DISCARICHE AD APRILIA, IL PATRON DI RIDA: “SU CAVA E PAGURO 2 PESI E 2 MISURE DA POLITICA E COMITATI”

Cava Stradaioli ad Aprilia, concesso l’ampliamento. Rida Ambiente srl non ci sta: due pesi e due misure

Il 3 agosto scorso, la Regione Lazio ha concesso l’ampliamento della cava riconducibile alla società Stradaioli srl ad Aprilia, in località Riserva Nuova. In realtà si tratta dell’ampliamento della cava della società Stradaioli ad Aprilia che confina con il lotto individuato dal Commissario regionale per i rifiuti Illuminato Bonsignore. Il lotto, come noto, è, insieme ai due di Cisterna di Latina, tra i papabili per ospitare la discarica di servizio pontina dove raccogliere tutto ciò che avanza dalla lavorazione del rifiuto indifferenziato.

Leggi anche:
DISCARICA PONTINA, COMMISSARIO FIRMA IL DECRETO: TRE SITI INDIVIDUATI, 2 A CISTERNA E UNO AD APRILIA

A Cisterna, la Giunta municipale ha deliberato di ricorrere al Tar contro il decreto dell’ex Commissario straordinario, mentre ad Aprilia, oltreché a una pronuncia del Consiglio Comunale che si è detto contrario a qualsiasi nuova discarica nel territorio, l’esecutivo guidato dal Sindaco Antonio Terra non ha optato per il ricorso amministrativo.

Ecco, allora, che con una lettera (che viene pubblicato di seguito), il patron di Rida Ambiente srl, Fabio Altissimi, che gestisce il Tmb di Via Valcamonica e che vorrebbe realizzare una discarica, preceduta da una bonifica, con una società del gruppo, Paguro srl, sempre in località La Cogna, ha voluto scrivere a Sindaco, Giunta, Comune, Procura, Corte dei Conti, Carabinieri e molti Comitati cittadini per sottolineare la differenza di trattamento ricevuto.

Il suo progetto – ragiona Altissimi – è stato altamente osteggiato e respinto, mentre quello della cava è ancora in piedi e vieppiù ha avuto il lasciapassare per un ampliamento.

Di seguito la lettera firmata da Altissimi.

Come noto la Rida Ambiente srl, o meglio la Paguro srl ha tentato di realizzare una discarica nel comune di Aprilia, su un’area di propria proprietà, da mettere al servizio della Rida. Ripercorrendo velocemente le tappe, la Paguro srl presenta al Comune di Aprilia una richiesta di caratterizzazione a proprie spese per il sito in Via Savuto, loc. La Cogna. Il Comune di Aprilia con Determina dirigenziale a firma Arch. Terribili lo approva. Effettuata la caratterizzazione emergono livelli di inquinamento del sottosuolo e delle falde oltre i limiti di legge. Il Sindaco, autorità sanitaria locale, non adotta alcuna ordinanza di divieto di prelievo e uso di acqua potabile almeno per le zone interessate.

La Paguro srl presenta un progetto di bonifica e realizzazione di una discarica ed il Consiglio Comunale si schiera compatto per la contrarietà. Iniziata la procedura di VIA, il MIBAC ed altre autorità che qualche anno prima avevano dato il nulla osta al progetto di sola discarica ora danno parere negativo al progetto di bonifica e discarica. La conferenza dei servizi si chiude con un diniego, oggetto di ricorso giudiziario. Ritornando alle vicende provinciali e apriliane, invece: la Regione Lazio nomina un commissario ad acta per la individuazione dei probabili siti per la realizzazione di discariche di servizio per la Provincia di Latina a suo avviso carente ed inadempiente. Il Commissario individua, tra gli altri, un sito in Aprilia, loc. Pontoni, presso una cava di pozzolana attiva. Per la scelta dei siti il Commissario deroga ai limiti previsti dal PRGR (come ad esempio la distanza dalle abitazioni, stralciando l’utilizzo di aree boscate ecc- cosa non fatta per Paguro, che se messo nelle medesime condizioni sarebbe risultato più che idoneo).

