Lite in famiglia sfocia in una aggressione: è stata emessa la sentenza nei confronti di un uomo di 67 anni accusato di aver aggredito il nipote
Secondo la ricostruzione dei Carabinieri della Tenenza di Fondi, il 67enne di Fondi, Lucio Nallo, aveva aggredito, a dicembre 2022, il nipote di 29 anni, Gianmarco Nallo, con un machete. Accusato di tentato omicidio e porto abusivo di armi, Nallo, difeso dall’avvocato Giulio Mastrobattista e Fabrizio Di Sarra, si sarebbe scagliato contro il nipote, provando persino a decapitarlo.
Il 31 dicembre 2022, Nallo, dipendente del Comune di Fondi, fu destinatario del fermo di polizia giudiziaria da parte dei Carabinieri con l’accusa di tentato omicidio e porto abusivo di armi. Il fatto è avvenuto a Capratica, una delle zone più conosciute a Fondi.
Prima di arrivare ad un’aggressione dai contorni che, secondo la ricostruzione della Procura, sono dai contorni truculenti, zio e nipote avevano preso a discutere. Un’escalation culminata con la aggressione tramite il machete, considerato che il giovane – che ha avuto la peggio – è stato soccorso dai sanitari del 118 e presentava ferite a un avambraccio derivanti proprio da fendenti. “Ferita lacecocontusiva avambraccio sinistro, ferite lacerocontusive del cuoio capelluto, ferita coscia destra, lussazione alla spalla”, così recitava il bollettino medico dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina, dove fu trasferito il 29enne, tanto che la prognosi fu di 30 giorni dopo un delicato intervento chirurgico.
I motivi alla base della lite e della violenta aggressione furono individuati dai Carabinieri in vecchi rancori familiari. Il 67enne avrebbe aggredito il nipote nel pomeriggio del 30 dicembre, all’interno dell’abitazione della madre e quindi della nonna del giovane.
I militari della Tenenza, dopo aver ricostruito i fatti e sentito i testimoni, procedettero al fermo, eseguendo, su disposizione del pubblico ministero, la custodia cautelare in carcere, firmata dal giudice per le indagini preliminari.
Al momento della lite, dopo che Nallo era riverso in una pozza di sangue, a intervenire un amico dell’aggredito che, per evitare di essere colpito, sarebbe riuscito a bloccare il 67enne che impugnava il machete da più di 36 centimetri di lama.
Oggi, 16 aprile, davanti al II collegio del Tribunale di Latina, il pubblico ministero Andrea D’Angeli ha chiesto per il 67enne Nallo la pena di 9 anni di reclusione. Al che l’avvocato difensore, dopo l’arringa, ha invece chiesto l’assoluzione dell’uomo, sottolineandone l’incensuratezza.
Alla fine di una lunga camera di consiglio, il Tribunale ha derubricato il reato a lesioni aggravate, comminando a Lucio Nallo una condanna di 1 anno e 6 mesi di reclusione, con pena sospesa.