AGGREDITO AL COLOSSEO DAI BALDASCINI: LA VITTIMA È IL GIOVANE CHE PARLÒ DEL CRIMINE PONTINO

polizia

Inseguito e aggredito dai Baldascini: si tratta di Roberto Toselli, l’uomo che aveva raccontato il sistema dei fratelli Travali e di Cha Cha

Sono stati individuati dalla Polizia come i due aggressori, Paolo e Matteo Baldascini, rispettivamente 40 e 20 anni, padre e figlio, noti alle cronache giudiziarie pontine. L’accusa sarebbe quella di aver inseguito e aggredito Roberto Toselli, prima pentito, poi non più collaboratore di giustizia, che è stato testimone nel processo “Don’t Touch”, quello che ha reso possibile la condanna, poi resa definitiva dalla Cassazione, del gruppo criminale capeggiato da Costantino “Cha Cha” Di Silvio e dai fratelli Angelo e Salvatore Travali.

Quattro anni fa, Toselli fu testimone anche nel processo “Alba Pontina”: alla sbarra, poi condannati, i componenti del clan Di Silvio retto da Armando Di Silvio detto “Lallà”. Al momento di quella testimonianza, avvenuta nel 2019, Toselli era visibilmente infiacchito dai due anni di carcere che stava scontando, ma netto nell’ammettere i fatti, protetto dallo scudo degli agenti della Penitenziaria che gli ostruivano la vista sopratutto dai componenti dei Di Silvio presenti in Aula, ciò che aveva dichiarato già a verbale nel 2016: dal pestaggio con tanto di pistola puntata alla tempia subito dai Travali, a un nome relativamente nuovo e non coinvolto in Alba Pontina, Salvatore “Piccolo” Di Silvio; dalle zone di spaccio a Latina divise per bande – Villaggio Trieste, Q4, Q5, Viale Nervi, i Travali; Campo Boario, i Di Silvio (se qualcuno voleva spacciare lì, doveva chiedere il permesso a Lallà, e Toselli fece l’esempio di Maurizio Santucci), fino alla conferma di un ambiente con protagonisti i soliti che ormai tutta la città conosce: da Cha Cha a Francesco Viola, da Agostino Riccardo a Renato Pugliese e i Travali ecc.

Il 32enne, uscito dal carcere da diverso tempo, pare non abbia abbandonato la cosiddetta cattiva strada. Nel corso dei suoi travagliati in carcere, inoltre, avrebbe già subito ritorsioni nel carcere di Viterbo e continue minacce per quello che aveva detto dei Travali e del crimine pontino.

Ad ogni modo, sabato pomeriggio, 26 agosto, i due Baldascini lo avrebbero aggredito mentre era insieme a una ragazza dalle parti del Colosseo, in via Bruxelles. Costretti alla fuga dai Baldascini, alla fine questi ultimi sono stati raggiunti dalle forze dell’ordine che li hanno identificati. Una aggressione che ha tutti i contorni di un regolamento di conti all’interno degli ambienti criminali pontini, anche perché è poco credibile la tesi di una rapina: difficile pensarlo, considerati i protagonisti, anche se nulla può essere escluso.

CHI SONO GLI AGGRESSORI – Matteo Baldascini, giovane “testa calda”, negli ultimi due anni è stato più volte coinvolto in episodi di violenza, per cui anche recentemente ha subito un’altra condanna per una rapina messa a segno a Latina Fiori, dopo quella per aver aggredito una ragazza al Lido di Latina.

Sorvegliato speciale, Matteo Baldascini è nipote dell’omonimo nonno e figlio di Paolo Baldascini che ha scontato la pena per l’omicidio preterintenzionale di Giorgio Soldi pestato a morte nel 2008 in Piazza della Libertà. Un nome quello dei Baldascini che lo stesso giovane, nelle sue scorribande violente, spende per incutere timore.

A luglio 2020, invece, al padre di Matteo, Paolo Baldascini, furono revocati i benefici dell’affidamento in prova. Il provvedimento era scaturito da quanto stabilito dal Tribunale di Sorveglianza di Roma, che aveva per l’appunto revocato la misura alternativa alla detenzione, stabilendo per il condannato l’espiazione in regime di detenzione della pena residua di 1 anno, 3 mesi e 29 giorni. Qualche mese prima, infatti, Baldascini era stato sorpreso dai Carabinieri di Latina a scambiarsi cocaina con un suo famigliare, al che era scattata la segnalazione all’autorità amministrativa che gli ha causato il carcere. In quei mesi, era stato assunto in una pizzeria proprio per l’affidamento in prova.

L’uomo, noto agli investigatori per i suoi trascorsi giudiziari, nel corso degli anni si è reso responsabile di diversi reati inerenti gli stupefacenti. Inoltre, come accennato, nel 2008 venne arrestato per omicidio preterintenzionale durante una lite dovuta ad un debito di droga. Nel 2008, infatti, Baldascini massacrò di botte Giorgio Soldi per un debito di droga: condannato in appello a sette anni di carcere con una pena ridotta di un terzo rispetto a quella di primo grado; in seguito la Corte di Cassazione confermò. L’allora 27enne Paolo Baldascini, già pregiudicato all’epoca, è appartenente ad una famiglia da sempre considerata vicina al clan dei Casalesi, ossia alla consorteria retta da Ettore Mendico detto “Bertoldo” (impiantata a Castelforte e SS. Cosma e Damiano), condannato nel processo Anni ’90 (quello iniziato dalla denuncia, poi ritrattata in Aula, di Antonio Ciarelli). Anche Matteo (il padre di Paolo) e Mario Baldascini furono condannati insieme al boss Mendico, considerati la vera guardiania dei Casalesi a “Latina città” dalla metà degli anni Novanta.

Secondo le nuove norme della Legge Cartabia, senza una denuncia della parte offesa il presunto reato contestato ai Baldascini, dopo l’aggressione al Colosseo, non potrà essere perseguito d’ufficio da forze dell’ordine e inquirenti.

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