Ma su queste deroghe, nella scelta del sito di Aprilia, il Sindaco di Aprilia e i funzionari Paccosi e Rezzini non hanno avuto nulla da dire. Tra i proprietari del sito risulta come maggioritario il gruppo Stradaioli. Anche questa volta il Comune di Aprilia adotta una delibera consiliare dove esprime contrarietà ai possibili siti individuati dal Commissario. Tuttavia non decide di dare incarico ai propri legali per ricorrere innanzi al TAR contro il Decreto del Commissario (probabilmente i legali sono troppo impegnati in ricorsi contro le aziende del Gruppo Altissimi!!), cosa che invece farà il Comune di Cisterna di Latina.

Con riferimento all’Azienda Stradaioli, questa nel 2017 aveva avanzato la richiesta di ampliamento della cava di pozzolana. Il Comune di Aprilia nella figura dell’ing. Rezzini (responsabile unico del procedimento) con nota 44523 del 14.05.2019 esprimeva parere negativo nell’ambito della conferenza dei servizi di competenza regionale. Successivamente con nota 44895 del 05.05.2021 il Comune di Aprilia dopo avere effettuato un sopralluogo di verifica cambia idea ed esprime parere positivo, all’epoca era Assessore all’Ambiente Monica Laurenzi.

Nonostante si sia passato da un parere negativo del 2019 ad un parere positivo del 2021 non risulta essersi svolta alcuna commissione al riguardo, nè urbanistica nè ambientale (anche queste forse tutte impegnate per dare pareri negativi ai progetti del Gruppo Altissimi). Così la Regione Lazio con Determina G10142 del 03.08.2022 a firma di Vito Consoli esprime parere di compatibilità ambientale all’ampliamento e coltivazione della cava di pozzolana sui terreni adiacenti il sito individuato tra i papabili della discarica di servizio della provincia di Latina.

Questa volta nessun comitato di quartiere e/o associazione e/o partito movimento politico alzano la voce e le barricate contro i siti individuati dal Commissario e men che mai contro l’ampliamento della cava per 500.000 metri cubi.

Nel frattempo, sono cambiati tre assessori all’ambiente, Biolcati, Laurenzi ed ancora Biolcati, mentre Sindaco e funzionari (Rezzini e Paccosi) sono sempre gli stessi.

Si dice quindi no ad un progetto per:

  • –  una discarica che avrebbe completato il ciclo dei rifiuti dell’ATO Latina;
  • –  Che avrebbe applicato una tariffa omnicomprensiva (tra bonifica e smaltimento) di € 90 per tonnellata;
  • –  Che avrebbe realizzato opere di urbanizzazione per 4 milioni di euro compresa la fornitura di acqua potabile per la zona adiacente al sito Paguro;
  • –  che avrebbe evitato il Commissariamento della Provincia e il gioco della roulette russa per l’individuazione del sito ove realizzare la discarica di servizio;
  • –  una discarica che sarebbe stata realizzata previa bonifica di un sito inquinato da trent’anni a tutto vantaggio della collettività locale e con risparmio di risorse pubbliche per 35/40 milioni di euro, che adesso invece saranno attinte dai fondi del PNRR? (tanto paga Pantalone!!!);
  • –  una discarica che sarebbe stata attiva solo per due anni (a differenza delle attuali discariche, attive da oltre 10, senza parlare di Malagrotta che lo è stata per 30 anni) con impatti ambientali irrisori se si pensa alle tecnologie utilizzate, al fatto che i rifiuti sarebbero stati tutti pre-trattati nel vicino impianto della RIDA e a cui sarebbe seguita una imponente opera di rinaturalizzazione. Eppure, il titolo per la realizzazione della discarica non è stato rilasciato anche a causa dei pareri contrari dell’ARPA, della Sovrintendenza, del Comune di Aprilia (senza considerare le forti azioni di contrasto portate avanti in ogni luogo e con molteplici modalità, da vari comitati di quartiere). Tutte circostanze che non ci si stancherà mai di ripetere, all’infinito, come un mantra, e non certo per una sorta di conversione religiosa o di masochistico piacere all’auto-compiangimento, ma perché i destinatari della presente nota (ad eccezione delle Procura) non dimentichino MAI le proprie responsabilità. La natura o l’origine di queste responsabilità non la vogliamo neppure conoscere, le tesi possibili si sono consumate per stanchezza. Certo è che il soddisfacimento dell’interesse pubblico non pare sia stata la priorità: se la discarica fosse stata realizzata, previa bonifica del sito, i cittadini di Aprilia e quelli di tutto il Lazio avrebbero assistito ad un esempio di recupero del territorio. Né l’operato dell’amministrazione pubblica e dei Comitati è apparso scevro da comportamenti illogici e contrastanti a seconda dell’imprenditore di turno. Peccato che ogni cruenta lotta sia portata avanti solo per le società del gruppo Altissimi mentre quando si parla di Stradaioli prevale il silenzio.

