Comune adotta Piani Particolareggiati Esecutivi dei primi due sistemi di Campoleone e Campo di Carne ad Aprilia
Nella seduta di questa mattina, il Consiglio Comunale di Aprilia ha ufficialmente adottato i primi due Piani Particolareggiati frutto della Variante speciale di Recupero dei nuclei spontanei. Si tratta dei PPE di Campo di Carne e di Campoleone, i primi due sistemi (degli 11 totali) che entrano così nella fase conclusiva del lungo iter di risanamento urbanistico delle periferie.
I due PPE di Campo di Carne e Campoleone
I PPE adottati con delibera di Consiglio Comunale questa mattina riguardano circa 218 ettari di territorio, per la gran parte nell’area di Campo di Carne (200ha contro i 18ha di Campoleone).
Per il sistema di Campoleone, che comprende un solo nucleo, il Piano Particolareggiato prevede il reperimento di 1,5ha da destinare a servizi e un aumento degli abitanti insediabili di 300 unità, che farebbero raggiungere all’area 1.600 residenti (dai 1.300 circa di oggi).
Una portata più ampia è invece quella che caratterizza il Piano Particolareggiato di Campo di Carne, il cui sistema è composto da 6 nuclei: Genio Civile 1, Campo di Carne, Pantanelle 1, Pantanelle 2, Casello 45 e Selciatella.
Qui, il PPE prevede circa 16ha da destinare a servizi. A saturazione delle previsioni espresse dal Piano, le cubature esprimeranno in totale circa 10mila abitanti potenziali. La programmazione e la progettazione di nuove opere pubbliche e di servizi primari dovrà tener conto di questa previsione.
Tra le norme tecniche di attuazione, definite dai due PPE approvati questa mattina per assicurare la compatibilità ambientale degli interventi, vi è l’introduzione dei criteri minimi ambientali (CAM) dei materiali impiegati per le costruzioni, l’introduzione di un indice di permeabilità maggiore di quello stabilito dalla normativa di settore, l’obbligo di piantumare un albero per ogni abitante equivalente utilizzando specie arboree autoctone (1 albero ogni 80mc di costruzione).
Con l’adozione di oggi si apre la fase di pubblicazione (30 giorni) e poi quella dedicata alle osservazioni (altri 30 giorni). Tali osservazioni – circoscritte a quelle “migliorative e di ordine generale” o ad opposizioni “puntuali e dirette alla tutela di interessi specifici” – potranno esser presentate da parte di cittadini, associazioni e comitati interessati. Elaborate le controdeduzioni, i due PEE saranno inviati alla Regione Lazio che avrà a disposizione 90 giorni per l’approvazione definitiva. La ratifica del Consiglio Comunale concluderà quindi l’intero processo.
La soddisfazione dell’Amministrazione comunale
“Oggi entra nella fase conclusiva un iter durato oltre 20 anni, un tempo oggettivamente troppo prolungato persino per l’approvazione di una variante generale al PRG – commenta l’Assessore all’Urbanistica Omar Ruberti – è un primo risultato per il quale non nascondo la soddisfazione. Avviene peraltro ad un anno esatto dall’inizio del mio mandato, mesi di confronto serrato con la Regione Lazio, che hanno dato i loro frutti.
Portare a termine questo lavoro – continua l’Assessore – è stata da subito una priorità di questa consiliatura e del mio mandato: abbiamo puntato su una chiusura dei primi due PPE senza stravolgere quanto condotto negli anni passati, ma sforzandoci di assicurare tutte le forze necessarie ad arrivare in fondo al percorso stabilito. Vorrei sottolineare in questo due aspetti per me importanti: innanzitutto, chiudere questo capitolo significa iniziare a dare servizi minimi alle periferie, non concedere nuova cubatura: la cubatura già c’è e lo testimoniano anche tutte le pratiche edilizie portate avanti in questi anni proprio in quelle zone. Sono i servizi che mancano e quella è la nostra priorità. In secondo luogo, credo occorra precisare per onestà nei confronti del mandato che i cittadini ci hanno dato, che la variante non è e non sarà la panacea a tutti i bisogni. Per problemi specifici occorrono strumenti specifici, oltre a quelli già avviati come la Variante di Salvaguardia al PRG e la Rigenerazione Urbana.
