La coordinatrice di “Tuteliamo Aps” Ilenia Borace interviene sulla situazione di rifiuti e impianti sul territorio di Aprilia
“Aprilia torna protagonista e parliamo di protagonismo non per la qualità di vita dei suoi cittadini, per i nidi pubblici, le scuole perfettamente a norma e agibili, per i parchi curati, per l’ordine, la pulizia generale, nulla di tutto ciò. La ragione risiede nell’avere la “fortunata” presenza di impianti di trattamento rifiuti che “salvano” e “scongiurano” l’allarme sanitario di altri Comuni dovuto ai rifiuti a terra quando sfortunatamente gli impianti (come quelli di Roma) vanno a fuoco.
Come fu per l’impianto del Salario (impianto vetusto inefficiente che non riusciva a recuperare materia ma generava altri rifiuti), anche oggi dopo l’incendio del tmb di Malagrotta per il nostrano impianto Apriliano con annesso piazzale di deposito (approvato in piena pandemia) che conta qualche migliaia di metri quadrati per accumulare ecoballe è pronto a spalancare ancor di più le porte ai rifiuti provenienti da Malagrotta. Poiché è un impianto privato che esercita attività di pubblica utilità in forza di un’autorizzazione rilasciata dalla Regione (senza una minima reticenza da parte dell’amministrazione comunale), gli consente di trattare il 343% in più dei rifiuti indifferenziati prodotti dall’intera provincia di Latina e nessuno può impedire che i due terzi di potenziale di trattamento vengano messi a disposizione di altri comuni.
Ci dobbiamo aspettare il riempimento del piazzale con le ecoballe che con la motivazione di non avere a disposizione una discarica e un inceneritore il gestore potrebbe accumulare, in attesa che siano portate al nord italia, all’estero o chissà dove? O di veder realizzati un inceneritore e una discarica sempre nel Comune di Aprilia?
Come la mettiamo la mettiamo il futuro per noi apriliani non è roseo per niente, con amministrazioni che continuano a lasciare la nostra Aprilia senza tutele e senza protezione, alla mercè di richieste continue da parte dei privati di realizzare sempre nuovi impianti. Nel giro di soli 4 anni abbiamo avuto 3 richieste di realizzazione di discariche per un totale di circa 3 milioni di metri cubi, continui ampliamenti di biogas, impianti di trattamento umido che basterebbero per 3 province, una richiesta per la realizzazione di circa 400 mila tonnellate di produzione di rifiuti da incenerimento e una richiesta che probabilmente arriverà per un inceneritore.
Tutto questo non è ancora bastato agli amministratori per porre un freno attraverso l’apposizione delle tutele e dei regolamenti che possono essere messi in campo.
Mettiamoci pure che Zingaretti ha ritenuto opportuno commissariare solo la provincia di Latina per la mancanza di discarica di servizio mentre nessuno dice che NESSUNA provincia è autosufficiente, perché altrimenti ad essere commissariata dovrebbe finire l’intera Regione Lazio!
Quindi il super mega commissario Illuminato, dai molteplici incarichi importanti tra cui la bonifica del sito di interesse nazionale della Valle del Sacco, decide bene che Aprilia dovrà ospitare anche l’ennesima discarica di servizio, individuando in località Pontoni una cava.
Nell’immagine in evidenza si può notare la vicinanza del sito Pontoni con altre due discariche: la ex discarica mezza abusiva Santa Apollonia e la discarica abusiva nell’ex Cava a La Cogna (già oggetto di ripetute richieste).
Visto che il commissario è pratico di bonifiche, potrebbe gentilmente dare dei suggerimenti ai nostri governanti su come non fermarsi al quarto tentativo di bonificare quelle due discariche? Poiché purtroppo alcune informazioni finiscono nel dimenticatoio, vale la pena descrivere quelle due discariche esistenti:
Santa Apollonia un appezzamento di 25 ettari di cui 15 interessati dall’interramento. La sua storia parte dalla fine degli anni ’70, era infatti la discarica di rifiuti urbani a servizio del comune di Aprilia. Al termine dell’autorizzazione fu ampliata «provvisoriamente» dalla regione Lazio con atto 13908 del 7 febbraio a continuare la sua gestione non per accogliere rifiuti urbani ma per interrare rifiuti speciali e fusti contenenti rifiuti speciali pericolosi fino al massimo a dicembre del 1985.
