ALLA GRANDE MANIFESTAZIONE CONTRO LE OPERE INUTILI, PRESENTI I GRUPPI DEL COMITATO. NESSUN INTERESSE DA STAMPA E POLITICA

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  • Marcia per il Clima e contro le Grandi Opere Inutili
  • Marcia per il Clima e contro le Grandi Opere Inutili

Non sarà mai che un cittadino italiano per far sentire la sua voce sul clima e sull’inquinamento delle grandi opere inutili debba travestirsi da ragazzina svedese?

Parrà strano per chi legge ma sabato, a Roma, ha avuto luogo una grande manifestazione per il Clima e contro le Grandi Opere Inutili. Strano perché la maggioranza delle testate giornalistiche nazionali – tranne Il Fatto – e la totalità delle testate locali hanno completamente ignorato, o trattato in maniera molto marginale, l’evento romano. La manifestazione ha visto riunirsi, e sfilare in un corteo che è partito da Piazza della Repubblica ed è arrivato a San Giovanni, numerosi gruppi (vedi la gallery con le immagini), ben 160 tra sigle e associazioni, che lottano da anni per la tutela del clima e contro le Grandi Opere Inutili progettate per il nostro Paese, e sovente a danno del medesimo.

Da Latina e provincia, hanno partecipato alcuni gruppi di attivisti, tra cui quelli dei nodi territoriali facenti parte del Comitato No Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera da sempre in campo a favore dell’adeguamento in sicurezza della SS Pontina e contrario al project financing disposto da Autostrade del Lazio per la costruzione dell’autostrada a pedaggio: un progetto inutile e dannoso lastricato di criticità economico-finanziarie per cui il Consiglio di Stato e Bankitalia hanno annullato la gara d’appalto vinta dal Consorzio italo-spagnolo Privato SiS (Sacyr e Dogliani) e gravi conseguenze ambientali come la devastazione del Parco regionale di Decima Malafede e il Sito d’Importanza Comunitaria “Sughereta di Castel di Decima”, inserito nella rete Natura 2000 e protetto ai sensi della direttiva comunitaria 92/43/CEE. Per rimanere a Latina e provincia, non si fanno mancare, a causa del progetto summenzionato, le criticità dovute all’eventuale viabilità di adduzione alla Barriera di Latina (Borgo Piave), con un tracciato che prevede di entrare in modo pervasivo nel territorio di Latina per circa 20,7 Km, suddivisi in tangenziale di Latina (Borgo Piave- Borgo San Michele) a pedaggio e con annessi altri espropri di terreni e case per 12,4 chilometri e nella provinciale Borgo Piave-Foce Verde per 8,3 km. Alla battaglia del Comitato, si è unito da tempo anche il Comitato No Bretella Cisterna-Valmontone, un’opera apparentemente utile ma inserita nel project financing di cui sopra e legata alla costruzione finale dell’autostrada a pedaggio, oltre al fatto che, anche in questo caso, a devastazione di aree protette non si scherza: basti vedere il tracciato del progetto che intaccherà il Monumento Naturale Lago di Giulianello.

Insomma, non c’è che dire, in tempi di Greta Thunberg, la ragazzina più strumentalizzata in questo ultimo scorcio degli anni Dieci, la manifestazione di sabato avrebbe dovuto meritare almeno un trafiletto, in ragione del fatto che solo una settimana prima, venerdì 15 marzo, con squilli mediatici e totale condivisione di tutto l’arco costituzionale, società civile, corpi intermedi, religiosi eccetera abbiamo avuto la condivisione completa delle lotte per preservare il clima con la manifestazione mondiale di Global Strike for Future, tenutasi anche a Latina di fronte al Comune di Latina dalle ore 18. Che poi un intero consiglio comunale, a Latina, abbia votato a favore dell’autostrada a pedaggio che incentiva l’automobile (a pagamento) e l’inquinamento pare sia un particolare che non ha demoralizzato i rappresentanti della maggioranza, né destato qualche imbarazzo, con il capogruppo latinense di Latina Bene Comune, Dario Bellini, a dettare i tempi in Piazza del Popolo e a spiegare quanto sia importante la difesa dell’ambiente.

In Italia, e Latina e provincia non fanno difetto, il mondo politico ragiona diversamente: siamo con Greta Thunberg e i giovani perché acchiappano. Al contempo una pressoché indifferenza totale nei confronti dei cittadini che pongono sul piatto un problema come quello dell’autostrada a pedaggio che, invece di privilegiare l’intermodalità o il potenziamento del trasporto su ferro, incentiva l’utilizzo della viabilità su gomma (non proprio un edificante spot per il clima), con buona pace della ragazzina svedese e delle migliaia di giovani presenti all’evento di Roma.

