ARPALO, IL CONTESTO RICOSTRUITO DAI TESTIMONI INCONSAPEVOLI

Pasquale Maietta
Pasquale Maietta

Arpalo: si è svolta l’udienza dedicata al processo per Maietta&Co. Diversi i testimoni esaminati da pm e collegio difensivo.

Avrebbe dovuto essere una udienza cruciale con una una sfilza di testimoni esaminati nell’udienza del processo svoltasi oggi, 24 giugno. Si parla del processo Arpalo, derivante dalla nota e imponente indagine di Procura, Squadra Mobile e Guardia di Finanza di Latina che aveva portato all’arresto, nella primavera del 2018, dell’ex deputato di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta. Un’udienza dedicata che ha passato in rassegna diversi testimoni, tra cui anche l’ex politico e sodale di Maietta, Davide Lemma, con diversi ruoli nel Latina Calcio sin dal 2000 fino al 2016, anno delle sue dimissioni. Alla fine di oggi, però, ciò che emerge è un contesto difficilmente trasparente, con testimoni che non ricordano praticamene niente e marginali rispetto alle accuse contestate. Alcuni testimoni chiamati a rendere dichiarazioni, per di più, non si sono presentati giustificando la loro assenza.

Come noto, ad essere giudicati nel processo, oltreché all’ex deputato di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta, la sua ex co-presidente del Latina Calcio all’epoca dei fatti, Paola Cavicchi, l’avvocato Fabrizio Colletti, l’imprenditore Fabio Allegretti, il commercialista Pietro Palombi e gli ex collaboratori dell’ex parlamentare, Giovanni FanciulliPaola Neroni e Roberto Noce. Il processo contesta agli imputati, a vario titolo, l’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio aggravato dalla transnazionalità, il trasferimento fraudolento di valori, la bancarotta fraudolenta, e vari reati tributari e societari. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Palombi, Marino, Oropallo, Diddi, Dinacci, Vasaturo, Fiorella, Zeppieri e Siciliano. Parti civili la US Latina Calcio e la curatela di due società fallite, la Tre Assi e la Emme.

Tanto per avere una idea della complessità della vicenda, l’esecuzione di arresti e sequestri avvenne nell’aprile del 2018. Tra i fatti contestati diversi passaggi di soldi tra società, alcune delle quali fallite, il fu Latina Calcio dell’era Maiettopoli (quello in cui, a farla da padrone in curva, c’era il clan Travali) e alcune triangolazioni di denaro in Svizzera. Dopo la cancellazione per prescrizione di alcuni reati a carico di alcuni imputati, tra cui Maietta e Colletti, e il dissequestro di alcuni beni decretati dal collegio del Tribunale di Latina, il processo “Arpalo” ha subito diversi rallentamenti.

Ad essere interrogato, dinanzi al secondo collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Nadile-Romano-Brenda, anche un giornalista che aveva avuto un incontro casuale presso il Tribunale di Latina con l’avvocato Paolo Censi, poi suicidatosi a dicembre 2015. Il testimone ha spiegato che sul giornale c’era una notizia di una inchiesta con alcuni indagati e Censi gli chiese il nome di questi indagati. Si trattava di una inchiesta con alcuni professionisti e imprenditori, era il 2015. Il giornalista era stato ascoltato a sommarie informazioni dalla Squadra Mobile e in quell’occasione aveva riferito del suddetto articolo che riguardava un aggravamento di una misura cautelare nei confronti di due finanzieri Ciro Pirone e Tarcisio Dell’Aversana, tuttora a processo presso il Tribunale di Latina per il reato di concussione e corruzione e coinvolti uno stralcio dell’inchiesta “Arpalo”.

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L’udienza è proseguita con l’esame di due testimoni, rispettivamente madre e figlio, che, così come hanno riferito, firmarono la costituzione della Cooperativa Tre Assi, per fare un favore al loro congiunto (ossia il marito della donna e padre del secondo testimone), di cui però non avevano contezza: non sapevano neanche di cosa si occupasse, hanno detto i due testimoni.
Si trattava della cooperativa Tre Assi, il cui rappresentante legale era Giovanni Fanciulli, successivamente dichiarata fallita dal Tribunale di Latina in data 30 marzo 2017 e oggi parte civile nel processo.