Dimenticanze? Distrazioni? Disinteresse? Oppure i ben noti giochi tentacolari della politica coi suoi milioni di sfaccettature? Ma tornando all’ampliamento della Cava Stradaioli, il Comune di Aprilia e i comitati non hanno avuto nulla da ridire sul fatto che sia l’area di cava attuale che l’ampliamento previsto, ricadono in zona a destinazione urbanistica e agricola (eppure costituiva un ostacolo per la Paguro), né sul fatto che l’attività interferisca con beni paesaggistici vincolati (interferivano, invece, per l’area della Paguro, pur essendo poco distante, con l’ulteriore aggravante che si è ritenuta impattante la realizzazione di una regolare discarica, ma non l’attuale stato di discarica abusiva); né, ancora, che i vincoli più prossimi all’area di ampliamento sono rappresentati da lembi di aree boscate, rispetto alle quali, quindi, si è adottata la soluzione di una limitazione dell’attività, ossia la stessa soluzione proposta dalla Paguro e rimasta inascoltata.

Anche in questo caso, quindi, che dire? Due pesi e due misure sono all’evidenza. L’ampliamento della cava certamente aprirà la strada all’apertura (e quindi ad un successivo ampliamento) della discarica sul vicino sito di Stradaioli individuato dal Commissario, adiacente a quello della Paguro, eppure il coro contrario che si è sollevato nel procedimento di Paguro, per l’ampliamento della cava tacciono inesorabili o bisbigliano.

Eppure, che qualcosa non funzioni nella gestione apriliana è evidente:
– Un Comune che si oppone fermamente al progetto della Paguro (che prevedeva il risparmio di risorse pubbliche per 35 milioni di euro di bonifica che avrebbe speso il privato e di altri 4 milioni di opere di urbanizzazione), adottando delibere e facendo presenziare finanche personalmente i diversi Consiglieri in Conferenza di Servizi (commistione tra Politica e amministrazione che di regola sarebbe vietata), ma che non spende una parola per il sito individuato nell’ambito comunale dal Commissario Straordinario, benchè si tratti di un terreno vergine su cui vi è una coltivazione biologica di kiwi; attività che il Comune dovrebbe preservare, certamente di più di una discarica abusiva e un terreno inquinato. Un comune che non ha certo dato prova di correttezza ed efficienza nella gestione del settore come del resto dimostrato dalla Delibera ANAC n. 378 del 27.7.22 (allegata) da cui emergono affidamenti diretti del servizio di noleggio veicoli per la raccolta domiciliare nel comune di Aprilia non regolari.

Peccato che una buona amministrazione spesso viene confusa o celata da una buona politica, ed utilizziamo il termine buona non perché la si condivide, ma perché a quanto pare la politica il suo scopo lo ha raggiunto; se a beneficio della cittadinanza o meno, è solo un inutile minuscolo dettaglio”.

Articolo precedente

SABAUDIA SUMMER TIME: “SUCCESSO DI PUBBLICO”

Articolo successivo

RADURE, SPAZI CULTURALI SULLA VIA FRANCIGENA DEL SUD: ECCO IL PROGRAMMA

Ultime da Politica