Autostrada a pedaggio Roma-Latina e Cisterna Valomontone: il gioco delle parti del centro-destra pontino e la risposta da coazione a ripetere del Ministro ai Trasporti Paola De Micheli
L’autostrada a pagamento Roma-Latina e la bretella che dovrebbe collegare Cisterna a Valmontone sono alcuni degli evergreen più battuti dai politici nostrani. Demolito il progetto da una sentenza tombale del Consiglio di Stato, non uguale ma affine nel giudizio a quello offerto dalla Corte dei Conti europea sul Tav piemontese, l’osso del consenso che dà l’autostrada è sempre succulento. Ecco perché, ieri, Calandrini, manco fosse su X-Factor, annunciava a mezzo social urbi et orbi (nel senso di gente che non vede ancora quanto sia una balla la storia dell’autostrada) la sua interrogazione al Senato che interpellava Paola De Micheli, la titolare giallorossa del Mit.
L’interrogazione di Calandrini ha ripercorso in sintesi la storia dell’autostrada a pedaggio, dimenticandosi di dire che di mezzo c’è stato un danno erariale da 20 milioni di euro, e spese in progettazioni e altre facezie per circa 100 mln. La risposta che, invece, Calandrini ha dato alla De Micheli, quando quella non ha potuto che argomentare con il nulla che c’è in ballo per un’opera morta e sepolta da sprechi, sentenze e propaganda, è da Pulitzer perché già scritta, quasi che il senatore di Latina Scalo avesse doti di chiaroveggenza. Calandrini sapeva la risposta che gli avrebbe dato il Ministro, così da portarsi avanti e leggere una replica già vergata sul foglietto che ha letto in Senato.
Una scena che racchiude, allegoricamente, il senso vero dell’autostrada a pedaggio: ossia l’inutilità non solo strutturale ma anche lessicale. Ormai è inefficiente e dannosa quest’opera, che solo i matti possono pensare essere realizzabile, a tal punto che fa male e dà noia anche parlarne.
Per la De Micheli il corridoio viario (così si chiama tecnicamente l’autostrada, compresa la bretella) “costituisce un’assoluta priorità per il Ministero infrastrutture e Trasporti“, “è stato istituito un tavolo di lavoro al Ministero tra Anas, Autostrade del Lazio e Regione” (sempre lo stesso), “alla riunione del Cipe del 25 giugno verrà trattato il tema, con la proroga della dichiarazione della pubblica utilità“. Inoltre “è stato presentato un emendamento alla Camera per il Decreto Rilancio atto alla realizzazione dell’opera“. E poi altra fuffa, con la chiosa finale: nessun commissario perché a breve sveltiranno le procedure con le nuove norme.
A dare smalto al giorno della marmotta dell’autostrada a pedaggio, ci aveva pensato in mattinata il senatore di Forza Italia Claudio Fazzone che, evidentemente in mancanza di ossigeno per via della pubblicità che si era fatto l’avversario politico Nicola Calandrini con tanto di locandina (vedi su), ha diffuso una nota in cui ha messo la sua tacca sull’autostrada a pedaggio e sulla Cisterna-Valmontone, aggiungendo per essere un po’ di più del collega senatore meloniano, pure altri evergreen da schiantarsi dal ridere, ma sempre buoni all’uso per qualche paginata sui giornali amici: l’Ospedale di Latina (wow!), l’Ospedale del Golfo, il ripascimento del litorale pontino, gli stabilimenti balneari. Punto, due punti, ma sì, fai vedere che abbondiamo, abondantis adbondandum, punto, punto e virgola, punto e un punto e virgola.
In realtà cosa che preme molto ai politici nostrani è il vincolo preordinato all’esproprio che scadrà ad ottobre 2020 e che sia Calandrini sia Fazzone si sono premurati di ricordare nei loro interventi. Perché se scade il vincolo preordinato, chi glielo dice ai lobbisti di mezzo Lazio e mezza Italia che l’autostrada ormai è ufficialmente uno slogan da proporre a cadenza alternata, un giorno il PD, l’altro Fratelli d’Italia, e poi Lega e Forza Italia, con uno sconfinamento nel Movimento 5 Stelle (l’unica rappresentante rimasta a Latina e provincia, Marinella Pacifico, mai intervenuta su temi locali, ha detto che è d’accordo con la sua realizzazione)?