È il 22 novembre quando la commissione di gara riunita nella Stazione Unica Appaltante (SUA) di Cisterna di Latina apre le buste delle offerte per la gestione del Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) di Sezze delle due cooperative candidate: Karibù e Arteinsieme. Dal 2015 Sezze, come Cori e Sermoneta, ha riconosciuto in Cisterna la sede in cui concentrare la committenza di opere e servizi al di sopra di una certa soglia, e i termini di affidamento per la protezione dei rifugiati sono scaduti dal 31 dicembre 2016. Per quasi due anni si è andati avanti con una procedura negoziata che ha prorogato l’assegnazione alla Karibù, ma ormai i tempi per un nuovo bando erano improcrastinabili.
INCONGRUITÀ NELL’ OFFERTA DI KARIBÙ SU SEZZE
All’apertura delle buste l’offerta tecnica della Cooperativa che dal 2010 è partner del Comune di Sezze, nell’ambito dell’Accordo Temporaneo di Scopo per lo Sprar, risulta grandemente superiore: 94,98 punti vengono computati alla cooperativa oggi latinense un tempo setina, 59,86 all’itrana Arteinsieme. L’offerta economica migliore è quella sudpontina, ma di 1 punto e ciò non è sufficiente a colmare il divario. A questo punto la Karibù sarebbe stata riconfermata per un ulteriore triennio aggiudicataria, ma la presidentessa della Commissione nonché responsabile della SUA, l’architetto Eleonora Daga, vuole vederci chiaro e alcune anomalie nell’offerta economica della cooperativa di Marie Thérèse Mukamitsindo non la convincono.
ARTEINSIEME SBANCA A SEZZE!
Inizia una corrispondenza tra la stazione SUA e Karibù, tra il 18 dicembre del 2018 e il 5 febbraio del 2019, ma le incongruità nei costi di sicurezza aziendale, secondo la Commissione, permangono e l’11 febbraio a sorpresa viene proclamata affidataria Arteinsieme. Karibù che dal 2001, ottenendo la gestione dello Sportello Immigrazione presso il Comune, era una semi-monopolista nell’organizzazione degli stranieri a Sezze cade, mentre la Cooperativa di Patrizia Marciano subentra.
LA DISTRIBUZIONE DEI RIFUGIATI SU SEZZE
A dire il vero a Sezze la Marciano non è del tutto nuova, già gestisce un Centro con 6 residenti, ma si tratta di un piccolo affidamento deciso dalla Prefettura rispetto ai 4 Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) affidati alla Karibu, a cui si aggiungono i nuclei familiari distribuiti su più abitazioni dello Sprar. Insomma più di 100 tra richiedenti asilo, titolari di protezione umanitaria e migranti economici legano le proprie sorti ai servizi della creatura dell’assistente sociali di origini ruandesi. Alcune decine tra nigeriani, ivoriani, gambiani, guineensi e senegalesi sono inoltre nei pressi della Stazione, non lontano da Via degli Archi di San Lidano, ma in questo caso nel giugno 2017 Piazza della Libertà (la Prefettura di Latina) ha attribuito l’organizzazione del CAS alla latinense “il Quadrifoglio”.
ARTEINSIEME IN CONSORZIO
Arteinsieme inoltre è socia del frusinate “Consorzio Parsifal” a cui appartiene un altro gigante pontino dell’accoglienza, l’Astrolabio. Parsifal a Sezze ha già in gestione il sostegno agli studenti disabili nelle scuole di infanzia, inferiori e superiori. Gestione prorogata fino al giugno 2019, nonostante i termini di convenzione siano già scaduti lo scorso anno, in attesa che la commissione presieduta dal Dirigente dei servizi sociali Lidano Caldarozzi si pronunci sull’aggiudicatario.
LE RELAZIONI PERICOLOSE
Ma chi è Patrizia Marciano? Di Itri, laureata in psicologia, a 23 anni nel 1985 ha fondato la cooperativa sociale Arteinsieme. Il capitale sociale inizialmente è di 8 milioni di lire, si tratta di una piccola realtà e tale rimarrà almeno fino al 2008. Si occupa di pulizia del paese di Itri, di preparazione dei pasti per gli asili nido, di assistenza ai tossicodipendenti e successivamente anche di cura degli animali domestici, ma siamo ancora lontani dall’emergenza migranti. Nel frattempo negli anni ’90 la Marciano si sposa con il dottor Igino Mendico.
