APPALTO AMBULANZE: CONSIGLIO DI STATO DÀ RAGIONE ALLA CROCE BIANCA

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Appalto ambulanze in provincia di Latina: il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar che aveva annullato gli atti di gara che aggiudicava il servizio alla Croce Bianca. Soccombe, in questo, la Heart Life Croce Amica riconducibile ai fratelli Antonio e Francesco Calderone recentemente posti agli arresti domiciliari per un’inchiesta della Guardia di Finanza su irregolarità in una gara d’appalto a Pavia

Secondo i giudici di Palazzo Spada la Heart Life Croce Amica avrebbe dovuto essere esclusa dalla gara d’appalto per le ambulanze pontine “alla luce delle risultanze di causa e della rigorosa normativa concernente le dichiarazioni e documentazioni false prodotte in gara.

Una sentenza piuttosto lapidaria sulla società che a dicembre si era vista invece dare ragione dal Tar in quando l’affidamento della gara a Croce Bianca, nella forma della procedura aperta su piattaforma telematica in unico lotto, che doveva essere aggiudicato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, fu dichiarato “illegittimo”, in quanto – come spiegava in una nota la stessa Heart Life Croce Amica – le giustificazioni operate in sede di valutazione dell’anomalia dell’offerta economica (6.483.054,60 su base triennale con utile d’impresa 264.064,00 euro) ritenute corrette nella relazione tecnica di “calcolo di congruità”, redatta dal consulente esterno dell’ASL di Latina, sono state respinte dai giudici del Tar di Latina.

Il Tar spiegava che la Croce Bianca, in relazione ai costi del personale medico ed alla formazione del personale, avesse dapprima presentato un’offerta e, successivamente, in sede di valutazione dei giustificativi dell’anomalia, l’avesse modificata.

Ora, il Consiglio di Stato porta in essere l’elemento di una documentazione persino falsa che la Heart Life Croce Amica avrebbe presentato in sede di gara. Una prospettazione avanzata dalla Croce Bianca che aveva denunciato il caso di due medici della Croce Amica che avevano frequentato corsi di sicurezza. Un fatto che la stessa Croce Bianca riteneva essere stato documentato con atti falsi poiché “nei giorni indicati di asserita partecipazione ai corsi di formazione della durata di 16 ore – spiega il Consiglio di Stato – stavano svolgendo, invece, il turno di servizio in favore della stessa appellante Croce Bianca”. Un episodio, peraltro, segnalato all’Anticorruzione (Anac) dalla Asl di Latina.

Per tali ragioni, il Consiglio di Stato accoglie l’appello della Croce Bianca e “dichiara legittimi gli atti impugnati col ricorso introduttivo di primo grado”.

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