Traffico di stupefacenti, i Carabinieri di Formia notificano la fine della conclusione delle indagini. Procura di Cassino archivia indagine su Pozzi
Nei giorni scorsi, la Procura della Repubblica di Cassino ha delegato ai militari della Compagnia Carabinieri di Formia la notifica dell’avviso di conclusione delle Indagini nei confronti di sette persone in relazione ai reati di traffico di sostanze stupefacenti in concorso, calunnia, rifiuto di sottoporsi ad accertamenti psicofisici connessi all’uso di sostanze stupefacenti durante la guida di autoveicoli, violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale.
Gli accertamenti sono scaturiti nell’ambito delle indagini sul decesso di Gianmarco Pozzi avvenuto sull’isola di Ponza il 9 agosto 2020 e per il quale la stessa Procura della Repubblica ha avanzato oggi, 6 novembre, al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino una richiesta di archiviazione in ordine alle indagini sul suo decesso.
Le stesse indagini hanno consentito di appurare l’esistenza sull’isola di un fiorente traffico di sostanze stupefacenti gestito tra gli altri, dagli indagati tra giugno e novembre 2023, ed anche di documentare che uno di essi, un 47enne ponzese, avrebbe attribuito falsamente la responsabilità del decesso di Gianmarco Pozzi a due militari dell’Arma in servizio sull’isola, tra cui il vice brigadiere della Stazione di Ponza, Leucio Martini.
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Gia due anni fa, a maggio 2022, alcune misure cautelari fecero emergere i canali della droga che da Roma (soprattutto) e Napoli arrivano sino al mercato remunerativo dell’isola di Ponza (d’estate meta di giovani e terra di movida). È, per di più, con un elemento inquietante: le indagini, anche in quell’occasione, sono iniziate dopo l’omicidio di Gianmarco Pozzi, vedendo persone coinvolte nello spaccio a Ponza collegate al defunto campione di kickboxing.
A maggio 2022, a Roma e nei Comuni delle province di Latina e Napoli, i militari della Compagnia di Formia, con l’ausilio di personale dei Reparti dell’Arma competenti territorialmente, degli elicotteristi e di unità cinofile dell’Arma, eseguirono un’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce, su richiesta della Procura della Repubblica, con la quale fu disposta la custodia cautelare nei confronti di 8 soggetti (5 agli arresti domiciliari e 3 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) ritenuti responsabili, a diverso titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I destinatari delle misure restrittive erano tre persone di Ponza, due romani e tre dell’area campana.
Si trattava di Alessio Lauteri di Roma (coinquilino di Gianmarco Pozzi nell’appartamento a Ponza), Antonino Iaria di Roma, Ciro Monetti di Afragola, Angelo Monetti di Napoli e Vincenzo Pesce residente sull’isola (titolare del locale Blue Moon di Ponza), ristretti agli arresti domiciliari; obblighi di firma per Manuel Morgia, Marco Brinchi domiciliato a Ponza e Antonio Piscopo di Pozzuoli. Indagato a piede libero Ivano Vela di Napoli (49 anni).
La complessa attività investigativa aveva consentito di disvelare una fiorente e ben strutturata attività di spaccio di droga posta in essere nel periodo estivo di massimo afflusso turistico sull’isola di Ponza, attività che vede coinvolte persone collegate al defunto Gianmarco Pozzi. I canali di approvvigionamento della droga, in particolare cocaina e hashish, furono individuati sia nella Capitale sia nell’hinterland dal capoluogo campano.
Il Tribunale di Cassino ha emesso le condanne a carico degli imputati: 3 anni e 6 mesi per Alessio Lauteri; 2 anni e 8 mesi per Vincenzo Pesce; 4 anni per Manuel Morgia; 2 mesi per Marco Brinchi; 6 mesi per Antonio Piscopo; 4 anni e 1 mese per i Monetti.
D’altra parte, che dietro alla morte di Gianmarco ci potesse essere un giro di droga era un particolare già emerso (ad esempio, una inchiesta della trasmissione televisiva “Le Iene”). Oggi, però, la Procura di Cassino ha chiesto l’archiviazione del caso.
Gianmarco Pozzi fu trovato la mattina del 9 agosto 2020 nelle campagne di Santa Maria a Ponza. Il giovane era sull’isola perché lavorava al Frontone e al Blue Moon, due storici locali di Ponza. Aveva preso in affitto, insieme ad altri ragazzi, un appartamento ubicato in Via Staglio. Il giovane di 28 anni fu trovato con fratture delle costole e di una clavicola, e poi una profonda lesione alla testa e un edema polmonare. Elementi che fecero dire all’avvocato della famiglia Pozzi, Fabrizio Gallo, che Gimmy avesse subito una raffica di colpi, probabilmente inferti anche con un corpo contundente. Solo in seguito, secondo il legale, Pozzi fu gettato nell’intercapedine tra due abitazioni nei pressi di un vigneto dove fu rinvenuto il suo cadavere a torso nudo, piedi scalzi e con un paio di pantaloncini.
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