Un’autovettura comprata oltre nove anni fa mette nei guai Angelo Bardellino: ascoltato un Luogotenente dei Carabinieri
Davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Enrica Villani, si è svolta un’udienza di un processo finora rimasto oscuro a carico di Angelo Bardellino, il 52enne nato a San Cipriano d’Aversa e residente a Formia, figlio di Ernesto Bardellino (ex sindaco socialista di San Cipriano d’Aversa) e personaggio di spicco dell’omonima famiglia – che per l’Antimafia si può definite sodalizio -, il cui zio, Antonio Bardellino, è stato come noto il fondatore del clan dei Casalesi.
Il mondo Bardellino è stato scosso dalla maxi indagine coordinata da due procure distrettuali antimafia, quella di Roma e quella di Napoli, con il coinvolgimento nelle indagini di Polizia, Carabinieri, più reparti speciali (Ros e Dia). A fine luglio 2023 le perquisizioni a Formia e San Cipriano d’Aversa nei confronti di tutti i Bardellino e loro fiancheggiatori per una inchiesta tripartita: gli inquirenti indagano sul tentato omicidio di Gustavo Bardellino (cugino di Angelo Bardellino), sul nuovo patto di camorra e droga tra gli stessi Bardellino e i Casalesi e sulla misteriosa morte di Antonio Bardellino, di cui è stato ritrovato un covo a Formia, ufficialmente freddato nel 1988 in Brasile per mano di Mario Iovine, su mandato della fazione casalese Schiavone/Bidognetti/Zagaria, come pronunciato dalla sentenza Spartacus nel 2005.
Il processo odierno, invece, riguarda un fatto minimo, eppure spia di un mondo, quello bardelliniano, che non muta. Angelo Bardellino, difeso dall’avvocato Cardillo Cupo, oggi sostituito dall’avvocata Righi, è accusato di aver comprato una Toyota Aygo nel 2015, pur essendo, all’epoca, in regime di misura di prevenzione e obbligato, secondo il codice antimafia, a comunicare al nucleo Pef della Guardia di Finanza di Latina ogni acquisto al di sopra dei 10mila euro.
All’epoca dei fatti contestati, così come ricostruito da un luogotenente dei Carabinieri di Formia, oggi ascoltato in aula come testimone, Angelo Bardellino, peraltro, era praticamente nullatenente: non dichiarava redditi e patrimoni. Tuttavia, oltreché all’auto, i Carabinieri che lo monitoravano scoprirono anche un passaggio di natura immobiliare. Bardellino avrebbe venduto alla compagna un’unità immobiliare da 75mila euro. Una compravendita che non passò inosservata ai militari dell’Arma, ma che non costituisce oggetto di contestazione nel processo che si sta svolgendo e che è stato rinviato al prossimo ottobre 2024.
L’auto che ha messo nei guai Angelo Bardellino fu acquistata per un valore di 12mila e 30 euro. Un particolare se non altro curioso se si pensa che il cugino Gustavo Bardellino, l’uomo attinto dai colpi d’arma da fuoco il 15 ottobre 2022, è proprio nel ramo delle rivendite d’auto, lavorando come ormai notorio alla Buonerba di Gianola (Formia). Le rivendite d’auto, peraltro, rientrano anche negli accertamenti che gli inquirenti della maxi indagine stanno conducendo per fare luce sugli affari dei Bardellino.
In autunno, nella prossima udienza, saranno ascoltati come testimoni la compagna di Angelo Bardellino e il socio in affari, nel campo della musica, Rocco Palazzo. A margine, un piccolo intoppo: il pm onorario che sosteneva l’accusa non ha ancora depositato agli atti la misura di prevenzione che Angelo Bardellino avrebbe infranto quasi nove anni fa.