ABUSI SESSUALI SULLE PAZIENTI MINORENNI: NUOVA CONDANNA PER IL TECNICO RADIOLOGO DELL’ASL DI LATINA

Tecnico radiologo accusato di abusi sessuali a Latina: condannato nel nuovo giudizio alla Corte d’Appello

La Corte d’Appello di Roma ha condannato alla pena di 4 anni di reclusione il tecnico radiologo dell’Asl di Latina, Roberto Vita, in ragione del nuovo giudizio disposto dalla Suprema Corte.

Nel 2023, infatti, la Corte di Cassazione aveva annullato la condanna per violenza sessuale nei confronti del tecnico radiologo di Latina e disposto il rinvio ad altra sezione di Corte d’Appello che doveva stabilire la pena definitiva per l’uomo, difeso dagli avvocati Giudetti e Bove.

Accusato di violenza sessuale aggravata commessa nei confronti di due minorenni ed esercizio abusivo della professione medica in quanto si sarebbe spacciato per una funzione che non ricopriva, Roberto De Vita, a febbraio 2023, era stato condannato una prima volta in Corte d’Appello. I giudici di secondo grado avevano confermato la condanna a 4 anni di reclusione, revocando la misura degli arresti domiciliari.

A marzo 2022, giudicato col rito abbreviato, De Vita era stato condannato dal Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Corrado Cappiello, a 4 anni e 2 mesi di reclusione, a fronte della richiesta del Pubblico Ministero Eleonora Fini ammontante a 7 anni e 4 mesi. De Vita era stato condannato anche all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e alla sospensione dalla professione per 2 anni e 8 mesi. Interdetto per sempre da qualsivoglia incarico nelle scuole di ogni ordine e grado nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni pubbliche frequentate prevalentemente da minori. La pena di primo grado prevedeva anche che l’uomo avrebbe dovuto comunicare all’autorità delle forze delle ordine la propria residenza.

Il 22 gennaio 2021, De Vita fu posto ai domiciliari, poiché arrestato dalla Polizia di Latina. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina, con il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e il sostituto Antonio Sgarrella, furono svolte dai poliziotti della II^ Sezione della Squadra Mobile, addetta ai reati contro la persona in danno di minori e reati sessuali.

A dicembre 2020, una delle due minorenni si era recata presso il Poliambulatorio Distretto 2 della ASL di Latina a Piazza Celli per sottoporsi a un esame radiografico. Durante la visita, svolta dal tecnico radiologo, quest’ultimo avrebbe assunto atteggiamenti tali da presentarsi come medico, oltreché a palpeggiare nelle parti intime e sul seno.

La minorenne, dopo l’accaduto, aveva denunciato di essere stata costretta a spogliarsi, rimanendo solo con le mutandine e venendo toccata dall’indagato in prossimità del pube e dei seni. “Uno che non è un medico mi ha fatto spogliare, mi ha toccato in modo strano e secondo me stava pure riprendendo tutto, di nascosto, con un cellulare” – così la giovane di 17 anni, alla vigilia di Natale trascorso, aveva raccontato agli investigatori della Mobile di Latina guidati dall’allora Dirigente Giuseppe Pontecorvo dopo essere stata visitata da quel tecnico radiologo.

La vittima aveva inoltre il presentimento di essere stata filmata, una circostanza poi appurata dagli investigatori con la perquisizione svolta presso l’abitazione dell’uomo. L’attività della Squadra Mobile aveva permesso il ritrovamento di tre telefoni cellulari, tra cui quello descritto dalla ragazza in sede di denuncia e un computer portatile, poi sottoposti a sequestro.

Dall’analisi del telefono cellulare, era emerso che il video di dicembre 2020 ritraente la minore non era l’unico: sono risultati, infatti, numerosi altri filmati riguardanti altrettante pazienti femminili parzialmente nude registratati tra gli ambulatori di Latina e Sabaudia.

Ecco perché ad essere riconosciute parti civili c’erano anche undici ragazze oltreché all’Asl di Latina di cui il 59enne è dipendente. Quest’ultimo era stato condannato a risarcire sia l’azienda sanitaria locale che le giovani, assistite da un nutrito collegio difensivo composto dagli avvocati Belli, Cestra, La Salvia e Turrini. Il risarcimento dovrà essere stabilito in sede civile, anche in ragione del nuovo giudizio della Corte d’Appello.

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