Bimbo di 4 anni morto nell’ascensore della metro a Roma: ridotta la condanna per l’uomo accusato di omicidio colposo
La Corte d’Appello di Roma ha ridotto la condanna dell’uomo, Flavio Mezzanotte, 39enne dipendente dell’Atac, che è accusato di omicidio colposo.
In primo grado, la Procura di Roma aveva chiesto una condanna a due anni e quattro mesi di reclusione per il tecnico Atac che, nel luglio 2015, aveva provato ad aiutare una mamma, Francesca Giudice, e il suo bimbo di Sermoneta, Marco Grandeforte, di quattro anni, rimasti chiusi nell’ascensore della stazione metro di Furio Camillo a Roma.
Mezzanotte doveva rispondere dell’accusa di omicidio colposo poiché, secondo la Procura, non avrebbe dovuto effettuare la manovra di salvataggio, spettante ai tecnici qualificati. A luglio 2021, l’uomo è stato condannato alla pena di 2 anni di reclusione da parte del giudice monocratico del Tribunale capitolino che ha riconosciuto ai famigliari la provvisionale di 440mila euro.
La Corte d’Appello ha ridotto la pena a 8 mesi di reclusione.
Il piccolo Marco morì dopo un volo di oltre venti metri nella tromba dell’ascensore della stazione metro di Furio Camillo a Roma. “Ho preso il primo ascensore, quello che sta per strada, per scendere giù al livello dei tornelli – raccontò la madre del piccolo – Avevo il bambino e il passeggino con me e non ho voluto prendere le scale mobili. Poi ho timbrato il biglietto e sono salita sul secondo, quello che sta dietro al gabbiotto all’ingresso della stazione, giù. Le porte si sono chiuse, l’ascensore si è mosso appena verso il basso. Poco, però”.
Bloccati nell’ascensore, mamma e figlio chiesero aiuto al personale Atac presente nel gabbiotto. È stato allora che Mezzanotte aprì il pannello laterale dell’ascensore. Un gesto che secondo l’accusa fu conseguente al volo di oltre 20 metri. Fatali i 40 centimetri di vuoto in cui cadde il bambino.