nucleo Ispettorato del Lavoro di Latina, nel settore dei redditi di cittadinanza indebitamente percepiti nella provincia di Latina, da giugno 2020 a gennaio 2021 sono state verificate numerose domande presentate da vari appartenenti alla nota famiglia criminale Di Silvio, con la seguente cronologia di indagine. Lo scrivono in un comunicato i Carabinieri del Comando Provinciale di Latina.

GIUGNO-OTTOBRE 2020

Due domande presentate ad ottobre 2019 tramite patronato “E.N.A.C.” del capoluogo, per un reddito indebitamente percepito da novembre 2019 a novembre 2020 per oltre 10.000 euro ciascuno, a nome di Angela Di Silvio detta “Stella”, moglie di Samuele Di Silvio e nuora di Armando Di Silvio detto “Lallà” per un nucleo familiare composto dalla richiedente più quindici soggetti dichiarati conviventi, tra i quali risultavano beneficiari cinque uomini sottoposti a misure cautelari in carcere e quattro donne, compresa se stessa, agli arresti domiciliari, in relazione al procedimento penale della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nell’operazione di polizia Alba Pontina.

Sara Genoveffa Di Silvio che dichiarava tra i beneficiari la stessa, agli arresti domiciliari, più 3 persone, fra cui il consorte Federico Arcieri, detenuto in carcere, per essere imputati sempre nel nominato procedimento Alba Pontina.

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Le due donne sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Latina, sia per l’illegittimo beneficio percepito, sia per l’evasione dagli arresti domiciliari commesso nell’atto di presentare le istanze negli uffici del patronato, a cui conseguiva comunicazione all’INPS da parte del suddetto Nucleo Carabinieri, per la revoca dell’emolumento indebitamente percepito.

La domanda presentata da Francesca De Rosa, nuora del capo famiglia Armando Di Silvio, detto “Lallà”, sottoposta agli arresti domiciliari in relazione al procedimento penale della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nell’operazione di polizia “Alba Pontina”, la quale originariamente inserita nel nucleo di reddito di Angela Di Silvio nell’anno 2019, si distaccava nel tentativo di aggirare la precedente revoca e percepire nuovamente il contributo, inviando una nuova istanza datata ottobre 2020 con un nucleo familiare diverso,  riuscendo in frode alla legge a percepirne la quota di reddito del mese di novembre 2020 per € 821, immediatamente interrotto e revocato con richiesta dello stesso  Nucleo Carabinieri operante all’INPS competente;

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NOVEMBRE-DICEMBRE 2020

Due nuove domande presentate da Angela Di Silvio e Sara Genoveffa Di Silvio, rispettivamente ad ottobre e dicembre 2020, per richiedere un ulteriore reddito di cittadinanza, nelle quali, come per le precedenti, veniva omesso di comunicare la posizione giudiziaria propria e dei rispettivi familiari, facendo si che l’Istituto previdenziale, tratto nuovamente in inganno, le riapprovasse e ponesse in riscossione il contributo. Nel contesto Angela Di Silvio riusciva a percepire una sola mensilità dell’illecito contributo, venendole definitivamente interrotta con revoca a seguito dell’immediata segnalazione da parte del Nucleo Carabinieri procedente, al citato Istituto. Entrambe le suddette Di Silvio venivano nuovamente denunciate alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina.

GENNAIO-FEBBRAIO 2021

Una domanda presentata a marzo 2019 da Antonietta Di Silvio con allegata una Dichiarazione Sostitutiva Unica autocertificata da Rossana De Silvio, membro del nucleo familiare composto da sei persone, di cui nessuna effettivamente residente con la richiedente, cosa che determinava il deferimento di Antonietta Di Silvio per il reato di indebita percezione del reddito di cittadinanza per 11 mesi, da aprile 2019 a febbraio 2020, per un totale di circa 9.400 euro, in concorso con Rossana De Silvio, responsabile di aver commesso falsità in atti e dichiarazioni.

In tale contesto si accertava che la Rossana De Silvio, unitamente ad Argentina De Silvio, inserita tra le sei persone di cui alla predetta istanza di reddito, risultavano deferite in data 13 dicembre 2019 dalla Tenenza Carabinieri di Sora, con l’analoga imputazione di indebita percezione del reddito in conseguenza di precedente domanda nella quale venivano comunicate false dichiarazioni di attestazioni economiche.

Una domanda per il reddito di cittadinanza datata 12 febbraio 2020 da Daniele Sicignano detto “Canarino”, appartenente al clan “Di Silvio”, già tratto in arresto in relazione al procedimento penale della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nell’operazione di polizia “Alba Pontina”, e presentata durante il successivo regime cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria”, in pieno contrasto con la normativa in materia, la quale richiede tra i requisiti necessari per ottenere il beneficio la mancanza di misure cautelari personali in atto, comportando le false attestazioni da parte del richiedente, le quali inducevano in errore I.N.P.S. che riconosceva il beneficio, successivamente non erogato per altre cause indipendenti dalla volontà illecita dell’instante in relazione al superamento della soglia massima di reddito familiare. 

MARZO 2021

Accertamenti connessi alla suddetta istanza presentata da Francesca De Rosa, permettevano di acclarare che la stessa, in data 28 gennaio 2021, otteneva su propria istanza una carta di identità elettronica valida per l’espatrio rilasciata dal Comune di Latina. Dalle verifiche risultava, infatti, che l’interessata il 5 dicembre 2019, sottoscrivendo e dichiarando falsamente di non averne cause ostative, ed inducendo in errore l’ufficiale di stato civile dell’anagrafe, otteneva il documento di identità valido per l’espatrio nonostante non ne avesse i requisiti di legge richiesti. A seguito di quanto appurato, sia per la pratica di reddito di cittadinanza ottenuto in frode alla legge che relativamente all’illegittimo documento di identità valido per l’espatrio, veniva richiesto ed ottenuto dall’Autorità Giudiziaria latinense titolare dell’indagine un “decreto di perquisizione nell’abitazione di Francesca De Rosa, per la ricerca della carta postale di accredito del reddito e del documento di identità“, entrambi rinvenuti e sottoposti a sequestro il giorno 3 marzo 2021.

In detto contesto veniva anche individuata sia la domanda di attestazione ISEE presentata dalla Francesca De Rosa ed utilizzata da Angela Di Silvio per l’illecita istanza di reddito presentata ad ottobre 2019, sia un’ulteriore domanda per “reddito di emergenza” datata 15 ottobre 2020 e respinta dall’I.N.P.S. poiché già beneficiaria nella domanda di Angela Di Silvio datata 2019.

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