Oggi, su Il Fatto Quotidiano, in un articolo a firma di Marco Franchi, c’è una disamina di quanto spazio ha ottenuto la manifestazione di sabato sulla carta stampata: “a leggere i giornali di domenica una cosa è lampante: della marcia che ha attraversato le strade di Roma, affollate da decine di comitati e gruppi di lotta territoriale – massiccia la presenza delle associazioni, degli studenti, dei movimenti No tav, i No Triv, i No Tap e dei cittadini di Taranto che chiedono la chiusura dell’Ilva – i maggiori quotidiani italiani non ne hanno dato riscontro“.

Riporta Franchi, su il Fatto, che la manifestazione romana “non trova spazio per un articolo, un boxino o nemmeno una breve notizia fotografica nelle oltre 60 pagine del Corriere della Sera. Insomma, una non-notizia quella che ha visto per la prima volta in Italia un unico fronte per dire basta a un modello di sviluppo vincolato al fossile e allo sfruttamento dei territori. Dello stesso parere anche Il Giornale, Libero e Il Sole 24 Ore. Su Il Messaggero, il quotidiano storico della Capitale, del corteo si trova traccia a pagina 42, nelle pagine della cronaca di Roma. Ma già dal titolo “Esquilino blindato per i No Tav” si può capire che la notizia non è la lotta per l’ambiente e contro le grandi opere inutili, ma il centro della città paralizzato subito dopo la partenza del presidente cinese Xi Jinping. Repubblica dedica alla marcia il basso di pagina 7“.

Traslando sul locale della provincia pontina, l’analisi per noi è più semplice: nessuno tra cartaceo e online ha riportato qualcosa della manifestazione. D’altra parte il sistematico obnubilamento, da un po’ di tempo a questa parte (non che in passato fossero mai stati spesi fiumi d inchiostro), della posizione del Comitato No Corridoio Roma-Latina è cosa nota. Infatti, è difficile ritrovare negli ultimi mesi tracce dell’attività civico-politica del Comitato medesimo se si eccettuano alcune sparutissime presenze. Ad esempio, non trovò spazio sui quotidiani locali la conferenza stampa tenuta il 31 ottobre a Il Gabbiano a Latina dal Comitato dopo l’incontro al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti in cui alcuni esponenti incontrarono il capo segreteria e la segretaria particolare del Ministro (video sotto). Uno può credere che questa almeno sia una notizia, a prescindere da come la si pensi sull’opera. Un comitato civico invitato al Ministero per discutere dell’opera più costosa della Regione (e non solo) come l’autostrada a pedaggio pare proprio esserlo. Eppure, le pagine locali sono piene, a ondate portentose, solo delle posizioni di prezzemoloni della politica locale (che a turno alternano promesse di autostrade, aeroporti, ospedali, porti ecc.), comunicati di partiti, sindacati con la Cisl in testa, l’Associazione dei costruttori locale (che la pensa diversamente dall’organismo regionale che invece è contraria all’autostrada e ha proposto come il Comitato l’adeguamento in sicurezza) e Unindustria a tenere le redini del dibattito a senso unico.
Ad ogni modo, per comprendere la solidità della muraglia cinese alzata contro chi la pensa diversamente, c’è il fatto che della notizia in merito all’incontro ministeriale del 31 ottobre di apparizioni sulla stampa locale se ne sarebbero viste zero se non fosse stato per Il Messaggero che, con un articolo a firma di Andrea Apruzzese, riportò la notizia nell’edizione del 1 novembre.

Solo un esempio tra tanti quello summenzionato, ma piuttosto esplicativo del clima che si respira.
Il problema dell’informazione, infatti, è preminente perché perverte completamente il dibattito pubblico su alcuni grandi temi come quelli portati in piazza sabato scorso: dalle istanze sull’Ilva di Taranto alle mamme che si battono contro le Pfas, quelle sostanze perfluoro alchiliche che hanno inquinato il Veneto e che addirittura entrano nel genoma modificando il patrimonio genetico del feto; dai No Tav ai numerosi attivisti attenti alle criticità ambientali. E così via, fino ad arrivare alla pontina autostrada a pagamento.

Ma a Latina, provincia e in tutto il Paese, l’importante è non parlarne come se quei 100mila di sabato fossero fantasmi, un po’ grulli, da ignorare e rinchiudere nel recinto della damnatio memoriae.
E intanto dal Comune di Cisterna annunciano l’incontro che i sindaci di Cisterna, Latina, Aprilia, Artena, Lariano, Valmontone e Labico hanno chiesto all’amministrazione regionale per rilanciare il progetto dell’Autostrada Roma-Latina e della Bretella Cisterna-Valmontone. Sarà stata invitata anche Greta Thunberg?

 

 

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