IGINO MENDICO DOMINUS DI AUTORIZZAZIONI E ISPEZIONI ASL
Mendico è un medico specializzato sia in diabetologia che in medicina dal lavoro, che dal 1984 al 1987 ha fatto la gavetta a Ventotene, ma già a 32 anni è vincitore di un concorso come assistente medico presso il Servizio Prevenzione, Igiene e Sicurezza nei luoghi di lavoro del distretto 6 dell’allora USL LT. Nel 1991 diviene coadiutore sanitario sempre presso l’USL LT/6 e nel 2000 avviene il grande salto: nomina a Dirigente Medico di II livello – disciplina Medicina del lavoro. Da allora ad oggi Mendico consolida la propria carriera di dirigente come Direttore UOC Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di lavoro.
Si tratta di colui che supervisiona attraverso l’invio di ispettori la sicurezza e salubrità non solo di ospedali, farmacie, ristoranti, cucine di alberghi e negozi di generi alimentari, ma anche di canili, case di cura ed abitazioni/edifici riconducibili sia a Sprar che a Cas. Dagli ispettori ASL, tutti inquadrati nella UOC prevenzione, dipendono autorizzazioni all’apertura di strutture, contravvenzioni e provvedimenti di chiusura.
IL PEZZO DA NOVANTA
Parliamo di un pezzo da novanta dell’ASL al quale nel 2016 l’allora Commissario, oggi Direttore generale, Giorgio Casati, non può rinunciare riconfermandolo in tutti i suoi incarichi. Si è detto che Mendico detiene “il bastone” dell’Azienda, vale a dire le ispezioni, ma in realtà ha in mano anche “la carota”, la prevenzione. Dal 2016 il responsabile della UOC prevenzione è impegnato nell’area del sudpontino nella promozione dello screening del colon retto, iniziativa che si è poi allargata a tutta la Provincia. Agli inizi di quest’anno sia il Comune di Sezze che di Roccagorga hanno firmato un protocollo d’intesa con l’ASL che prevede una serie di iniziative in materia di prevenzione tra cui lo screening mammografico e il pap test: non è poco.
MENDICO E LA RICERCA
In sintesi Mendico è colui che negli operatori sanitari infonde da un lato timore e riverenza, dall’altro stima e rispetto. Eh sì, perché nel suo CV non ci sono solo ruoli istituzionali ricoperti, ma anche lavori di ricerca compiuti: partecipazione allo studio “Occupational exposure to solvents and risk of non Hodgkin lymphoma…“, partecipazione allo studio “risk of leukemia and multiple myeloma associated with exposure to benzene and other organic solvents“…, contributo al volume “Il rumore negli ambienti di vita” della collana costituita dall’ISPESL e dal Sole 24 ore e tanto altro.
LA RAPIDA ASCESA DELLA SIGNORA DEL WELFARE
Nel frattempo Arteinsieme si rafforza e il 2008 è l’anno in cui ottiene dal Comune di Itri la gestione del canile su un immobile in locazione che successivamente acquisterà. Nel 2012 la cooperativa della Marciano ha già superato i 500mila euro di fatturato annui, non si tratta più di una piccola realtà. Il servizio di accalappiamento di randagi e trasporto al canile di Arteinsieme si estende da Itri a Formia. Fino a quando nell’estate del 2018 la neoentrante sindaco Paola Villa, in linea con quanto affermato in campagna elettorale, decide di non rinnovare la convenzione con la Marciano.
ITRI: DALLO SPRAR AL CAS
Nel 2014 il Comune di Itri aderisce al progetto di Sprar, decide di non avvalersi di un partner privato nella gestione dei 25 beneficiari provenienti da Gambia, Niger, Somalia, Ghana, Mali, Eritrea, Iran e Bangladesh, ma ha bisogno di reclutare operatori per la presa in carico. Il patto di stabilità gli impedisce di effettuare nuove assunzioni e allora aggira il vincolo avvalendosi della collaborazione di Arteinsieme. La coop locale li assume, ma i dipendenti operano per conto dell’Ente pubblico. È l’inizio di una collaborazione in materia di richiedenti asilo tra i due soggetti che dura tuttora.
IL CAS DI ITRI AD ARTEINSIEME
Anno 2016 la Prefettura emette un bando sull’affidamento di un Cas nel territorio itrano: tra i requisiti dei candidati vi è l’esperienza pregressa in materia di gestione di progetti Sprar. Arteinsieme non ne gestisce, ma ha regolato i rapporti di lavoro per conto del Comune. Vince Arteinsieme e immediatamente viene depositata un’interrogazione parlamentare a firma delle senatrici Ivana Simeoni e Serenella Fucksia, ex Movimento 5 Stelle.
MONTEFUSCO, UN ALBERGO ABBANDONATO IN MONTAGNA
Dall’interrogazione del 24 novembre 2016 emergerebbe che Arteinsieme avrebbe, da subito, evidenziato numerose criticità relative alla capacità di offrire adeguata assistenza ai migranti. La struttura dell’ex albergo Montefusco, nei pressi del Santuario della Madonna della Civita, versava, al momento della presentazione del progetto, in totale stato di abbandono da anni; si sono resi, pertanto, necessari lavori di adeguamento che ad oggi risultano essere ancora provvisori, e sussisterebbero inoltre plurime criticità, anche in mancanza del rispetto delle norme di legge in materia di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro.
