ARPALO 2, GIUDICE INCOMPATIBILE: È LA TERZA VOLTA CHE IL PROCESSO SALTA

Pasquale Maietta quando era Presidente del Latina Calcio
Pasquale Maietta quando era Presidente del Latina Calcio

Arpalo 2: slitta di nuovo il processo che vede al centro del procedimento il fallimento del Latina Calcio in epoca Maietta

Neanche il III collegio dei giudici Mario La Rosa (Presidente)-Elena Nadile-Simona Sergio va bene per celebrare il processo cosiddetto “Arpalo 2” che vede alla sbarra diversi protagonisti della vicenda del Latina Calcio ai tempi di Maiettopoli quando l’ex deputato di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta, stava per incorrere in tutti i guai giudiziari che gli sono piovuti addosso dal 2016 in poi. Il processo, come noto, è una costola rilevante del procedimento denominato “Arpalo”, il cui processo è in corso di svolgimento presso il Tribunale di Latina.

Dopo due incompatibilità di ben due collegi del Tribunale penale di Latina, il I e il II, arriva la terza poiché il Presidente del III collegio è Mario La Rosa che non può che astenersi in quanto è stato proprio lui, quando era in servizio all’ufficio Gip-Gup, a rinviare a giudizio i 37 imputati in sede di udienza preliminare.

In poche parole, il processo è stato assegnato al I collegio ma era incompatibile, così come il II collegio e così come il III collegio. Praticamente tutti e tre i collegi del Tribunale penale di Latina non possono svolgere un processo così importante. È per questa ragione che oggi il sunnominato III collegio ha dovuto rinviare al prossimo 10 ottobre quando verrà solo letto il provvedimento del Tribunale che dovrà assegnare il processo a un nuovo collegio. Con tutta probabilità tornerà indietro al II collegio, presieduto al momento dal giudice Francesca Coculo, in quanto una delle tre giudici incompatibili a ottobre scorso, Enrica Villani, è stata sostituita dalla collega Simona Sergio.

C’è però un’altra complicazione in quanto Sergio è componente sia del II collegio e del III e si dovrà trovare un incastro. È proprio il Presidente La Rosa, in aula, a dire che in questo momento l’organizzazione della sezione penale è piuttosto complessa. Staremo a vedere.

Capire cosa è successo fino a oggi per questo processo è esemplificativo della difficoltà con cui il Tribunale penale di Latina opera. Lo scorso 16 maggio, il collegio era presieduto dal giudice Francesco Coculo e composto dai colleghi Clara Trapuzzano e Giulia Paolini. A ottobre, la terna era Coculo-Villani-Trapuzzano. Proprio la presenza del giudice Enrica Villani aveva fatto sì che il processo slittasse oggi, 13 giugno 2024, in ragione del fatto che il magistrato, lo scorso 18 ottobre, aveva dichiarato la sua incompatibilità con uno studio legale presente nel collegio difensivo composto dagli avvocati Dinacci, Giudetti, Vasaturo, Palombi, Maestri, Ciotti, Fiorella, Petrucciano, Tognozzi, Zeppieri, Diddi, Censi, Marino, Frisetti, Magnarelli, Napoleone, Lucchetti, Farau, Calabrese, Massi, Amadei, Vitelli, Corella, Santamaria, Santangelo, Laurora, Mora, Cellini, Vita, Di Tommaso e Cannizzo.

Per tale ragione, il Tribunale di Latina aveva spostato il processo al III collegio di fronte al quale sarebbe dovuto iniziare il processo, con una incognita palese già all’epoca in quanto il presidente del III collegio, la giudice Laura Morselli, per quella data sarebbe stata già, come è, in servizio presso l’ufficio Gip-Gup del Tribunale pontino. Sostituita da La Rosa che, come detto, è incompatibile.

A dicembre 2022, invece, il Presidente del I collegio del Tribunale, il giudice Gian Luca Soana, che avrebbe dovuto giudicare gli imputati si era dichiarato incompatibile poiché, all’epoca del primo filone (Arpalo 1, per intendersi), aveva fatto parte del collegio del Riesame che ha discusso i ricorsi degli imputati contro le misure disposte dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina.

Un budello inenarrabile di burocrazia giudiziaria che rallenta considerevolmente uno dei processi più rilevanti incardinati a Piazza Buozzi. Sono 37 gli imputati del secondo filone dell’inchiesta Arpalo condotta della Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile di Latina, coordinati dai sostituti procuratori di Latina Claudio De Lazzaro (non più in servizio alla Procura di Latina) e Giuseppe Bontempo. Al centro del procedimento il Latina Calcio (anche nel primo filone ci sono episodi contestati in merito alla società calcistica), per ipotesi di associazione per delinquere finalizzata a bancarotta fraudolentariciclaggio corruzione. L’attuale dirigenza del Latina Calcio è completamente estranea all’indagine e al processo, mentre quel Latina Calcio è imputato nel processo odierno e la curatela fallimentare è parte civile insieme alle curatele della Tre Assi srl e Emme srl, assistite dall’avvocato Cardarello.

Alcune ipotesi di reato contestate ad alcuni indagati sono state già dichiarate estinte per intervenuta prescrizione e a giugno 2024 lo sono ancor di più. Al centro del secondo troncone d’indagine, i tre imprenditori che rilevarono la società calcistica prima che fallisse, in circostanze che apparirono inusuali: Benedetto Mancini e Angelo Ferullo, entrambi di Anzio, e Regina Daniela Wainstein originaria della Finlandia.

Alla sbarra, oltreché Pasquale Maietta, anche l’imprenditore di Sermoneta, ex candidato sindaco ed ex dirigente del Latina Calcio, Antonio Aprile. A processo la stessa imprenditrice ed ex Presidente del Latina Calcio Paola Cavicchi, i figli di lei, Fabrizio e Roberta Colletti, e professionisti, imprenditori, più l’ex braccio destro di Maietta e team manager del Latina Calcio, Pierluigi Sperduti (alla sbarra anche nel processo principale di Arpalo). E ancora: Augusto Bizzini, Max Spiess, Fabio e Ivano Allegretti, Giovanni Fanciulli, Pietro Palombi, Roberto Noce, Paola Neroni, il commercialista Salvatore Di Raimo (già condannato in primo grado, col rito abbreviato, a 4 anni per il processo Arpalo), Giovanni FanciulliSergio DariMassimiliano ManciniDario AntonucciGiampiero e Stefano ZampieriDavide ZinicolaMarco De CupiisSimone AllegrettiSossio Laricci e Christof Marek, oltreché ai tre finanzieri, all’epoca dei fatti in servizio presso il Comando provinciale di Latina, Riccardo Tomei, Claudio Arpaia e Ciro Pirone.

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