CAMORRA, CONFISCATO IL PATRIMONIO DI PASSARELLI: BENI ANCHE A GAETA

La Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Napoli ha disposto la confisca di un patrimonio mobiliare e immobiliare del valore di oltre 294 milioni di euro.

Il provvedimento trae origine da indagini condotte dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e Bologna, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, nei confronti di un imprenditore campano che ha posto in essere, per un lunghissimo arco temporale, operazioni di riciclaggio e di fittizia intestazione di beni (condotta, quest’ultima, accertata con sentenza di condanna definitiva).

Dalle indagini svolte, corroborate dalle concordi dichiarazioni di cinque collaboratori di giustizia, è emerso come il predetto imprenditore abbia agito in sinergia con esponenti di spicco di diversi clan camorristici (Mallardo, Di Lauro, Scissionisti, Puca, Aversano, Verde e Perfetto), in plurimi settori commerciali (primo fra tutti quello degli investimenti immobiliari) e in varie regioni d’Italia (Emilia Romagna, Campania, Lazio, Sardegna e Molise).

È stata accertata, inoltre, una sistematica attività di sottrazione all’imposizione tributaria di ingentissime somme di denaro, reinvestite in operazioni commerciali ed edilizie, e una palese sproporzione tra i redditi ufficiali del proposto e del suo nucleo familiare e i beni posseduti.

Il Tribunale di Napoli ha riconosciuto, in un passaggio della sentenza di confisca, la puntuale annotazione svolta del Nucleo di Bologna ha ribadito punto per punto e smontato le corpose tesi difensive presentate un ben 700 pagine. Così facendo, il Nucleo Pef di Bologna, agli ordini del Capitano Alessandro Cavaiuolo, ha superato le contro-deduzioni del consulente tecnico della difesa.

Su queste basi, il Tribunale di Napoli – Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione ha disposto la confisca di primo grado di 18 società, 9 autoveicoli, 21 rapporti finanziari e 631 immobili e terreni, ubicati nelle province di Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina, Sassari e Campobasso. In particolare, a Gaeta, sono stati sequestrati 10 appartamenti in Via dei Cappuccini tutti riconducibili al patrimonio di Passarelli.

Antonio Passarelli era già stato colpito nel 2019 da una maxi confisca della Guardia di Finanza di Bologna e Napoli. Originario di Melito (Napoli), l’imprenditore opera nel settore immobiliare, già condannato nell’ambito dell’operazione “Omphalos” (2017) per i reati di esercizio abusivo del credito ed intestazione fittizia di quote societarie e di beni, con l’aggravante del “metodo mafioso”

Con l’operazione “Omphalos” (luglio 2017), secondo la Direzione Investigativa Antimafia, si è avuta ulteriore conferma dell’interesse della camorra ad operare anche in aree lontane come l’Emilia Romagna. 
L’attività d’indagine dispose 17 arresti e svelò il riciclaggio realizzato attraverso ingenti investimenti immobiliari, con la partecipazione di diversi sodalizi campani, alcuni dei quali gravitanti anche nell’area pontina: i gruppi Mallardo, Puca, Aversano, Verde, Di Lauro, Amato-Pagano e il clan casertano dei Perfetto.

Il riciclaggio avveniva grazie alla complicità di funzionari di banca, sindaci, commercialisti. Il contestuale provvedimento di sequestro del 2017 – che nel 2019 ha generato la confisca – colpì un patrimonio, composto da immobili, società commerciali, veicoli, conti correnti, del valore di circa 700 milioni di euro, distribuito, per l’appunto, tra Campania, Emilia Romagna, Abruzzo, Lazio e Sardegna.

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