FOSSA SETTICA E NESSUNA DEPURAZIONE
Sempre dall’atto parlamentare si evince che il vecchio albergo sarebbe privo degli allacci per l’erogazione di acqua e metano come dell’impianto di depurazione d’acqua. Il carico idrico raccolto mediante autobotte non sarebbe potabile e quindi non adeguato per gli usi di cucina. Nessun piano antincendio, nessuna scala d’emergenza e gli estintori sarebbero quelli in dotazione dell’albergo quindi non più revisionati da anni.
PERSONALE INADEGUATO?
Oltretutto il personale in organico non possiederebbe le competenze necessarie ad offrire un’adeguata assistenza ai beneficiari del servizio. I mediatori linguistico-culturali non coprirebbero le principali lingue parlate dagli extra-comunitari e l’unico avvocato a disposizione, che si recherebbe presso le strutture di accoglienza con una frequenza di una/ due volte al mese, non sarebbe specializzato nella normativa concernente l’immigrazione, i diritti e i doveri dello straniero. Infine non sarebbe presente un sostegno socio-psicologico adeguato dal momento che l’unica operatrice, nonostante laureata in Psicologia, non risulterebbe abilitata all’esercizio della professione.
L’INTERVENTO DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO
All’interrogazione delle ex pentastellate sarebbe seguito a riguardo un esposto dell’Associazione nazionale di lotta contro le illegalità e le mafie Antonino Caponnetto presso la Procura di Cassino. Il 9 maggio 2017 il senatore dell’M5S Mario Giarrusso sostiene una nuova interrogazione, ma oltre ai punti già toccati, si descrive la situazione di un personale dipendente e volontari impiegati che sarebbero sottoposti a minacce e intimidazioni finalizzate a impedire che vengano rese note all’esterno le difficoltà e le inadempienze.
L’INTERROGAZIONE DI MARIO GIARRUSSO
Giarrusso in aggiunta invoca un controllo storico intrecciato dei registri di presenza lasciando intendere un’eventuale contraffazione di firme, o copiatura e incollatura di autografi antecedenti, relative a ospiti non più presenti nel CAS itrano. Tutto questo al fine di ottenere dal Ministero rimborsi procapite/prodie relativi a richiedenti asilo che da settimane avevano abbandonato la struttura. Un’ipotesi del genere avrebbe implicato anche un ritardo nella segnalazione da parte della cooperativa alla Prefettura dell’ingiustificata assenza degli stranieri. D’altronde chi opera in questo settore racconta che il rimpiazzo di posti vacanti da parte di nuovi entranti sarebbe sempre possibile, ma non prima di alcuni mesi. Un meccanismo che renderebbe più conveniente la conservazione degli immigrati presenti.
L’OMBRA DEL CONFLITTO D’INTERESSI
Di seguito il senatore pone la questione di una presunta incompatibilità ambientale generata dal legame coniugale tra Mendico, responsabile del settore prevenzione e igiene pubblica della Asl di Latina, addetto proprio alla vigilanza sanitaria nei centri in questione, e la Marciano, gestore del centro d’accoglienza. Rivolto ai ministri d’indirizzo l’interrogante chiede se non ritengano opportuno attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall’ordinamento, anche al fine di prendere in considerazione ogni eventuale possibile conflitto di interessi.
UOMINI E CANI
Per quanto riguarda la situazione sanitaria il parlamentare catanese invita gli interrogati a verificare che, al momento dell’arrivo, i migranti siano stati sottoposti allo screening virale obbligatorio per HIV, epatite B e C e tubercolosi; se nel centro sia in atto un’epidemia di scabbia. Infine in riferimento al canile di Itri in località contrada Scerpano si chiede se verrebbero utilizzati in qualità di inservienti i ragazzi in cura presso i servizi per le tossicodipendenze di Formia, senza il rispetto dei protocolli: i ragazzi infatti continuerebbero ad assumere sostanze stupefacenti in assenza di controllo.
LA RIVOLTA DEI MIGRANTI
Che tutto non vada per il meglio sembra esser confermato dalla protesta sollevata da una quarantina di migranti all’ex albergo Montefusco nel febbraio 2018 sedata dai Carabinieri e dalla Polizia di Stato. La qualità della mensa e la carenza di farmaci somministrati sarebbero state le ragioni della sollevazione. Non sta a Latina Tu dire se le accese rivendicazioni fossero fondate o meno, ma ogni talvolta che si verificano questi episodi, e sono frequenti in questa nostra provincia, viene alla mente, forse impropriamente, il gladiatore trace Spartaco.
