APRILIA IN PRIMA LINEA E DUGIN. TRA BATTERI CHE UCCIDONO, EBREI PESTATI E CHE GUEVARA DI ESTREMA DESTRA

Doveva essere la presentazione del libro “Il soggetto radicale” del filosofo russo Alexsandr Dugin e in parte lo è stata, ma ha rappresentato sopratutto il lancio di un manifesto da parte di un soggetto politico che si pone come obbiettivo la distruzione del liberalismo.

Il mondo cambia e si evolve e una nuova era emerge, e quello che una volta fu il fascismo diventa qualcosa di diverso, o almeno questo è ciò che i relatori hanno voluto comunicare a chi ha partecipato all’evento organizzato da “Aprilia in Prima Linea” a Campo di Carne lo scorso sabato 16 novembre.

DUGIN E IL NEO EUROASIATISMO

A introdurre l’incontro, è proprio quell’Emanuele Campilongo, portavoce di Aprilia in Prima Linea, a cui Latina Tu ha dedicato una parte di un recente articolo.

Emanuele Campilongo

Non vi preoccupate, contrariamente alla vulgata di Report non ci sono i servizi che vi osservano“, ha esordito Campilongo. Il riferimento è alle inchieste del noto programma di inchiesta in onda su RaiTre che, di recente, ha trasmesso una puntata sui rapporti tra Matteo Salvini e l’oligarca di dio Konstantin Malofeev nella quale venivano citati i due ospiti dell’appuntamento andato in scena a Campo di Carne: Rainaldo Graziani e Maurizio Murelli.

Dobbiamo renderci conto che il nostro nemico è la società liberale e il pensiero unico dominante, dobbiamo creare un soggetto che sia pronto ad affrontare quello che ci attende“.

Questo pensiero è collegato appieno con il neo-eurasiatismo ripreso da Dugin, cioè la necessità della Russia di porsi come interlocutore verso i paesi europei, con il patto di ferro, ormai assodato per gli adepti del pensatore russo, che vi sia una distruzione della società liberale e il distacco degli stati a netta influenza USA.

Aleskandr Dugin

Nulla di nuovo quindi, il progetto di Dugin non è nient’altro che la formazione di un enorme blocco euroasiatico e illiberale che si ponga come rivale degli USA, mettendo al centro la Russia.

Insomma sovranisti sì, ma con la bandiera dei russi!

GRAZIANI E LE POLVERI DEL 5G CHE NON SONO POLVERI

L’intervento di Graziani è stato un insieme di notizie delle quali non è stato trovato riscontro, inni all’azione e al pensiero che la teorizza – “la cultura è la teoria dell’azione” -, il resto, citando Graziani, “sono pippe mentali“.

Un attacco in piena regola ai “professoroni” che tanto ci annoiano con le loro analisi di una realtà estremamente complessa: quella della post-modernità.

Rainaldo Graziani

Non pago di un inizio scoppiettante, Graziani ha voluto regalare alcune perle che hanno sorpreso tutti compreso chi vi scrive: “tra poco inalerete delle polveri che non sono quelle inquinanti, ma quelle del 5G che serviranno a trasmettere i dati del giorno esatto della vostra morte“.

Questa frase è imprecisa. Secondo la nota rivista USA Futurism, i ricercatori dei servizi sanitari della Pennsylvania, Geisinger, hanno addestrato un’intelligenza artificiale che preveda quali pazienti siano maggiormente a rischio di morte entro il prossimo anno.

Nessuna polverina magica che esce dalle antenne 5G (che peraltro sono state create per il segnale internet e telefonico), bensì un’intelligenza artificiale in grado, seguendo i modelli di 400.000 pazienti, di fare una previsione accurata dei degenti ad alto rischio di decesso.

Non solo, anche Google sta sperimentando un’Intelligenza Artificiale di questo tipo, utilizzando cartelle cliniche elettroniche per prevedere la durata della degenza e il tempo di dimissione del paziente, nonché l’ora della morte.

Quartier generale Google a Mountain View

Va fatta anche un’utile precisazione: i ricercatori americani ancora non hanno compreso a pieno le potenzialità di questi sofisticati software, pertanto l’applicazione e l’utilizzo di questi modelli sono lontani dall’essere implementati.

CHE GUEVARA DI ESTREMA DESTRA E LA RISOLUZIONE DELLA VERGOGNA

Murelli definisce Graziani un immaginifico, cioè un creatore di immagini. Chi vi scrive è totalmente d’accordo con Murelli, il problema è che alcune delle immagini create da Graziani sono imprecise o mancanti di alcuni “piccoli dettagli” che cambiano totalmente il senso della storia.

Se su Che Guevara di estrema destra non vi è alcun bisogno di smentita, poiche i fatti e la storia stessa confutano l’affermazione del fondatore di Meridiano Zero, sulla risoluzione ONU 3379, citata nel corso dell’incontro da Graziani come un punto d’orgoglio, vanno fatte delle precisazioni per rendere giustizia alla verità.

Il 10 novembre del 1975, infatti, venne votata all’ONU una risoluzione che equiparava il sionismo al razzismo.