Ora, arrivati a conclusione del risanamento urbanistico di questi primi due sistemi, occorre procedere con determinazione e con la massima velocità consentita, nell’esame e nell’approvazione degli altri nove”.
Il fenomeno dell’abusivismo ad Aprilia
Il territorio apriliano ha conosciuto in modo consistente il fenomeno dell’edificazione spontanea. Gli uffici del Comune hanno riscontrato ben 17.409 domande di condono edilizio dal 1985 (anno della prima grande sanatoria) ad oggi. L’edificazione abusiva ha interessato tutto il territorio comunale, dal centro urbano (anche se in maniera minore) fino alle zone più periferiche, anche in contesti con criticità ambientali, idrauliche e geomorfologiche.
Ad oggi i titoli abilitativi in sanatoria rilasciati dal Comune (che si riferiscono agli immobili, spesso gravati da più domande di condono) sono circa 7.500. Ad esse si aggiungono i permessi a costruire rilasciati nelle zone che la nuova Variante per i nuclei spontanei individuava per l’edificazione diretta, che ad oggi sono circa 200.
La Variante ha stimato che il totale della cubatura già edificata (abusivamente) nei 46 nuclei individuati ammonta a circa 4,7milioni m3 (salgono a 7mln se si considerano i 55 nuclei inizialmente individuati), mentre la superficie interessata dalla stessa Variante è di 1.044ha.
L’iter della Variante speciale di Recupero
Il riconoscimento (e la conseguente dotazione di servizi) degli agglomerati urbani nati in modo abusivo nel corso dei primi 60 anni di storia della Città è un processo che amministrativamente ha preso il via nella seconda metà dagli anni ’90. Con la delibera del 05 febbraio 1999, la Giunta affidò l’incarico professionale ai tecnici incaricati della progettazione. L’iter si dimostrò subito complesso, quando – già dopo l’adozione nel 2005 – gli uffici del Comune si trovarono a dover fare i conti con un’incredibile mole di osservazioni (più di 1000) e con le modifiche richieste dalla Regione Lazio, attraverso il Comitato regionale per il Territorio. La nuova variante vide così la luce solo dieci anni dopo l’atto di avvio, con l’adozione del testo definitivo da parte del Consiglio Comunale nel 2011 e l’approvazione regionale con DGR 622/2012.
La Variante del 2012 individuava aree per circa 70ha da dedicare a servizi, a fronte di un totale di 265ha destinati a edilizia privata, con un possibile aumento di abitanti insediabili di 16.650.
La variante riconosceva ben 46 nuclei spontanei, raggruppati in 11 sistemi, per ognuno dei quali si apriva la fase dei piani attuativi. Uno step bloccato però sul nascere – nel 2016 – quando il Comune presenta istanza per l’assoggettabilità a VAS per 4 degli 11 sistemi: la DGR del 2012 infatti conteneva un’errata valutazione dell’indice di edificabilità che avrebbe posto i nuovi PPE in conflitto con il Piano Regolatore Generale del 1973. Solo una delicata mediazione con la Regione Lazio – condotta nella consapevolezza che l’errore tecnico non fosse imputabile al Comune – ha consentito di superare lo stop, con un accordo che tiene conto delle esigenze di natura urbanistica: nell’adottare gli 11 PPE, per 3 sistemi (Carano, Sacida e Casalazzara) si procede in conformità al PRG mentre per gli altri 8 in variante, ma comunque senza la necessità di un parere da parte del Comitato Tecnico Regionale.