BANCAROTTA LATINA AMBIENTE, LA SINDACA SCARICA MIGNANO

Matilde Celentano

Latina Ambiente: l’udienza preliminare in Tribunale slitta a ottobre. Ma il caso delle dimissioni del consulente giuridico della Sindaca è ancora in piedi

Che l’udienza preliminare del procedimento penale per bancarotta fraudolenta a carico di 26 indagati saltasse oggi, 11 luglio, era più che prevedibile. Ieri, oggi e domani, infatti, gli avvocati penalisti si astengono per l’emergenza dei suicidi in carcere e, quindi, questo procedimento così come altri svariati processi vengono rinviati.

È accaduto, quindi, anche al procedimento penale che vede tra gli indagati l’avvocato Giacomo Mignano e a oltre una ventina di personaggi. Il reato più grave contestato è la bancarotta fraudolenta in seguito al fallimento di Latina Ambiente.

Nel frattempo, come noto, Mignano, consulente giuridico di peso nello staff della Sindaca di Latina, Matilde Celentano, quasi un secondo primo cittadino, si è dimesso perché ha capito che la giunta di centrodestra non avrebbe disposto nessuna delibera che superasse quella del Commissario Carmine Valente, il quale aveva deciso, a febbraio 2023, che il Comune di Latina sarebbe stato parte civile nel procedimento per bancarotta fraudolenta.

Un fatto insolito e che cela una vera e propria faida interna a Fratelli d’Italia. A molti del partito latinense di Giorgia Meloni, l’avvocato Mignano, vicino al senatore di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrini, non piace. E non piace perché è una personalità che non rinuncia a dire la sua, soprattutto nelle scelte del sindaco, la quale, tramite una dichiarazione rilasciata solo a “Latina Oggi”, ha detto che sta valutando le dimissioni di Mignano. Tradotto: Mignano è fuori, anche se l’ex democristiano non potrà mai far saltare il tavolo e per indole politica e per intelligenza umana. La prima cittadina ha aggiunto che il Comune sarà sicuramente parte civile nel procedimento.

Una vera e propria giravolta, visto che, a fine aprile, la Sindaca di Latina aveva detto il contrario. “Sulla questione Latina Ambiente, sulle implicazioni politiche che si sono volute imprimere al caso e sulle novità recentemente intervenute, ci siamo confrontati a lungo nel corso di un recente consiglio comunale, e non ho mai smesso di interrogarmi sull’opportunità o meno di sostenere la costituzione del Comune di Latina come parte civile nel processo che vede imputate 26 persone“. Così diceva Celentano che aggiungeva: “evidenzio che la Corte Suprema di Cassazione a Sezioni Unite, la n.31755 del 5 dicembre 2019, nel chiarire definitivamente i termini di vicende, quali quella di cui si discute ha chiarito che l’accertamento per il risarcimento del danno derivante da bancarotta fraudolenta per il fallimento della società partecipata è di competenza della Corte dei Conti.

Questa pronuncia, unitamente al fatto che il pubblico ministero nella richiesta di rinvio a giudizio non ha ipotizzato un danno per il Comune di Latina che, peraltro, non risulta tra le parti offese nel procedimento, rimanda a un’altra giurisdizione, ovvero quella contabile, il compito di stabilire se la gestione della società partecipata Latina Ambiente sia stata fonte di danni patrimoniali per il Comune di Latina o meno. A tal proposito l’Amministrazione, all’esito della definizione della intrapresa conciliazione delle rispettive partite con la Curatela, si riserva di trasmettere ai Giudici contabili tutti gli atti riguardanti sulle vicende della Latina Ambiente e sulle cause che hanno condotto al suo fallimento, per far verificare una volta per tutte, chi effettivamente ne sia responsabile. E per fare questo non ci sarà bisogno di attendere gli esiti del giudizio penale.

Ma non ho voluto fermarmi qui. Per fugare anche i dubbi residui, la Giunta ha chiesto  una consulenza professionale per verificare, anche alla luce delle recenti novità intervenute nel rapporto tra la Curatela del fallimento Latina Ambiente e il Comune di Latina, se ricorrano o meno gli estremi per sostenere una eventuale costituzione del Comune parte civile nel procedimento per la presunta bancarotta della partecipata fallita, ovvero se la tutela degli interessi dell’ente e dei cittadini debba molto più opportunamente avvenire in altra sede“.

Ecco, allora, che, conseguentemente alle dichiarazioni della Sindaca, l’amministrazione ha scelto il professore universitario Federico Pernazza il quale ha ribadito lo stesso concetto, condivisibile o meno: “il danno patrimoniale riportato dal Comune di Latina quale conseguenza diretta della “mala gestio” configurerebbe danno erariale ricadente nella giurisdizione della Corte dei Conti e in siffatta ipotesi resterebbe esclusa la possibilità del trasferimento innanzi al giudice penale di tale azione”.

