Camping Sole Azzurro: la Corte d’Appello di Perugia dichiara inammissibile l’istanza di revisione della confisca
È un’eterna battaglia a carte bollate quella del Camping Sole Azzurro, il campeggio di Foce Verde, a Latina, che, per in inciso, è il più antico del capoluogo di provincia. Fu addirittura, nel 1963, il sindaco Angelo Onorati (Democrazia Cristiana) a concedere la licenza che permetteva agli operatori di realizzare il campeggio e accogliere i villeggianti nella Latina del boom economico.
Un passo indietro per riassumere gli ultimi risvolti di una vicenda intricatissima. Dopo le carte bollate sul lato dei giudizi amministrativi che sembravano aver dato definitivamente ragione al Comune di Latina con l’ultima ordinanza del Consiglio di Stato del 26 marzo 2024, ad aprile dello stesso anno arriva una decisione inaspettata da parte della Corte d’Appello di Perugia la quale, a distanza di sette anni, rimette in discussione la confisca dell’area.
Leggi anche:
CAMPING SOLE AZZURRO: DOPO 7 ANNI SOSPESA LA CONFISCA DELL’AREA
Sul lato amministrativo, il Consiglio di Stato, di nuovo, aveva respinto l’istanza cautelare presentata presentato dal Camping Sole Azzurro. Lo sgombero dell’area a Foce Verde diventava di nuovo eseguibile da parte dell’ente di Piazza del Popolo, difeso dagli avvocati Anna Caterina Egeo e Alessandra Muccitelli. La coop appellante, assistita dall’avvocato Fabio Raponi, ha impugnato il provvedimento con cui il Comune, a seguito della sentenza della Corte d’appello di Roma che aveva disposto, nel 2017, la confisca dell’area che si era accertato essere stata abusivamente lottizzata, ordinando lo sgombero dei terreni e il pagamento di un’indennità risarcitoria per occupazione senza titolo. Ma quella dell’ordinanza di fine marzo è solo l’ultimo capitolo di una vicenda che, dal punto di vista dei ricorsi, è avviluppatissima (leggi articolo a seguire nel link in evidenza).
Leggi anche:
CAMPING SOLE AZZURRO: RESPINTO L’APPELLO DEI PRIVATI, SÌ ALLO SGOMBERO DA PALAZZO SPADA
A ribaltare nuovamente la situazione, con un Comune di Latina che in effetti non ha più proceduto allo sgombero in attesa di nuove pronunce, è stata, quindi, la Corte d’Appello di Perugia a cui i titolari della coop si sono rivolti, sempre tramite l’avvocato Raponi, per chiedere la revisione della confisca.
Le indagini della magistratura sul camping partirono addirittura nel 2007 e si concentrarono sulla lottizzazione abusiva contestata poi agli imputati. La Corte di Appello di Roma, nel 2017, riformò la decisione con la quale, a novembre 2010, il Tribunale di Latina aveva assolto gli imputati Sandro Scifoni, Mario Proietto, Sergio Aisa, Pasqualina Cavese e Rita Pisciotta, all’epoca dei fatti componenti del consiglio di amministrazione della coop “Sole Azzurro” dal reato di lottizzazione abusiva e deturpamento di bellezze naturali, dichiarando l’estinzione della contravvenzione per morte del reo e nei confronti degli altri imputati per intervenuta prescrizione.
La Corte d’Appello accolse il ricorso della Procura di Latina e ordinò la medesima confisca dell’area ritenuta abusivamente lottizzata per circa 13.138 metri quadrati. L’area, lottizzata dalla coop Sole Azzurro, era soggetta anche a vincolo ambientale; al contrario furono realizzate, senza le necessarie autorizzazioni ed in violazione della normativa statale e regionale e degli strumenti urbanistici.
Ad aprile La Corte d’Appello penale perugina ha ordinato la sospensione dell’esecuzione della confisca dell’area disposta dalla Corte d’Appello romana ben sette anni fa, fissando l’udienza di merito allo scorso 8 luglio. Secondo i giudici perugini l’istanza di revisione “appare ammissibile” e quindi va fissata l’udienza di discussione che vedrà battagliare gli imputati, tranne che Aisa il quale, nel frattempo, è deceduto. La sospensione della confisca bloccava anche l’eventuale sgombero dell’area da parte del Comune.
E ora? Lo scorso 5 settembre, la Corte d’Appello umbra si è pronunciata nel merito e ha stabilito che no, non è ammissibile l’istanza di revisione poiché il soggetto legittimato a chiedere la revoca della confisca è la cooperativa e non gli imputati che l’hanno proposta. L’ennesimo punto contestato, dal momento che, secondo la difesa, il codice di procedura prevede prevede che l’istanza di revisione può essere proposta soltanto dal condannato.
L’avvocato Raponi ha provveduto a depositare presso la Corte d’Appello di Roma l’incidente di esecuzione della cooperativa per chiedere la revoca della confisca sulla base di numerosi motivi, tra cui quello del precedente giudicato del 1983 disposto dal Pretore di Latina (una figura che non esiste più nei Tribunali, tanto per avere un’idea dell’annosità della vicenda giudiziaria).
La Corte d’Appello di Perugia non è entrata nel merito per stabilire se la confisca sia giusta o meno, senza contare che la difesa ha prodotto tutti i provvedimenti adottati dal Comune di Latina che intendeva mantenere i campeggi del Litorale e quindi era contrario alla confisca.
Sempre la difesa della cooperativa ha presentato richiesta a Roma per una udienza ravvicinata e, inoltre, un’istanza cautelare. Istanza quest’ultima che dovrebbe essere respinta, in modo così da stabilire a quando si entrerà finalmente nel merito di una confisca che è diventata ormai un rebus.