AFFIDAMENTI E APPALTI SPEZZETATI: LA PROGETTO AMBIENTE DI APRILIA BACCHETTATA DALL’ANTI-CORRUZIONE

/

Progetto Ambiente: l’autorità nazionale anticorruzione bacchetta la società di Aprilia che gestisce la raccolta rifiuti in città

L’oggetto della delibera dell’Anac parla chiaro: “Affidamenti diretti del servizio di noleggio veicoli per la raccolta domiciliare nel Comune i Aprilia ad opera della Progetto Ambiente Spa“.

La società, come noto, è già finita recentemente all’attenzione di una indagine della Guardia di Finanza su una serie di affidamenti diretti dal 2014 al 2020. Un’indagine che ha portato al rinvio a giudizio dell’ex amministratore unico.

A maggio 2021, la Mts srl, una società che rimanda al nome della stessa che vorrebbe realizzare un impianto di produzione e raffinazione di css-combustibile a partire da rifiuti di scarto ad Aprilia, invia un esposto all’Anac segnalando i ripetuti affidamenti diretti disposti dalla Progetto Ambiente spa, società in house del Comune di Aprilia, aventi ad oggetto il servizio di noleggio di mezzi.

Sulla scorta dell’esposto, l’Anac avvia il procedimento di vigilanza chiedendo alla società apriliana, Progetto Ambiente, di relazionare sugli affidamenti. Quest’ultima ha reso noti gli affidamenti sin dal 2016 che vanno dai 39.125 per il periodo febbraio-giugno dello stesso anno alla One Group srl. Alla stessa società altri 39mila euro per il periodo luglio-novembre. Per quanto riguarda il periodo dicembre 2016-marzo 2017 a beneficiare di 31.200 la Gorent Spa. Importi minori per la Oml Srl (poco più di 26mila euro), per la Ecoservice Spa (27mila euro).

Gli affidamenti in favore della One Group srl, per le sole zone 1 e 2 del territorio apriliano ammontano a 109.325 nell’anno 2016, mentre salgono a 272.700 euro per altre zone. L”amministratore della società di Cisterna (One Group Srl), Marco Clemenzi, era stato coinvolto in una maxi indagine della Procura di Frosinone denominata “Urban Waste”: al centro dell’inchiesta appalti e corruzione nel mondo delle imprese per lo più ciociare. L’accusa rivolta a Clemenzi era quella di tentata turbativa d’asta in concorso. A giugno 2021, Clemenzi è stato assolto.

Per l’anno 2017, la Progetto Ambiente avrebbe disposto il servizio noleggio full service mezzi per raccolta domiciliare nelle zone 5 e 6 del territorio. Nove gli affidamenti diretti in favore della One Group srl per un valore totale di oltre 237mila euro (ciascuno degli affidamenti non ha mai superato la soglia dei 40mila euro per cui avrebbe dovuto essere indetta una gara pubblica). Sempre per il 2017, la fiorentina Gorent Spa ha ottenuta anch’essa nove affidamenti diretti per un valore di circa 280mila euro. Tre, invece, gli affidamenti alla Oml srl per un valore complessivo di oltre 100mila euro.

Nel 2018, altri quattro affidamenti a Gorent Spa e One Group srl: rispettivamente per 67.200mila euro e 51.300mila euro. il servizio è sempre per noleggio full service per la raccolta domiciliare. Non cambia la musica anche nel 2019, nel 2020 e nel 2021, tanto che l’Anac scrive che la Progetto Ambiente “avrebbe continuato a gestire il servizio tramite affidamenti mensili, per importi sotto soglia e in favore delle stesse imprese“.

L’Anac, pur avendo registrato le doglianze della Progetto Ambiente sulla difficoltà della gestione del servizio di raccolta rifiuti, diventato da stradale a domiciliare, e sulle misure conseguenti prese per rendere tutto economico e “green”, ha vergato comunque parole durissime.

Infatti, l’autorità anticorruzione, nella delibera 378 del 27 luglio scorso, “ha riscontrato una ricorrenza di affidamenti diretti sotto soglia, frammentati in periodi brevi e successivi. Andando a sommare i vari importi – ragiona l’Anac- nei diversi anni considerati si è ottenuto per ogni affidamento un valore sopra soglia“.

C’è di più perché l’Anac spiega alla Progetto Ambiente che “viene in rilevo un artificioso frazionamento dell’appalto con conseguente violazione delle norme del codice dei contratti”. In poche parole, l’Anac ammonisce sul classico spezzettamento che sarebbe stato attuato dalla Progetto Ambiente, una sorta di gioco delle tre carte con cui si “spezzetta”, per l’appunto, il valore complessivo dell’appalto con un numero di commesse dal valore contenuto.

Per quanto riguardo il caso apriliano, l’Anac sostiene che “emerge i diffuso ricorso ad appalti sotto soglia, sia in relazione alla tipologia di appalto oggetti di segnalazione sia in relazione ad altre tipologie, che si estende lungo un arco temporale pari a 3-4 anni nei confronti degli stessi operatori economici“.

E per quanto riguarda, poi, le giustificazioni della Progetto Ambiente sugli affidamenti predisposti per rendere efficace il servizio, l’Anac si dimostra per niente convinta poiché “ciò che emerge è un reale spezzettamento della commessa che per durata, valore economico, ricorrenza di identici affidatari, risulta essere sintomo di carenza di programmazione e lesiva del divieto di frazionamento artificioso e del principio di rotazione“.

Per tali ragioni, l’operato della Progetto Ambiente viene bollato dall’Anac come non conforme alle norme sugli appalti “in quanto appare anomalo e non giustificato il susseguirsi di affidamenti di durata mensile per il medesimo servizio e in favore dei medesimi soggetti”.

Alle criticità avanzate dall’Anac, la Progetto Ambiente ha presentato delle controdeduzioni ribadendo la difficolta di gestire il servizio e reperire ditte specializzate nel noleggio full service, chiedendo all’autorità di adottare un provvedimento di assenza di atti illegittimi o comunque una presa d’atto della volontà manifestata dalla società di rimuovere le irregolarità. Un’opzione, quest’ultima, che potrebbe anche esser eletta come un’ammissione neanche troppo velata.

L’Anac ha però battuto su casi esemplificativi come quello della One Group srl nei confronti della quale sono stati affidati servizi per più di 429mila euro. Troppo per l’autorità da parte della Progetto Ambiente la mancata indizione di una procedura di gara per oltre un triennio. Per l’Authority Anti-Corruzione, la Progetto Ambiente non avrebbe quindi attuato una corretta programmazione del fabbisogno; vi è la mancanza di procedure competitive dirette a garantire la concorrenza; risulta la non conformità in ragione degli affidamenti diretti sempre agli stessi operatori economici.

Articolo precedente

AGRO PONTINO, SICCITÀ DEVASTANTE: L’ALLARME DELL’UNIONE ARTIGIANI ITALIANI

Articolo successivo

RETI D’IMPRESA DEL COMMERCIO NEL LAZIO: PRESENTATI 262 PROGETTI (42 A LATINA)

Ultime da Focus