Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione alla misura cautelare reale disposta dal Tribunale di Roma nei confronti di una società che ha conseguito profitti illeciti derivanti dal traffico illecito di rifiuti
Sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica capitolina, personale del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza ha dato esecuzione alla misura cautelare reale disposta dal Tribunale di Roma nei confronti della società dei Del Prete che avrebbe conseguito profitti illeciti derivanti dal traffico illecito di rifiuti (452-quaterdecies C.P.) commesso nel suo interesse o vantaggio dai dirigenti della stessa. si tratta del Centro Rottami che due anni fa fu investito da un’indagine dell’Antimafia e dei Carabinieri di Latina: furono 27 le misure cautelari. Secondo gli inquirenti, il traffico illecito dei rifiuti avrebbe avuto come hub la Centro Rottami srl di Leopoldo Del Prete a Cisterna di Latina, accusato di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”. All’epoca, il sequestro, realizzato dalle forze dell’ordine, fu ingente: 16 milioni di euro calcolato in base a ciò che scriveva il gip di Roma che aveva firmato l’ordinanza di arresto e che spiegava di come Del Prete avesse “piegato tutta la gestione della sua attività aziendale ad una sistematica violazione di norme in materia ambientale, finalizzata alla creazione di un enorme traffico illecito di rifiuti, volto a produrre profitti illeciti per almeno 16 milioni di euro tra gli anni 2017 e 2018“. Circa, un mese dopo, Del Prete ottenne il dissequestro dell’intero ammontare dei soldi sequestrati, oltreché, settimane prima, anche la scarcerazione.
Oggi, 19 luglio, l’operazione costituisce l’esito di un’articolata e complessa attività investigativa svolta su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma riguardante la società della famiglia Del Prete che, “in violazione della normativa in materia ambientale, riceveva e gestiva illecitamente, ovvero in assenza della prescritta documentazione di legge, ingenti quantitativi di rifiuti speciali e urbani, pericolosi e non pericolosi, provenienti da privati, società e/o imprese individuali prive dell’iscrizione all’Albo dei gestori ambientali, raccolti e trasportati in violazione della normativa sullo smaltimento dei rifiuti“.
Al fine di distinguere i proventi legalmente conseguiti dalla società oggetto di indagine, da quelli, al contrario, frutto del traffico illecito e celati attraverso artificiose annotazioni contabili, si è reso necessario un minuzioso esame contabile e documentale, il cui esito ha consentito di quantificare il profitto illecito conseguito dalla società e da quest’ultima ricavato rivendendo il prodotto derivante dalla lavorazione dei rifiuti acquisiti illegalmente.
Le indagini hanno dimostrato la rilevante incidenza dei conferimenti illeciti sul volume degli affari della società la quale, grazie alla condotta sistematica e prolungata nel tempo tenuta dai suoi vertici, aveva conseguito indubbi vantaggi in termini di ingenti profitti e di posizionamento sul mercato, rendendosi pienamente configurabile la responsabilità amministrativa dipendente da reato in capo ad essa ex D.Lgs. 231/07.
Il provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Roma su richiesta della D.D.A capitolina ha riguardato conti correnti e crediti societari fino al raggiungimento di 6.366.301,81 euro, pari al profitto illecitamente conseguito di cui l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo funzionale alla confisca.
Nel contesto della delicata congiuntura economica e finanziaria connessa alla fase post emergenziale, le indagini svolte testimoniano la costante attività di contrasto della Guardia di Finanza contro tutte le forme di illegalità economico-finanziaria che minano il corretto funzionamento dell’economia legale, alterando le regole di libera concorrenza del mercato, con l’obiettivo di contribuire alle prospettive di ripresa, di rilancio dell’economia e sviluppo del Paese.