Leggi anche:
BANCAROTTA LT AMBIENTE, IL PARERE DEL PROFESSORE ESCLUDE LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE DEL COMUNE

Uno, ma soprattutto Mignano, si sarebbe aspettato un comportamento conseguente: nessuna costituzione di parte civile e atti trasmessi alla Corte dei Conti. Invece dalle colonne di “Latina Oggi”, Celentano rimarca: “Chiarisco subito che nel processo sul fallimento della Latina Ambiente come Comune di Latina daremo seguito alla delibera del commissario Valente chiedendo la costituzione di parte civile in qualità di parte offesa dico anche che il parere legale chiesto per avere un quadro delle possibilità e delle conseguenze di eventuali azioni ha chiarito che la costituzione di parte civile per l’ente in questo procedimento era una possibilità, ma non un atto necessario”.

Parole completamente diverse da quelle di aprile che confermano la “ratio” della scelta che è solo di natura politica. Mignano è sacrificabile e, forse, è meglio costituirsi per non incorrere in problemi di altra natura. Di mezzo, si sono persi tre mesi per un parere di un professore universitario di otto pagine pagate oltre 7mila euro. Un parere che, invece di servire da pezza da appoggio per la mancata costituzione di parte civile, è praticamente carta straccia pagata a peso d’oro. Il centrodestra fa dietrofront. Che sia stata solo una faida interna a Fratelli d’Italia o c’è qualche altro timore? Lo scopriremo solo vivendo.

Per la cronaca l’udienza preliminare del procedimento su Latina Ambiente è stato rinviato al prossimo 3 ottobre, data peraltro già calendarizzata in precedente udienza..

L’INDAGINE – I coinvolti, nell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore della Procura di Latina Marco Giancristofaro (iniziata nel 2016), sono i vari amministratori delegati che si sono succeduti negli anni Giuseppe Caronna, Bruno Landi e Valerio Bertuccelli; i vari Presidenti della società Vincenzo BianchiGiovanni RossiGiacomo Mignano e Massimo Giungarelli; i vari consiglieri del Cda (alcuni dei quali ex dirigenti o funzionari del Comune di Latina) Gianmario Baruchello, Marco BrinatiClaudio Quattrini, Marcello VernolaAlfio GentiliMaurizio BarraBruno CalziaVincenzo BorrelliLucio NicastroStefano GoriRomeo Carpineti, Francesco MaltoniLorenzo Le Donne e Giancarlo Milesi; i componenti del collegio di sindaci revisori Gabriele GiordanoElvio BiondiRuggiero Maurizio MoccaldiBruno Pezzuolo e il socio e procuratore della società di revisione Mazars & Guerard, Fabio Carlini.

In uno dei capi d’accusa viene spiegato che 22 degli indagati avrebbero occultato “perdite nel corso della gestione 2007-2013, perdite stimate in non meno di 18 milioni e mezzo di euro circa, mediante l’imputazione di ricavi e proventi Tia extra rispetto ai montanti Pef dello stesso periodo, con conseguente erosione del capitale sociale“. La perdita di capitale nel corso degli anni è stata di 18,5 milioni di euro.

In un altro capo d’imputazione, quello che coinvolge più indagati, c’è l’accusa grave di bancarotta fraudolenta. Secondo la Procura, gli indagati non rendevano possibile “la ricostruzione del patrimonio” e il “movimento degli affari, i libri e le altre scritture contabili della società Latina Ambiente spa in liquidazione tra il settembre 2006 e l’approvazione del bilancio 2012, i sindaci e la società di revisione omettendo ogni controllo di legalità e contabile di rispettiva competenza, limitatamente al periodo tra il 2006 e l’approvazione del bilancio 2010, attesa la mancanza di un sistema di rilevazione contabile analitico, tale da consentire la segregazione contabile dei costi inerenti la gestione Tia, e quindi la puntuale verifica del rispetto della copertura di tali costi con la tariffa di riferimento“.

Infine, nell’ultimo capo d’imputazione, che interessa una quindicina di indagati, c’è l’accusa di aver distratto oltre 300mila euro, negli anni di bilancio tra il 2009 e il 2011, a favore dell’azienda che deteneva il 49% della Latina Ambiente, la Unendo di Francesco Colucci. La distrazione delle somme dalla Spa sarebbe avvenuta tramite emissione di dividendi a fronte di contabilità ed esercizi di bilancio che, tra gli anni 2008-2009-2010, non avrebbero permesso la distribuzione di alcunché: risulta, infatti, chi i tre bilanci, riferibili ai tre anni summenzionati, hanno chiuso in perdita. Circa 800mila euro per il 2008, 351mila per il 2009 e oltre tre milioni di euro per il 2010 (3,2, milioni di euro). Perdite che hanno eroso il patrimonio netto dell’azienda e il capitale sociale arrivando a un valore medio negativo di oltre 9 milioni, se si includono anche gli aggravamenti successivi riconducibili agli anni 2011, 2012 e 2013.

Già dal 2007, il management avrebbe dovuto intervenire per proteggere il patrimonio aziendale, comportando così, per gli anni a seguire, il deprezzamento del valore societario dell’azienda che gestiva l’igiene urbana nel capoluogo di provincia (e non solo, fino al 2015 anche a Formia). Mancati interventi che, secondo le ipotesi degli inquirenti, avrebbero determinato l’inchiesta penale.

Articolo precedente

LATINA: “ALLA COMMISSIONE TRASPARENZA IL PUNTO SUI PATTI DI COLLABORAZIONE”

Articolo successivo

CISTERNA-VALMONTONE, IL COMMISSARIO ASTRAL FIRMA DECRETO DI ESPROPRIO

Ultime da Politica