APRILIA, SASSI ROSSI: AVVIATO ITER PER IL SITO INQUINATO. MA PER IL COMUNE NON C’È ANCORA CONTAMINAZIONE

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Comune di Aprilia
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Sassi Rossi: il Comune di Aprilia si muove per utilizzare parte dei soldi regionali per la caratterizzazione e messa in sicurezza del sito inquinato

La Giunta municipale ha dato mandato, con provvedimento votato ieri 15 dicembre, al Dirigente del del Settore Ambiente ed Ecologia di individuare le aree interessate da rifiuti interrati nonché il superamento delle concentrazioni soglie di contaminazione a carico delle matrici ambientali presso la nota area della discarica/cava di Sassi Rossi (Casalazzara).

La località è da tempo nel mirino come uno dei siti più inquinati di Aprilia, insieme a Via Savuto (la Cogna)via Scrivia (Sant’Apollonia) e Prati del Sole. Per Sassi Rossi, esemplificativa la testimonianza dell’ex Assessore all’Ecologia Mario Catozzi che nel febbraio 1989 – racconta – assistette a uno spettacolo definito da lui stesso “cinematografico”: “Siamo arrivati qui con le maschere, abbiamo assistito ad una scena di quelle che si vedono nei film – commentò l’ex Assessore in merito al sequestro e al dissotterramento di decine di fusti – I fusti erano disposti su più strati a terra, alcuni erano esplosi, percolavano e rilasciavano fumate come quelle di un vulcano prima di eruttare“.

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Ora, la Giunta comunale cerca di recuperare il tempo perduto, riprendendo il finanziamento regionale ascrivile alla determina del 19 dicembre 2018, disposta dalla Regione Lazio, che ri-finanziò e impegnò la somma di 600mila euro a favore del Comune di Aprilia, proprio per consentire l’avvio degli interventi di messa in sicurezza d’emergenza e caratterizzazione per i quattro siti da Terra dei Fuochi.

Successivamente, per il sito di Sassi Rossi, il Comune di Aprilia, il 27 febbraio 2019, inviò una nota alla Regione con cui trasmise il documento “Piano delle Indagini Ambientali” e il relativo quadro economico, poi inviato all’Arpa Lazio per le valutazioni di merito.

Il 20 novembre scorso, indetta dal Settore Ambiente del Comune di Aprilia, ha avuto luogo la Conferenza dei Servizi tra le parti interessate. E nell’istruttoria è stato reso evidente che la proprietà del sito Sassi Rossi non è “nelle condizioni di intervenire in questa fase del procedimento con le attività di indagine ambientale prendendo atto dell’intervento sostitutivo da parte dell’Amministrazione comunale”.

Sarà quindi l’ente comunale a provvedere e, quindi, a fare il computo dei danni ambientali, nonostante la storia di Sassi Rossi, come quella degli altri tre siti, affonda le sue radici a decadi fa. Già nel 1995, una delibera dell’allora Giunta Comunale conferì all’ingegner Gian Mario Baruchello i lavori per censire le principali aree inquinate presenti nel territorio del Comune di Aprilia: furono stimati su un sito di 20 ettari (a 30 metri dalla falda acquifera) quale è quello di Sassi Rossi, interramenti per 5000 mc di rifiuti solidi urbani, 5000 mc di rifiuti tossici e nocivi, 30000mc di inerti e 200 tonnellate di rifiuti ingombranti.

E la stessa Regione Lazio, che inserì nel 2002 Sassi Rossi nel Piano di Gestione dei Rifiuti, autorizzò nell’ottobre dello stesso anno l’anticipazione della spesa pari a quasi 62mila euro per gli interventi di bonifica e messa in sicurezza dei rifiuti rinvenuti nei siti, ricadenti nel Comune di Aprilia, tra i quali, per l’appunto, la suddetta “Sassi Rossi”.

E a seguire altri provvedimenti, come quello del 2005, da parte del Comune di Aprilia, che approvava il piano di caratterizzazione dell’area in questione. O quello del 26 giugno 2008 con il quale la Regione Lazio impegnava la somma complessiva di oltre 652mila euro per gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza e caratterizzazione dei siti apriliani inquinati.

Fatto sta che, dopo l’ultimo finanziamento da 600mila euro, disposto dalla Regione Lazio nel 2018, il Comune di Aprilia avrebbe dovuto presentare i progetti definitivi degli interventi entro il termine del 28 febbraio 2019. Ci è riuscito per Sassi Rossi – non per Via Savuto ad esempio: da qui la diatriba estenuante con la società privata di Altissimi, Paguro – appena il giorno prima della scadenza: 27 aprile 2019.

Chiare le parole dell’ingegner Gabriele Rezzini, in qualità di Istruttore Direttivo Tecnico del Settore Ambiente del Comune, nell’ambito della Conferenza dei Servizi che si è tenuta il 20 novembre scorso, alla presenza di Comune di Aprilia, Provincia di Latina e i proprietari del sito Alberto e Michele Telesca (assenti Regione, Arpa e Asl) che hanno tenuto a precisare di aver acquistato il terreno nel 2005, ossia dopo le attività di interramento dei rifiuti. Secondo Rezzini, il piano delle indagini sul sito che stabilirà la quantità precisa di rifiuti interrate costituisce una fase indispensabile per comprendere quale sia l’entità dell’intervento futuro.

Ad ora, sempre a quanto dichiarato dal tecnico comunale, non si rivelano atti dell’Ente comunale che accertino per Sassi Rossi il superamento delle concentrazioni soglie di contaminazione.

Da oggi, si spera che la burocrazia e i cosiddetti atti propedeutici arrivino laddove diverse testimonianze ed evidenze hanno individuato il sito di Casalazzara come uno dei quattro inferni (ma ce ne sono di più) di Aprilia.

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