Attentanti incendiari alle auto del Sindaco e Vice-Sindaco di Sermoneta: i tre indagati verranno processati col giudizio immediato
Arrestati lo scorso 26 settembre dai Carabinieri di Sermoneta e Aprilia, col coordinamento del Comando Provinciale di Latina, per il 56enne Giuseppe Gentile, ritenuto il mandante degli attentati, Emanuel Poli e Giovanni Bernardi, considerati gli esecutori, ci sarà il processo a breve, fissato il 10 febbraio davanti al giudice monocratico Maria Assunta Fosso. A disporlo il giudice del Tribunale di Latina Giorgia Castriota.
Le misure cautelari erano scattate per “danneggiamento a seguito di incendio” e “violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti”. L’inchiesta dell’Arma era stata coordinata dal sostituto procuratore della Procura di Latina Martina Taglione che vide accolta la richiesta di misure cautelari dal Gip Castriota.
L’unica ad essere stralciata è stata Angela Toti, compagna di Emanuel Poli, che era finita ai domiciliari ma la cui posizione è stata stralciata. La donna, secondo i militari, aveva accompagnata Poli in tutti e tre le occasioni in cui furono commessi gli attentati: il 7 e il 22 febbraio 2020 contro le auto riconducibili al vice sindaco di Sermoneta Maria Marcelli e il 9 maggio 2020, ai danni della vettura della prima cittadina sermonetana Giuseppina Giovannoli.
Secondo la ricostruzione dell’Arma, ad architettare tutto fu il Presidente, nonché fondatore, della Pro Loco di Sermoneta, Giuseppe Gentile.
Gentile, dopo aver sostenuto la candidatura alle scorse elezioni amministrative di Giovannoli, si sarebbe ritenuto insoddisfatto dell’indipendenza del sindaco culminata in alcuni atti amministrativi che lo avrebbero escluso o danneggiato: in particolare rispetto alla sua esclusione dalla Fiera di San Michele del 2019 nel centro storico e per un immobile nel centro storico che avrebbe voluto trasformare in un B&B. Dopo l’interruzione dei lavori all’immobile, Sindaco e Vice Sindaco ordinarono la rimozione delle impalcature. Un atto che Gentile avrebbe vissuto come un affronto scatenando in lui un senso di rivalsa verso coloro che avrebbe sostenuto contro tutto e tutti al momento delle elezioni amministrative. Da lì, i roghi alle auto commissionati a Bernardi e Poli.
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