È un vecchio vizio, tutto italiano, in questo caso formiano, quello di trasformare un caso di ordinaria amministrazione in qualcosa di straordinario, ultimativo e dannatamente speculativo. Politicamente parlando, si capisce. È il carcere di Santo Stefano, di cui abbiamo dato conto la scorsa settimana, che cade a pezzi e che dovrebbe quantomeno essere messo in sicurezza. Eppure di quei 70 milioni stanziati al Cipe non si è speso nemmeno un centesimo, escluso il milione e seicento mila euro utilizzati per un eliporto che, senza lavori di ristrutturazione, non serve proprio a niente (doveva accogliere i materiali atti alla ricostruzione).
Dopo l’articolo di Latina Tu, e altri dei quotidiani mainstream, è arrivata l’infornata delle dichiarazioni dei politici con una serie infinita di “bisogna fare presto“, “rilanciamo il progetto” (quale?), “serve un commissario“. Oddio.
A pronunciare le boutade, pezzi grossi della politica nazionale come il neo italiano vivo Matteo Renzi e il Ministro della Cultura giallorosso Dario Franceschini, eppoi, a catena, i pesci più piccoli, quelli che inondano la cronaca locale con le le loro squame, pardon facce, e le loro parole che, a differenza degli abitanti dei mari, non sono mute ma sempre uguali.
Non poteva mancare il senatore pontino Nicola Calandrini il quale, però, almeno per questa volta, può giocarsi la carta dell’“io avevo detto”…e in tempi non sospetti. Nella scorsa primavera, infatti, il politico dello Scalo presentò un’interrogazione (leggila qui per intero) per chiedere conto del fatto che, sin dal 2015, fu avviato un tavolo tra Regione Lazio, Demanio e Comune di Ventotene, al fine di utilizzare i soldi stanziati per il ripristino del carcere, quei famosi 70 milioni di euro che, sorge un dubbio, fanno gola. Tanta.
Ma questa volta, non è Fratelli d’Italia a dar prova di politica parlata. Anzi, a ben vedere, a fare la parte del leone è il Partito Democratico che, dopo le parole di Franceschini dichiarate al Corriere della Sera: “Serve un commissario ad hoc”, si è scatenato in un ping pong di condivisioni del problema, di pensati e accorati appelli e, sopratutto, di proposte. Che in politica, checché se ne pensi, spesso sono più deleterie dei tweet di Salvini dopo tre mojito al Papeete.
Prima il Brighella di Rignano, Matteo Renzi, che del Partito Democratico non ha più la tessera, ma che ne ha costituito un pezzo di storia (e di morte) importante: “Trasformiamolo in una grande scuola per cittadini europei di oggi e di domani”. Nientepopodimenoche.
In fondo, fu proprio il Matteo toscano a stanziare col suo Governo, nel 2015, i famosi 70 milioni di euro, a cui seguì la visita della fida no tax Maria Elena Boschi, accompagnata dall’allora Ministro della Cultura, Dario Franceschini (no, non è un errore di battitura, c’era sempre lui), per inaugurare il paradossale eliporto.
A questo punto, dopo che i maggiorenti nazionali sono scesi in campo, rendendo ancor meno chiara la vicenda – scuola per i cittadini europei (sempre a sapere che diavolo voglia dire) o museo? boh – ecco avanzare l’artiglieria della politica locale, in salsa PD formiana, che non ha aspettato neanche un minuto, eccitata dalla prospettiva del “commissario ad hoc” di franceschiniano conio. Pare che a sentire quelle parole, “c-o-m-m-i-s-s-a-r-i-o-a-d-h-o-c”, a Penitro, a Maranola, a Gianola, a Via Vitruvio eccetera, i conducator piddini siano sobbalzati sulla sedia, felici e raggianti dopo mesi di grama.
È partito Fulvio Spertini, ex assessore al Bilancio formiano di Sandro Bartolomeo (PD) e poi di Paola Villa (incarichi da cui si è dimesso per alcuni dissapori, non senza polemiche e traumi politici) che ha proposto per la poltrona, con tanto di hashtag #francescocartacommissario, l’attuale assessore con deleghe alla Sanità, Ambiente e proprio una ad hoc alla Riqualificazione di Santo Stefano, Francesco Carta, l’uomo che, oltre ad amministrare a Ventotene, gestisce una pagina unofficial (ossia non riconosciuta dal partito locale) da cui blasta e sculaccia chi non gli va a genio – lo fece anche con Latina Tu, inventandosi di sana pianta un supposto apparentamento con la Giunta di Paola Villa. Una delle più grosse balle circolate nei mesi a venire nell’ambito del patetico sottobosco dell’opinionismo nostrano.
Al di là delle digressioni che danno conto di castronerie sesquipedali e diffamatorie, a ruota, nel gran bazar del FrancescoCartaCommissaro, è arrivata Patrizia Menanno, ex assessore alla Legalità dell’ex sindaco Sandro Bartolomeo, anche lei formiana e anche lei del PD, la quale, come i due succitati, rilancia la proposta di Fulvio Spertini con hashtag incorporato: “È notizia di carattere nazionale la rinnovata volontà politica di ristrutturare il fatiscente ex carcere di Ventotene per trasformarlo in un centro studi europeo. Il Ministro della cultura Franceschini auspica la nomina di un commissario responsabile del progetto. Senza alcuna partigianeria, né politica né cittadina, auspico che il formiano Dott. Francesco Carta venga preso in considerazione per questo ruolo. Da cittadino Italiano mi sentirei tutelato al meglio per la riuscita del progetto. Auspico che anche le amministrazioni del Golfo dimostrino interesse“. E senza partigianerie – e chi lo penserebbe mai!?!, dopo tutto sono solo entrambi di Formia e del PD – si è beccata pure il like dell’altro formiano doc, il Presidente di Confcommercio Lazio e Lazio Sud Giovanni Acampora.
Un solo piccolissimo dettaglio però: come centro studi europeo? Ma non era stato proprio il commissario in pectore formiano, Carta, a parlare, dalle colonne del Corsera, di riqualificazione e di un museo? Vacci a capire un po’.
E in un Paese come il nostro, dove di esperienze da commissario ne abbiamo avute per lo più fallimentari e spendaccione, mettere la figura dell’uomo dai poteri speciali ha voluto dire dire solo poche cose: tragicamente chiare, maledette e certe. Cariche, consulenze a gogo e slittamenti di tempi tramutati nell’eterno nulla delle opere che più servono. Sopratutto in ambito culturale.
Nel valzer di post, proposte, tweet e comunicati, c’è però il sindaco di Ventotene Gerardo Santomauro, nel frattempo (parrebbe) convocato da Franceschini, che stona nell’incoronazione di Carta perché, a parte le scuole e i musei, più modestamente ricorda che la struttura carceraria versa in pessime condizioni e servono subito 20 milioni per “salvarlo”.
Ci penserà il commissario ad hoc?