Retini di plastica smaltiti in mare: nuova udienza davanti al Tribunale di Cassino che vede sul banco degli imputati 18 persone
Nuova udienza del processo per inquinamento ambientale a carico di 18 imprenditori e concessionari per la mitilicoltura nel golfo di Gaeta.
Nel febbraio 2019, finirono nel registro degli indagati gli attuali 18 imputati. Si tratta di persone residenti tra Gaeta e la provincia di Napoli, molti dei quali concessionari, dipendenti degli impianti di miticoltura nell’area tra Gaeta e Formia oltreché a comandanti e marinai delle unità di pesca. A condurre le indagini il sostituto procuratore di Cassino Emanuele De Franco che ha formulato a carico dei 18 imputati le accuse di inquinamento ambientale, abbandono e smaltimento irregolare dei rifiuti. Gli accusati, secondo la Procura, “cagionavano una compromissione significativa e misurabile di un ampio specchio acqueo del golfo”.
Le indagini scaturirono dagli accertamenti della Guardia Costiera di Napoli e Gaeta che appurarono un diffuso inquinamento dei fondali del Golfo di Gaeta, tra plastica e altri scarti che sarebbero stati gettati dopo la raccolta dei mitili. L’operazione degli inquirenti prese il nome di “Retini alla deriva”.
Oltreché a Legambiente, ammesso come parte civile anche il Comune di Formia il quale, due anni prima dell’operazione, nel 2017, recapitò un esposto in Procura per il ritrovamento degli scarti sulle spiagge locali.
Nell’udienza che si è svolta oggi, sono stati esaminati come testimoni diversi ufficiali della Guardia costiera di Gaeta che avevano svolto le indagini. Alla prossima udienza saranno ascoltati i tecnici dell’Arpa Lazio che relazioneranno sull’inquinamento prodotto dai retini. Il processo è stato rinviato al 19 dicembre 2022.