Il sionismo, in realtà, non è nient’altro che un movimento politico-religioso, sviluppatosi alla fine del diciannovesimo secolo in seguito all’inasprirsi dell’antisemitismo in Europa, inteso a ricostituire in Palestina uno stato che offrisse agli Ebrei dispersi nel mondo una patria comune.

Dopo il voto favorevole, l’allora ambasciatore israeliano Haim Herzog prese parola e stracciò pubblicamente i documenti relativi alla risoluzione.

L’ambasciatore israeliano Herzog mentre si accinge a strappare la Risoluzione Onu che equiparava il sionismo al razzismo

La risoluzione che Luigi Troiani, professore universitario di Relazioni Internazionali e Storia e Politiche UE all’Angelicum di Roma, definisce “della vergognaè stata abrogata nel 1991 con i due terzi dei voti dell’assemblea ONU. 

Luigi Troiani

Insomma, Graziani cita la parte della storia che più gli fa comodo per far passare le sue idee: niente di nuovo per una forza che vuole proporsi come nuovo soggetto che dovrà affrontare ciò che succederà nel futuro.

IL PESTAGGIO (?) DEL DEPORTATO CHE NON RISULTA 

Uno dei momenti sicuramente più sgraziati del convegno su “Il Soggetto radicale” è stato quando Graziani ha ricordato un episodio in cui un ebreo, deportato nei lager nazisti, avrebbe sputato a Rainaldo durante un volantinaggio politico a Roma, organizzato proprio per esibire un volantino che esaltava la risoluzione ONU succitata.

L’autore dello sputo, secondo Graziani che lo rimembrava con un certo orgoglio, sarebbe stato pestato da “ignoti”. Come responsabili del pestaggio, sarebbe stati accusati ingiustamente i militanti di Meridiano Zero

Durante il racconto di Graziani tra il divertito e l’orgoglioso, Marina Berardi, militante di destra, anche candidata con Casapound Rieti, ha ironizzato a modo suo sulla rottura delle gambe dell’ebreo: “A Roma ci sono le buche!“. 

La foto di deportati ebrei all’interno dei famigerati lager nazisti, tanto per ricordare cosa ha vissuto il signore ebreo che potrebbe aver subito il fantomatico pestaggio riportato da Graziani e su cui dal pubblico si ironizzava sorridendo. La banalità del male davanti agli occhi di chi scrive

Di questo episodio non è stato ritrovato alcun riscontro, quindi potrebbe rientrare a pieno titolo nella mitologia neofascista romana oppure potrebbe altresì essere la rappresentazione plastica del ruolo da immaginifico assunto dal buon Graziani.

I BATTERI CHE UCCIDONO SOLO I RUSSI

Secondo Graziani, sarebbe stato creato un batterio che uccide soltanto i cittadini russi caucasici dell’est Europa e Putin sarebbe intervenuto al Consiglio di Sicurezza Onu per lamentarsene.

A dire il vero, le armi batteriologiche sono vietate da una convenzione Onu del 29 aprile 1997 e, secondo l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC), il 98% della popolazione mondiale vive sotto la protezione della Convenzione e il 96% delle scorte dichiarate dagli Stati possessori sono state distrutte.

L’OPAC ha inoltre rilevato che ben il 96,80% delle scorte di armi chimiche dichiarate al mondo è stato distrutto, a fronte di un totale delle scorte dichiarate di agenti chimici di ben 72.304 tonnellate.

INTERVIENE MURELLI E ALCUNI CAMERATI VANNO VIA

Dopo le perle dell’immaginifico Graziani, è stata la volta di Maurizio Murelli, editore/tipografo che ha sovvenzionato la traduzione e la pubblicazione in Italia delle opere di Dugin.

Maurizio Murelli

L’intervento di Murelli è durato circa un’ora e mezza, sciorinando una serie di scritti di Julius Evola e Dugin, con l’intento di preparare il pubblico alla lettura de “Il Soggetto Radicale“.

Alcuni camerati, però, considerato il lento passo di Murelli, che leggeva lo Zarathustra di Friedrich Nietzsche promettendo a più riprese che presto “capirete cosa voglio dire”, hanno abbandonato la sala a dir la verità esausti. Ad ogni modo un dispiacere: almeno Murelli diceva cose vere e riscontrabili, seppur affaticato dall’influenza, scritte da qualcuno che non immaginava potesse essere letto anche in una serata di autunno inoltrato a Campo di Carne! 
Alla fine il dubbio finale di Murelli, la chicca promessa da lui stesso: “E se il Soggetto Radicale fosse Lucifero?

NIENTE DI NUOVO DA EST

Ci si aspettava la presentazione di un libro ma in parte è diventata una serata di propaganda politica condita da una serie di Fake News totalmente distaccate dalla realtà.

Da chi si presenta come nuovo, si deve pretendere qualcosa di nuovo, invece, in questo caso, abbiamo visto vecchie odiologie del passato tornare nel presente con il trucco rifatto. Nice try, Aprilia in Prima Linea.

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