Dopo il 1985 continuò ad essere utilizzata anche ad autorizzazione scaduta, fin quando alla fine degli anni 80 cominciarono i primi sopralluoghi per la bonifica. In una relazione del 1989 In una relazione il geologo incaricato di constatare lo stato dei luoghi scrisse: ”si è notata una notevole fuoriuscita di biogas lungo una serie di crepe nel terreno e nei bordi dell’area…” e poi ancora : “la zona C l’ultima ad essere stata riempita fino al 1988, lasciando una depressione notevole, serbatoio naturale per le acque piovane che infiltrandosi fanno aumentare il volume percolato” seguono poi una serie di possibili interventi per limitare l’infiltrazione di percolato e il pericolo di esplosione del biogas che all’epoca era nella massima produzione. (cit.caratterizzazione 2005)
Ex Cava La Cogna. Oggetto per ben 2 volte di richiesta di autorizzazione di nuova discarica su una vecchia discarica abusiva. Il terreno su cui si voleva inserire un’altra discarica (oggi di proprietà della soc. Paguro sorella della Rida Ambiente e della MTS ). Questa ex cava di pozzolana fu oggetto di interramenti di fusti di materiale tossico e pericoloso proprio nella stessa epoca in cui a Santa Apollonia venivano interrati fusti con tanto di autorizzazione della
Regione. Proprio nella porzione del terreno verso nord, quella più vicina al fosso della moletta, su un’estensione di 15 ettari sono stati rinvenuti: 2000 metri cubi di rifiuti solidi urbani, 2000 mc di rifiuti tossici nocivi, 100.000 metri cubi di inerti e 100 tonnellate di ingombranti, abbancati e sparsi in aree parzialmente coperte (cit.caratterizzazione 2005)
A seguito delle analisi sui carotaggi del terreno del 1989 si rilevò una sostanza liquida gialla in un fusto riaffiorante dal terreno al cui interno si riscontrò una concentrazione fenolica. Presenza di metalli pesanti, fenoli, pcb Solventi clorurati metalli pesanti.
Quello descritto era il processo di inquinamento che dalla fine degli anni ‘80 fino al 2005 (data dell’ultima caratterizzazione) ha interessato quella zona e non solo, visto che di discariche abusive, certificate come pericolose ad Aprilia ce ne sono altre 2, senza contare quelle non ancora inserite nel piano bonifiche come la Cava di Via Corta.
Tornando al sito individuato, da fonti giornalistiche apprendiamo che il commissario dopo attente valutazioni tecniche, sulla base dei criteri di localizzazione per gli impianti, ha individuato proprio quella cava dismessa a Pontoni.
Vale la pena ricordare che la Provincia di Latina ha redatto delle cartografie per individuazione delle zone idonee colorandole in verde, anche qui Aprilia è in pole position per essere la madrina della discarica.
Questa cartografia, che vede quasi il 50% del territorio apriliano idoneo a ricevere impianti, la cui modifica è stata votata in consiglio provinciale nel 2018, dagli allora consiglieri Provinciali e Comunali De Maio e La Pegna con tanto di soddisfacimento per i lavori della Provincia e rimprovero a quei Comuni che non mandarono osservazioni per farsi ridurre le aree verdi. Si rivolgevano forse a Latina, Cisterna o Pontinia che hanno la percentuale di zone idonee più alta (verde), oppure a Terracina, completamente area non idonea (rossa) o forse era una trasposizione e si rivolgevano al Comune di Aprilia che è per metà idonea secondo le cartografie? Questo non è dato sapere.
Così come non si capisce il perchè l’allora assessore all’ambiente Lombardi (delegata del Sindaco Terra) in conferenza dei sindaci, chiamata ad esprimersi sull’aggiornamento delle cartografie, dichiarava che la lettura cartografica dà la possibilità di istanze per nuove discariche ma il Comune di Aprilia non ha avuto il tempo di analizzare accuratamente tali cartografie.
Dalla sua, l’ex assessore ha il voto contrario espresso in quell’occasione, ma di certo ci chiediamo: dove era il 10 maggio del 2016 quando il Consigliere comunale e Provinciale Giovannini votava favorevolmente quelle cartografie e l’intero piano provinciale dei rifiuti? Può essere che da quando partì la redazione del piano provinciale nel 2013 fino alla sua approvazione nel 2016 e leggera modifica nel 2018 nessuno sapeva che Aprilia era esposta e per metà era priva di tutele?
Tornando alle valutazioni tecniche sul sito Pontoni, apriamo le cartografie, in modo tale, cominciamo ad esercitarci per le osservazioni. Dalla cartografia, il sito è in piena zona a tutela integrale, nonché in pieno vincolo idrogeologico.
Inoltre, il piano rifiuti dice che uno degli aspetti favorevoli è la baricentricità del sito rispetto agli ambiti territoriali (Province) o eventualmente rispetto ai sub bacini. Invece il pool commissariale decide che Cisterna e Aprilia (che fanno parte del bacino Nord) possono ospitare la discarica. Così, non solo ci dobbiamo caricare di trattare l’umido per tutti, l’indifferenziato per tutti ma ci dobbiamo beccare pure la discarica, che non sarà di certo avulsa dal principio di mutuo soccorso verso le altre province qualora riuscissero a realizzarla.
Perciò chiediamo che vengano resi pubblici i lunghi lavori di analisi tecnica le cui risultanze hanno ritenuto idoneo questo sito, perché a noi sicuramente sfugge qualcosa.
Chiediamo al Sindaco di Aprilia e al presidente della commissione Ambiente Giovannini di convocare con via d’urgenza una commissione invitando il commissario Illuminato e perchè no il presidente della Provincia a spiegarci quali sono tali motivazioni consentendo ad associazioni e comitati di poter porre domande.
Noi siamo e rimarremo con le antenne drizzate in attesa dell’ennesima richiesta, per cercare di fermare altri carichi ambientali per il nostro Comune”.
Così, in una nota, Ilenia Borace – coordinatrice Tuteliamo Aps.