Al Karama: la comunità rom ha deciso di mettere in atto uno sciopero della fame. La decisone presa dopo l’ennesimo slittamento del servizio di scuolabus per i bambini
“Una azione non violenta. Lo sciopero della fame in difesa dei diritti dei bambini, delle donne e degli uomini di Al Karama che vivono da 6 mesi in un capannone. I bambini non vanno a scuola, il disagio è insostenibile”. Così esordiscono, in un video pubblicato su Facebook, i due attivisti Paolo Bortoletto e Monica Di Poce Tedeschi (vedi video in fondo all’articolo) che si stanno occupando della situazione dei rom dislocati ormai da più di sei mesi in un capannone all’ex Rossi Sud, dopo l’incendio che ha distrutto il campo di Via Monfalcone lo scorso 2 luglio.
I componenti della comunità rom stanno attendendo che la situazione al vecchio campo si sblocchi. Il Commissario prefettizio, come noto, ha stanziato oltre un milione di euro per comprare nuovi moduli abitativi e riqualificare il medesimo campo che necessita quantomeno di una bonifica.
Lo slittamento all’ultimo del servizio di scuolabus per cui la Croce Rossa aveva annunciato di poter garantire il servizio da oggi, 9 gennaio, ha fatto sì che i rom protestassero iniziando lo sciopero della fame. Il pullmino per i bambini che dovrebbero frequentare la scuola di Borgo Sabotino e Borgo Bainsizza non è passato oggi e i minori sono impossibilitati dall’andare a scuola, al netto del fatto che anche negli anni passati, quando si trovavano al campo di Via Monfalcone la frequenza è stata altalenante se non, in molti casi, pari a zero. E nonostante un servizio affidato a un’associazione da parte del Comune di Latina che avrebbe dovuto mettere a disposizione un mezzo per portare i bambini a scuola: l’anno scorso, sicuramente ciò non avveniva, tanto è che molti bambini non solo non sono andati a scuola, ma vi sono stati anche problemi di iscrizione per l’anno venturo (ossia questo anno scolastico 2022-23).
Ad ogni modo, al momento, i bambini che devono andare a scuola sono 15 e di certo, senza pullmino, sono costretti a rinunciare. Il servizio della Cri pare sia saltato per lentezze burocratiche del Comune di Latina che dovrebbe sbloccare l’uso dello scuolabus. L’incarico, così come annunciato il 7 gennaio dalla stessa Croce Rossa, durerebbe fino al 28 febbraio, per dare modo all’Amministrazione comunale di compiere una gara per l’affidamento del servizio. Il punto è che, a ottobre scorso, già vi è stato un affidamento per trasportare i bambini rom a scuola a favore della ditta setina Baratta srl e che, il mese dopo, a novembre, il Comune ha affidato il servizio di trasporto complessivo per tutti gli sfollati nel padiglione dell’Ex Rossi Sud alla ditta Cilia srl, attuale gestore del contratto di TPL urbano nella città di Latina come socia di maggioranza a mandataria del raggruppamento Csc.
Lo scuolabus della Baratta srl è saltato per via della rinuncia del privato, mentre del servizio complessivo affidato dal Servizio Trasporti alla Cilia srl, per un importo da 40.788 euro inclusa Iva, non ve ne è al momento traccia.
Stamani, dovrebbe svolgersi una riunione di raccordo al Comune per sbloccare lo scuolabus della Croce Rossa (il servizio dovrebbe iniziare mercoledì 11 gennaio), ma, come visto, rimangono alcuni punti interrogativi su servizi che avrebbero dovuto già essere a regime e che, invece, a malapena sono iniziati (Baratta srl) o non lo sono affatto.
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“Vi siamo accanto come voi lo siete con noi in questa scelta di azione non violenta – scrive Di Poce Tedeschi sulla sua pagine Facebook rivolgendosi a uno degli uomini della comunità di Al Karama – Una opportunità per combattere una modalità discriminatoria che stiamo subendo tutti. L’aver privato i bambini del diritto all’istruzione mina i principi costituzionali di un paese democratico”.