AVARIA ALL’IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO DI TORRE MOLA, LE ASSOCIAZIONI ATTACCANO ACQUALATINA

Malfunzionamento degli impianti gestiti da Acqualatina Spa, le associazioni del sud pontino intervengono dopo il rilevante sversamento in mare

“I recenti lavori effettati da Acqualatina sull’impianto di sollevamento fognario di Mola, costati svariate centinaia di migliaia di euro, non devono essere un granché serviti se non hanno impedito l’allagamento di alcune strade del quartiere e lo sversamento in mare di liquami non depurati. L’avaria è stata talmente grave che mezzi e uomini sono stati impegnati nella riparazione dalle ore 11,30 fino a notte inoltrata.

Quanto è accaduto ripropone, al pari delle inefficienze della rete idrica (perdite e torbidità), le criticità della rete fognaria cittadina. Nel caso che ci occupa desta stupore il fatto che i liquami si siano riversati sulle strade al posto di essere incanalati nella conduttura di troppo pieno. Appare poi paradossale che, a fronte di questa situazione disastrosa, la società Acqualatina incameri, ogni anno, gli utili di bilancio e lesini gl’interventi. A cosa sono serviti il recente aumento del 13,5% delle tariffe e l’accertamento dell’enorme massa di crediti per 156 milioni di euro?

È necessario attivare una grande mobilitazione popolare per rendere finalmente efficienti la distribuzione idrica e la depurazione dei reflui urbani. Troppo spesso vengono riversati in mare reflui non trattati e quelli depurati contengono altissime percentuali di azoto e fosforo. È arrivato il momento di restituire al territorio del golfo il maltolto. Parliamo dello stanziamento dei fondi per la dotazione del terzo stadio dei depuratori di Gaeta, Itri, Formia e Minturno per l’abbattimento del fosforo e dell’azoto. Quei fondi, distratti dall’ex Presidente Polverini e mai più restituiti, dovevano contribuire all’attuazione della delibera Regionale istitutiva dell’area sensibile del golfo di Gaeta. Infatti occorre ricordare che l’azoto e il fosforo sversati in mare provengono, in misura largamente preponderante proprio dai reflui urbani. Il resto, come accertato dallo studio del Prof. Ardizzone, proviene dalla zootecnia, dai concimi e dagli allevamenti.

In epoca di cambiamenti climatici, non possiamo più permetterci di maltrattare il mare che, per il surriscaldamento e l’apporto abnorme di nutrienti, sta letteralmente asfissiando. Occorre pretendere che il denaro pagato dagli utenti venga tradotto in azioni efficienti, non in utili di dubbio merito. Su questo ci sono tutti i presupposti per pretendere chiarezza dal Gestore.

Anche chi governa non può lavarsene le mani: lo sversamento è sì un fatto tecnico, ma la mancata prevenzione e l’inefficienza non sono forse dati politici per la tutela del territorio amministrato?”

Così, in una nota, l’Associazione Comunità Lazio Meridionale e Isole Pontine e l’Associazione Incontri e Confronti.

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