Si è concluso, nel carcere di Velletri, l’interrogatorio di garanzia di Maricetta Tirrito, la paladina antimafia arrestata il 12 dicembre, insieme ad altre quattro persone, con le accuse di omicidio con dolo eventuale, circonvenzione d’incapace, esercizio abusivo della professione medica, falso ideologico e materiale, aggravati dall’ aver commesso il fatto per conseguire il profitto delle condotte delittuose consumate.
Tirrito, difesa dall’avvocato Emanuele Fierimonte, si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ma ha reso dichiarazioni spontanee nelle quali ha dichiarato, che “se fosse stata sentita prima di essere arrestata, sarebbe stata in grado di chiarire la situazione senza che si arrivasse all’arresto”. E ancora, relativamente, al trattamento che avrebbe riservato agli anziani ospiti nella struttura ad Ardea, “i parenti sapevano tutto. Questa operazione e l’arresto sono stati una ingiustizia, un attacco personale e politico. Hanno voluto impedire le mie iniziative sociali e di lotta”.
L’avvocato Fierimonte ha ottenuto la revoca della custodia cautelare per la sola accusa di omicidio con dolo eventuale. Per ora, Tirrito, da giorni in sciopero della fame e della sete perché si proclama innocente, rimane in carcere a Rebibbia perché il Gip, dopo aver convalidato l’arresto, si è riservato. Insieme a lei risultano indagati anche, con la misura cautelare in carcere o ai domiciliari, a seconda delle accuse, anche Silvana Loconte, Silvana Di Lorenzo, Marina Endrjievschi e Fabio Corbo.
11 mesi fa, la Polizia aveva trovato ad Ardea un’abitazione che veniva affittata con la formula del cohousing e gestita come una casa di riposo per anziani senza averne nessun titolo. Gli anziani venivano lasciati nell’incuria e nella sporcizia e due di loro sono morti durante il soggiorno nella casa.
Tra gli arrestati, per l’appunto, anche la 49enne Maricetta Tirrito, presidente dell’associazione “Laboratorio Una Donna” impegnata nella lotta alla violenza di genere e contro la criminalità, il compagno della donna e un medico di base di Ardea, Marina Endrjievschi, che per un anno sarà interdetto dalla sua professione. A finire in carcere, quindi, oltreché a Tirrito, la 57enne Silvana Loconte, mentre ai domiciliari la 73enne Silvana Di Lorenzo e il 41enne Fabio Corbo (compagno di Tirrito).
Le indagini sono state avviate a seguito dell’ispezione congiunta nella sede dell’abitazione di via Isernia, adibita all’assistenza agli anziani, da parte dei NAS, degli agenti della polizia di stato, Polizia Locale di Ardea e degli ispettori della Asl Rm 6 che avevano accertato come l’abitazione fosse a tutti gli effetti una casa di riposo per anziani, con persone ricoverate e gestite da personale senza alcuna preparazione specifica.
Nell’abitazione erano presenti 5 anziani residenti con la formula di cohousing, altri 15 anziani, una donna straniera e la figlia di 16 anni. La struttura era in condizioni igienico-sanitarie precarie, con stanze invase da muffa ed escrementi di topo e rifiuti di ogni genere all’esterno. Sul posto fu necessario l’intervento dei servizi sociali e dell’ambulanza per soccorrere un uomo di 72 anni in gravissime condizioni, successivamente deceduto.