CASO KARIBU, AVVISI DI GARANZIA PER I SEI INDAGATI

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Marie Therese Mukamitsindo e la figlia Liliane Murakatete
Marie Thérèse Mukamitsindo e la figlia Liliane Murekatete

Caso Karibu-Aid: la Procura di Latina ha inviato l’avviso di conclusione indagini a carico dei sei indagati che gestivano le cooperative

A febbraio scorso, l’ultimo passaggio giudiziario che ha lasciato presagire di come le indagini condotte dalla sezione della polizia giudiziaria della Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Latina, con il coordinamento dei sostituti procuratori Giuseppe Miliano e Andrea D’Angeli, fossero solide o comunque avessero tenuto anche di fronte ai ricorsi degli indagati.

Il Tribunale del Riesame di Roma, infatti, aveva respinto il secondo ricorso presentato Marie Therese Mukamitsindo e dal figlio Michel Rukundo che chiedevano la revoca dell’interdizione di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche, per la durata di 1 anno. La misura, disposta dalla Procura di Latina, che contesta a madre e figlio l’evasione fiscale, ha previsto anche un sequestro da oltre 650mila euro, di cui 639.455,28 euro nei confronti di Muakmitsindo e il rimanente a carico di Rukundo e dell’altra figlia Liliane Murekatete, compagna del deputato del Gruppo Misto, Aboubakar Soumahoro.

A gennaio scorso, il collegio dei giudici del Riesame di Latina, presieduto dal giudice Gian Luca Soana, aveva respinto invece i ricorsi presentati dalla fondatrice della coop Karibu, Marie Therese Mukamitsindo, e dal figlio Michel Rukundo, assistiti dagli avvocati Luca Marafioti e Fabio Pignataro.

Michel Rukundo

Mukamitsindo e il figlio Rukundo chiedevano la revoca dell’altra misura disposta dal Giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Molfese, cioè quella in riferimento ai sequestri.

Il Riesame con il secondo provvedimento piuttosto netto aveva respinto il ricorso contro l’interdizione a operare con la pubblica amministrazione, presentato dagli stessi avvocati Marafioti e Pignataro. Nel motivare il rigetto del ricorso, i giudici del Tribunale di Roma avevano evidenziato un quadro non proprio a favore di madre e figlio, stigmatizzando la gestione dei fondi pubblici ottenuti grazie alla cooperativa Karibu e ai suoi satelliti: “un sistema fraudolento” con cui la coop avrebbe sottratto “importi significativi all’imposizione fiscale“.

“La personalità” dei due ricorrenti “oltre a esserre indicativa di una certa spregiudicatezza, si inserisce in un sistema connotato da rilevanti opacità nella gestione degli ingenti fondi assegnati alla cooperativa sociale e agli altri enti coinvolti“. Fondi, peraltro, che secondo il Riesame, sono stati utilizzati per scopi difformi dalla ragione per cui venivano erogati come, ad esempio, un acquisto di beni di lusso la negozio romano del marchio “Ferragamo”, nonché destinati all’estero in circostanze non chiarite.

Come noto, è stata diversa la strategia per la figlia della fondatrice e moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, Liliane Murekatete, difesa dall’avvocato Lorenzo Borrè, che ha rinunciato a presentare ricorso per entrambi le misure restrittive.

Ora, dopo che la Procura ha concluso le indagini e inviato l’avviso agli indagati, Mikamitsindo, Rukundo e Murekatete, oltreché all’altro figlio della fondatrice di Karibu, Richard Mutangana, Ghislaine Ada Ndongo e Christine Ndyanabo Koburangyira (legali rappresentanti delle società satelliti di Karibu) devono rispondere dei reati fiscali contestati.

Gli indagati avranno venti giorni di tempo per presentare memorie o chiedere di essere interrogati dall’autorità giudiziaria, dopodiché vi sarà la richiesta di rinvio o giudizio che, a questo punto, appare scontato.

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