Tecnico radiologo accusato di abusi sessuali a Latina: nuova udienza preliminare per l’uomo originario di Latina
Accusato di violenza sessuale aggravata commessa nei confronti di due minorenni ed esercizio abusivo della professione medica in quanto si sarebbe spacciato per una funzione che non ricopriva, Roberto De Vita, difeso dagli avvocati Giudetti e Bove, è comparso di nuovo davanti al Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma Corrado Cappiello.
Nella scorsa udienza il consulente di parte Roberto Oliva aveva sostenuto che quelli considerati palpeggiamenti dalle parti offese e dalla Procura di Latina, più la Squadra Mobile che aveva condotto le indagini, erano in realtà “manovre tecniche” proprie del lavoro di tecnico radiologo.
Il 22 gennaio 2021, De Vita fu posto ai domiciliari, poiché arrestato dalla Polizia di Latina. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina, con il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e il sostituto Antonio Sgarrella, furono svolte dai poliziotti della II^ Sezione della Squadra Mobile, addetta ai reati contro la persona in danno di minori e reati sessuali.
A dicembre 2020, una delle due minorenni si era recata presso il Poliambulatorio Distretto 2 della ASL di Latina a Piazza Celli per sottoporsi a un esame radiografico. Durante la visita, svolta dal tecnico radiologo, quest’ultimo avrebbe assunto atteggiamenti tali da presentarsi come medico, oltreché a palpeggiare nelle parti intime e sul seno.
La minorenne, dopo l’accaduto, aveva denunciato di essere stata costretta a spogliarsi, rimanendo solo con le mutandine e venendo toccata dall’indagato in prossimità del pube e dei seni. “Uno che non è un medico mi ha fatto spogliare, mi ha toccato in modo strano e secondo me stava pure riprendendo tutto, di nascosto, con un cellulare” – così la giovane di 17 anni, alla vigilia di Natale trascorso, aveva raccontato agli investigatori della Mobile di Latina guidati dal Dirigente Giuseppe Pontecorvo dopo essere stata visitata da quel tecnico radiologo.
La vittima aveva inoltre il presentimento di essere stata filmata, una circostanza poi appurata dagli investigatori con la perquisizione svolta presso l’abitazione dell’uomo.
L’attività della Squadra Mobile aveva permesso il ritrovamento di tre telefoni cellulari, tra cui quello descritto dalla ragazza in sede di denuncia e un computer portatile, poi sottoposti a sequestro.
Dall’analisi del telefono cellulare, è emerso che il video di dicembre 2020 ritraente la minore non era l’unico: sono risultati, infatti, numerosi altri filmati riguardanti altrettante pazienti femminili parzialmente nude registratati tra gli ambulatori di Latina e Sabaudia.
Ecco perché, ieri, hanno chiesto di costituirsi in giudizio, nell’ambito dell’udienza, sette ragazze oltreché all’Asl di Latina di cui il 58enne è dipendente. De Vita, interrogato dal Gip dopo l’arresto, negò gli addebiti.
Oggi, giudicato col rito abbreviato, De Vita è stato condannato dal Gup di Roma a 4 anni e 2 mesi di reclusione, a fronte della richiesta del Pubblico Ministero Eleonora Fini ammontante a 7 anni e 4 mesi. De Vita è stato condannato anche all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e alla sospensione dalla professione per 2 anni e 8 mesi. Interdetto per sempre da qualsivoglia incarico nelle scuole di ogni ordine e grado nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni pubbliche frequentate prevalentemente da minori. La pena di primo grado prevede anche che l’uomo dovrà comunicare all’autorità delle forze delle ordine la propria residenza.