APRILIA, SASSI ROSSI: SÌ ALL’INDAGINE AMBIENTALE DA ARPA LAZIO

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Comune di Aprilia
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Il processo di bonifica del sito di Sassi Rossi ad Aprilia procede a piccoli passi: approvato il piano d’indagine ambientale, ora c’è il via libera dalla Conferenza dei Servizi

Il Dirigente del Servizio Ambiente del Comune di Aprilia Marco Paccosi ha firmato la determinazione del Comune di Aprilia con cui si dà atto della conclusione positiva della Conferenza dei Servizi, oltreché dell’approvazione del Piano delle indagini ambientali.

A dicembre, la Giunta municipale aveva dato mandato, con provvedimento votato il 15 dicembre, al Dirigente del del Settore Ambiente ed Ecologia di individuare le aree interessate da rifiuti interrati nonché il superamento delle concentrazioni soglie di contaminazione a carico delle matrici ambientali presso la nota area della discarica/cava di Sassi Rossi (Casalazzara).

La località, come noto, è uno dei siti più inquinati di Aprilia, insieme a Via Savuto (la Cogna)via Scrivia (Sant’Apollonia) e Prati del Sole. 

La Conferenza dei servizi, indetta lo scorso 9 febbraio, si è conclusa con le note delle Provincia di Latina e Arpa Lazio, i due enti che hanno rilasciato pareri in merito a Sassi Rossi (non pervenuta la Regione Lazio, seppur invitata). In realtà il parere è uno, ossia quello di Arpa, poiché la Provincia si è affidata al responso tecnico dell’Agenzia regionale.

Arpa Lazio, la cui nota tecnica è stata protocollata al Comune lo scorso 2 marzo, ha specificato che “le indagini ambientali dovranno consentire di definire in modo esaustivo, nelle diverse matrici ambientali, l’estensione ed i volumi inquinati” sul sito di Sassi Rossi, così da “pervenire alla perimetrazione definitiva delle matrici ambientali contaminate, consentendo la formulazione definitiva del Modello Concettuale“.

L’esito conclusivo della Conferenza dei Servizi ha consentito alla stessa di dare l’ok all documento del “Piano delle Indagini Ambientali” già approvato dalla Giunta Terra lo scorso dicembre.

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Da oggi, il Comune di Aprilia, che dovrà provvedere a suo carico (ovvero con i soldi stanziati dalla Regione Lazio per la bonifica dei siti: in tutto 600mila euro) alle successive azioni per verificare il grado di inquinamento (i proprietari del terreno hanno dichiarato di non poter fra fronte), potrà eseguire tutte le attività di indagini ambientali e verificare “la presenza nel sito di rifiuti interrati, il superamento delle concentrazioni soglie di contaminazioni di legge (CSC) a carico delle matrici ambientali, la perimetrazione delle matrici contaminate“.

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