Capitale della Cultura, i gruppi di opposizione di Latina chiedono l’accesso agli atti per conoscere le spese: “Progetto approssimativo, privo di visione e non inclusivo. Ora l’assessore al ramo”
“Una sconfitta prevedibile, quasi scontata, che lascia l’amaro in bocca ma che, al tempo stesso, può essere un’occasione per fare della sana autocritica e rimboccarci le maniche in vista delle sfide future che aspettano la città, prima fra tutte il centenario”. Così i gruppi di opposizione in Consiglio comunale dopo la proclamazione de L’Aquila Capitale della Cultura 2026.
E annunciano la presentazione di una richiesta di accesso agli atti: «Vogliamo capire l’iter seguito per la candidatura di Latina al titolo e conoscere le spese sostenute dall’amministrazione Celentano. Visto che non è stato possibile con il dossier rimasto secretato fino all’ultimo momento, ci sia trasparenza almeno su questi aspetti».
“Latina non ce l’ha fatta – continuano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032 – per via di un progetto approssimativo, della mancanza di investimenti concreti e della grave impreparazione dell’amministrazione comunale. L’audizione della scorsa settimana al Ministero non ha fatto altro che confermare la superficialità con cui è stato gestito tutto il percorso. Nessuna convergenza sul progetto, né sono state coinvolte le tante realtà del territorio, tantomeno la cittadinanza. Nessun coinvolgimento dei giovani: in termini culturali gli studenti e le studentesse sono la risorsa più importante che Latina ha prodotto nei suoi 91 anni di storia, ora prima che mai visti i tanti ragazzi e ragazze di tutta Italia che scelgono la nostra città per studiare”.
“Si è preferito arroccarsi, mettere tutto sottochiave, chiudere le porte ai contributi preziosi che potevano arrivare da chi già opera per la crescita culturale della nostra città. Si è fatto affidamento sulla sbandierata filiera di governo preparando in tutta fretta un progetto che si è rivelato scarso di contenuti e visione. Tuttavia è stato speso del denaro pubblico per partecipare, investito in larga parte in passerelle e show inutili, è giusto che la città sappia a quanto ammontano queste spese”.
Per i gruppi di minoranza la brutta figura fatta non può essere ignorata, ma può diventare uno stimolo per cambiare rotta e investire seriamente sulla cultura quale volano per lo sviluppo sociale ed economico. «A partire col dare a Latina un assessore alla cultura» affermano i consiglieri. «La nostra città ha un enorme potenziale: un patrimonio storico e culturale inestimabile, una posizione geografica strategica e una vivacità artistica e creativa che non aspetta altro che essere valorizzata. Dobbiamo uscire dalla dimensione provinciale in cui siamo relegati e guardare al futuro con ambizione e progettualità».
“È così che questa bocciatura può rappresentare un nuovo inizio. Un’occasione – concludono – per ripartire da zero con un progetto solido e condiviso che faccia di Latina una città davvero all’altezza delle sfide future che l’attendono”.