CASA DI RIPOSO ABUSIVA AD ARDEA, CONDANNA EX PALADINA ANTIMAFIA

Maricetta Tirrito
Maricetta Tirrito

Casa di riposo abusiva ad Ardea, l’ex paladina dell’Antimafia, Maricetta Tirrito, è stata condannata a 8 anni di reclusione

Maricetta Tirrito è stata condannata a otto anni di reclusione per un sistema di truffe e abusi ai danni di anziani incapaci di intendere e di volere. L’attivista antimafia, che aveva trasformato una villetta di Ardea in una finta residenza sanitaria assistita, è stata condannata dalla sentenza pronunciata dalla Corte d’Assise di Frosinone.

Il verdetto è arrivato dopo un processo che ha svelato una realtà inquietante: nella Silver Cohousing, la struttura gestita da Tirrito, gli ospiti più fragili non ricevevano cure e assistenza, ma venivano sfruttati economicamente. I loro risparmi finivano per finanziare spese personali della donna, tra cui shopping, cene in ristoranti di lusso, notti in hotel, biglietti aerei, auto a noleggio, interventi di chirurgia estetica e persino la retta scolastica per la figlia.

La procura aveva chiesto una condanna ben più pesante: 27 anni di carcere, ritenendo Tirrito responsabile anche della morte di un ospite della struttura, Luigi Bonomo. Tuttavia, l’accusa di omicidio con dolo è caduta, e la corte ha riconosciuto la donna colpevole di circonvenzione d’incapace, abuso edilizio, autoriciclaggio e falso ideologico.

La Polizia aveva trovato ad Ardea un’abitazione che veniva affittata con la formula del cohousing e gestita come una casa di riposo per anziani senza averne nessun titolo. Gli anziani venivano lasciati nell’incuria e nella sporcizia e due di loro sono morti durante il soggiorno nella casa.

Le indagini erano state avviate a seguito dell’ispezione congiunta nella sede dell’abitazione di via Isernia, adibita all’assistenza agli anziani, da parte dei NAS, degli agenti della polizia di stato, Polizia Locale di Ardea e degli ispettori della Asl Rm 6 che avevano accertato come l’abitazione fosse a tutti gli effetti una casa di riposo per anziani, con persone ricoverate e gestite da personale senza alcuna preparazione specifica.

Nell’abitazione erano presenti 5 anziani residenti con la formula di cohousing, altri 15 anziani, una donna straniera e la figlia di 16 anni. La struttura era in condizioni igienico-sanitarie precarie, con stanze invase da muffa ed escrementi di topo e rifiuti di ogni genere all’esterno. Sul posto fu necessario l’intervento dei servizi sociali e dell’ambulanza per soccorrere un uomo di 72 anni in gravissime condizioni, successivamente deceduto.

Nel processo che si è concluso con la sua condanna, sono stati giudicati anche i suoi collaboratori: Silvana Loconte è stata condannata a 2 anni e 3 mesi, Marina Endrjievschi a 2 anni e 6 mesi, mentre Fabio Corbo, compagno della Tirrito, è stato assolto.

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