APRILIA: BOCCIATO IL PROGETTO DI TERMOVALORIZZATORE IN VIA DEL CAMPO

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Il progetto illustrato da Crea Plant nella presentazione ufficiale del termovalorizzatore di Aprilia

Termovalorizzatore ad Aprilia: la Regione Lazio boccia la proposta presentata lo scorso maggio dalla società Crea Plant

A giugno scorso, la Commissione congiunta “Urbanistica-Ambiente” del Comune di Aprilia aveva detto no al progetto della società Crea Plant, riferibile al patron di Rida Ambiente srl Fabio Altissimi. I consiglieri comunali facenti parte delle due commissioni avevano espresso la loro contrarierà al progetto presentato alla Regione Lazio dalla società il 24 maggio scorso.

In quella data, infatti, era stata presentata dalla società Crea Plant (Gruppo Altissimi) la Paur per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica e teleriscaldamento con impiego di rifiuti combustibili. Il Progetto ammonta a un valore di circa 410 milioni di euro.

Il progetto della Crea Plant prevede l’utilizzo dei rifiuti derivanti dallo scarto del trattamento dei rifiuti da raccolta differenziata e gli scarti provenienti da altri impianti di trattamento rifiuti.

L’impianto avrebbe lavorato, nelle intenzioni del progetto, 437mila tonnellate l’anno e il calore sviluppato da 220 megawatt sarebbe servito ad alimentare una rete di teleriscaldamento per le abitazioni di Aprilia. La società di gestione dell’impianto aveva dichiarato di essere pronta a emettere azioni da 50 euro destinate ai cittadini di Aprilia che avrebbero avuto in cambio gli eventuali dividendi.

Il condizionale è d’obbligo soprattutto alla luce dell’ultimo provvedimento, datato 29 novembre 2022, con cui la Regione Lazio – nello specifico la competente Area Valutazione Impatto Ambientale insieme all’Area Autorizzazione Integrata Ambientale – ha espresso il rigetto dell’istanza relativa al progetto “Impianto di Produzione di Energia Elettrica con Impiego di Rifiuti Combustibili”, nel Comune di Aprilia in Via del Campo, proposto da Crea Plant. Decisive le risultanze della istruttoria tecnico-amministrativa.

La valutazione d’impatto ambientale si è chiusa quindi con una bocciatura, al netto di un possibile ricorso al Tar.

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