Aveva baciato e palpeggiato una donna a Latina, derubandola anche della borsa: è stato giudicato il 26enne senza fissa dimora
È arrivata la sentenza di primo grado per il giovane di 26 anni, senza fissa dimora, originario della Tunisia, che a maggio scorso era stato arrestato dalla Squadra Mobile di Latina con le accuse gravi di violenza sessuale e rapina. Vittima dell’uomo, una 30enne di Latina aggredita in Via dei Volsci.
Il Procuratore Capo di Latina, Giuseppe De Falco, presenta in aula a rappresentare l’accusa, ha chiesto per il 26enne tunisino la pena di 5 anni di reclusione. La difesa ha tentato di rintuzzare le accuse e al termina della camera di consiglio, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone, ha letto il dispositivo della sentenza. Il 26enne, difeso dall’avvocato Gullì, è stato condannato a 4 anni di reclusione.
Lo scorso maggio, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, davanti al Gip Giuseppe Molfese, l’uomo aveva spiegato al giudice che, quando era venuto a contatto con la donna, era alterato dall’alcol e che comunque aveva chiesto scusa per ciò che era accaduto.
La Polizia di Latina, nel pomeriggio del 25 maggio, lo aveva rintracciato e sottoposto a fermo d’indiziato di delitto per violenza sessuale e tentata rapina ai danni della 30enne. L’attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Latina aveva avuto origine nella notte del 12 maggio scorso, quando una Volante della Polizia era intervenuta in Via dei Volsci, dove era in corso una lite tra una donna ed un uomo.
Dalle prime informazioni apprese sul posto, era stato possibile appurare come il 26enne avesse avvicinato la ragazza sotto il portone di casa, tentando un approccio fisico. Alle resistenze di quest’ultima, il giovane si sarebbe impossessato della sua borsa per poi fuggire. Dopo averlo inseguito per un breve tratto, la ragazza era tornata verso l’ingresso di casa e lo aveva trovato nuovamente lì. In quel momento, sono arrivati i poliziotti delle Volanti, davanti ai quali il ragazzo aveva inscenato – spiegava una nota della Questura – un goffo tentativo di scuse.
La successiva visione delle immagini estrapolate da una telecamera posizionata nell’androne del palazzo dove risiede la trentenne aveva consentito alla Squadra Mobile di raccogliere gravi indizi di responsabilità a carico dell’indagato, permettendo di riscontrare le dichiarazioni della donna in merito ai palpeggiamenti e ai baci subiti, così come alla sottrazione della borsa.
L’inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore di Latina, Giuseppe Bontempo.