Una sola condanna per la vicenda delle truffe contestate alla famiglia Trotta e all’avvocato Pierluigi Palma
A distanza di quasi dieci anni, sono arrivate le decisione del Tribunale di Latina, nel collegio presieduto dal Giudice Gian Luca Soana. Il Pubblico Ministero Giuseppe Miliano aveva chiesto otto anni di reclusione per Palma e cinque per Stefano Trotta, a fronte di una truffa complessiva che per l’accusa sarebbe ammontata a 4 milioni di euro.
La Procura di Latina, nell’agosto 2013, aveva chiesto il giudizio immediato per gli indagati per un’inchiesta che arrivò a conclusione con gli arresti del febbraio dello stesso anno. Le accuse, a vario titolo, erano quelle di di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio di denaro di provenienza illecita, infedele consulenza e patrocinio. L’obiettivo del gruppo – composto dall’assicuratore Stefano Trotta, i figli, entrambi avvocati, Claudio e Andrea, il cognato Eugen Olariu, l’avvocato Pierluigi Palma e del socio di Trotta, Andrea Romani – era quello ottenere, secondo l’accusa, le deleghe per ogni operazione di risarcimento dovuto a sinistri stradali (avvicinando le vittime direttamente in ospedale), per poi liquidare somme irrisorie ai diretti interessati, accaparrandosi la maggior parte dei risarcimenti ottenuti. Nel caso di una ventenne morta a Napoli, i Trotta avrebbero incassato ben 297.000 euro a danno degli eredi della donna deceduta. Per un altro incidente mortale, il “guadagno” fu addirittura di 900.000 euro.
Il Tribunale di Latina ha posto la parola fine assolvendo tutti tranne l’avvocato Palma, assistito dagli avvocati Marino e Vitelli, condannato per riciclaggio a 5 anni di reclusione con interdizione perpetua dai pubblici uffici e legale per tutta la durata della pena. Le assoluzioni per i Trotta, Olariu e Romani sono intervenuti anche per l’avvenuta prescrizione. Un niet dal collegio del Tribunale alle richieste di risarcimento formulate dalla parti civili.