Le anomalie sociali, ovverosia l’assenza di una struttura e di un’organizzazione idonea, l’inosservanza degli obblighi fiscali, il mancato deposito dei bilanci (ad eccezione di quello del 2011), un elevato numero di dipendenti a fronte di un unico committente, l’inosservanza degli obblighi fiscali e le rilevanti esposizione debitorie verso l’INPS e l’Agenzia delle Entrate, – si leggeva nell’ordinanza – appaiono perfettamente allineate con quelle delle altre cooperative riconducibili agli Allegretti e a Maietta.

Davide Lemma, invece, è stato chiamato a relazione su una società, l’Aurora Servizi, da lui fondata per fare una cortesia a Roberto Noce: “Non chiesi spiegazioni. Lo aiutai perché mi aveva fatto un piacere in passato, ma non ricordo neanche che oggetto sociale avesse la sociale. Probabilmente, per Roberto mi sarei buttato anche da un palazzo”.

Ad essere ascoltato anche un commercialista che diede una consulenza gratuita a Gianluca Zampieri per la società SMC Trust. La società era una fiduciaria che amministrava la Arcobaleno Holding Spa e, secondo l’accusa, un veicolo per operazioni di sottrazione di denaro e riciclaggio di denaro all’estero, in particolare verso la Svizzera. Il professionista andò in Svizzera con Zampieri in una giornata sola. Interrogato dall’avvocato Palombi, il testimone ha dichiarato di non ricordare chi pagò le spese di trasferimento e chi mise a disposizione l’auto per andare all’estero.

Il penultimo testimone di giornata è un consulente finanziario della Ras Bank e consulente personale di Paola Cavicchi: “L’accompagnai a Lugano – ha detto il testimone – perché avevamo una filiale e c’era la volontà di aprire dei conti all’estero e quindi trasferire delle somme di denaro”. I fatti risalgono al 2006 ma, come ha detto il testimone, dal 2008 i rapporti con Cavicchi cessarono. “Insieme a noi, forse la prima volta, c’era Pasquale Maietta”. È il pubblico ministero Giuseppe Bontempo a ricordargli che c’era anche l’ex deputato: “C’era perché mi fu presentato come il commercialista della Cavicchi”.

Ma cosa facevano a Lugano? “Parlammo con il dipendente della filiale a Lugano. Parlarono loro, Maietta e Cavicchi. Ero un segnalatore, il mio ruolo era limitato ad accompagnare il cliente. Non parlarono davanti a me con il dipendente della filiale”. A sommarie informazioni, il testimone aveva riferito nel 2016 alla Squadra Mobile di Latina: “Dopo l’incontro, tornammo in Italia. Maietta e Cavicchi erano compiaciuti dell’incontro avuto. Aprirono dei conti in Svizzera, ma non so con quali e quanti soldi trasferirono all’estero”. Il consulente, nel 2007, tornò a Lugano con Paola Cavicchi. Un particolare che oggi, a distanza di 18 anni, il consulente non ricorda. “Con Pasquale Maietta aveva dei fondi comuni d’investimento con me. Si parla di prima del 2008 e comunque importi bassi, tipo tra i 50 e i 100mila euro”.

Esaminato dall’avvocato Zeppieri, che difende Cavicchi, il consulente spiega: “Andai in Svizzera proprio per capire quale potesse essere il mio ruolo. Nel 2008, quando iniziò la crisi dei mutui subprime, io e Cavicchi decidemmo di chiudere tutti i portafogli e cessò il nostro rapporto. Cavicchi non mi parlò mai dei conti all’estero, in Svizzera”.

È l’avvocato Palombi a far emergere qualche contraddizione nella testimonianza del consulente che, interrogato, aveva detto di non essersi mai recato in Svizzera per motivi di lavori: “Lei disse di essersi recato a Lugano solo per motivi di svago”.

L’ultimo testimone di giornata è un dipendente della Torre Baccari (condominio sede di diverse ditte), ubicata a Latina in Viale le Corbusier, che prese la corrispondenza di diverse società, tra cui quelle indicate da Giovanni Fanciulli, come la Tre Assi e Smart Cooperativa.

Mancano ancora una quarantina di testimoni. Per la prossima udienza (fissata per il 18 novembre), anch’essa dedicata (vale a dire prevista come unica nel ruolo del collegio), verranno citati venti testimoni, più l’ex dirigente della Squadra Mobile di Latina, Antonio Galante.

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