ARTEINSIEME SU FORMIA
L’imprenditrice sudpontina non si lascia scoraggiare dagli eventi avversi e ha già pensato di allargare il proprio raggio di azione. Nell’ottobre 2017 l’allora sindaco di Formia Sandro Bartolomeo su impulso della Prefettura conclude un’intesa con GUS e Arteinsieme per l’attivazione di percorsi di volontariato per immigrati al fine di favorirne l’integrazione e il superamento della loro condizione di passività.
ARTEINSIEME SU GAETA
A Gaeta Arteinsieme è presente sin dal 2008 con un contratto siglato con il Comune che prevede l’attivazione di progetti a supporto di soggetti dediti all’uso di stupefacenti e di alcolici. Il rapporto si rinnova e rafforza sei anni dopo con “Spazi di vita 2014”, un progetto di prevenzione, cura, reinserimento e recupero delle patologie da dipendenza e disagio psichico.
LA GUARDIA PRETORIANA
Tornando ad Itri l’ex ospizio dei monaci olivetani al 31 dicembre 2016 è già stato ristrutturato a spese della Marciano, ma le necessarie autorizzazioni arrivano solo un anno e mezzo dopo. La casa di riposo viene intitolata alla Madonna delle Grazie e all’inaugurazione (2 giugno 2018) alcuni ragazzi africani accolti da Arteinsieme appaiono ai fianchi della presidentessa come fossero una sorta di “guardia pretoriana” (video a seguire). Questo a testimonianza di come la signora di Itri goda della piena fiducia quantomeno di una parte dei beneficiari.
I VOLONTARI
Nello stesso periodo nell’ambito del programma “Garanzia giovani” del Servizio civile nazionale la cooperativa lancia il progetto “Impronta 4” per otto posti da volontario tra i 18 e i 28 anni. Quale attività saranno tenuti a svolgere i candidati selezionati? Favorire il recupero di tossicodipendenti ed etilisti per mezzo dell’attività lavorativa presso il Canile Arteinsieme di Itri. Economia circolare “a costo zero”.
LA POPOLARITÀ DI CHI DÀ LAVORO A MOLTI
Nel gennaio di quest’anno riapre il centro diurno di Itri per l’assistenza ad anziani non autosufficienti. A vincere la gara di appalto per la gestione è Arteinsieme. In un territorio che offre poche opportunità lavorative, operando Arteinsieme in 4 settori differenti (rifugiati, cani, sostegno ai tossicodipendenti e assistenza agli anziani), molti itrani vi trovano impiego, tra questi anche ex detenuti, e questo è alla base del consenso e della popolarità attorno alla Marciano.
FOOTBALL CLUB PATRIZIA!
A questo si aggiunga che se in un primo momento non risultano iniziative sportive e culturali organizzate da Arteinsieme a favore degli extracomunitari, successivamente vengono promosse una serie di attività molto efficaci dal punto di vista della comunicazione. Una giornata dedicata ai cori gospel alla Chiesa dell’Annunziata di Gaeta alla presenza del sindaco Cosmo Mitrano il 10 febbraio 2018 (“Voci armoniose dell’Africa”), ma soprattutto la nascita della squadra di calcio FC Patrizia Itri (in onore della Presidentessa Marciano).
DAL PRESIDENTE DEL CONI MALAGÒ
Panem et circenses se si volessero sminuire i meriti della Marciano, ma certo nel definirla “Imperatrice di accoglienza” non si va troppo lontano dal cogliere le sue capacità di leadership (o meglio di Imperium). In casacche biancoazzurre con un organico di 17 giovani africani la FC Patrizia milita dalla stagione 2017/2018 nel campionato di calcio serie Am, riservato ad atleti non tesserati presso la Federazione Italiana Giuoco Calcio. A novembre scorso arriva ai ragazzi un riconoscimento per l’impegno, la sportività e la correttezza dimostrata nel campo di gioco da parte nientedimeno che dal Presidente del CONI Giovanni Malagò.
FRATELLANZA
Ma chi è il bravo allenatore capace di infondere i sani valori dello sport in questi ragazzi? Mattia Pennacchia fratello di quel Pierpaolo Pennacchia che nel 2016 come coordinatore cittadino di CasaPound protestava ad Itri contro il business dell’immigrazione. Conflitto d’interesse? Ma no, solo peculiarità di questa provincia piccola piccola. Fatto sta che dopo il 2016 CasaPound a Itri non tocca più la questione degli affari dietro all’accoglienza.
PRAGMATISMO E VERSATILITÀ
Non che la Marciano non accusi i colpi dei suoi detrattori, ma il suo spirito d’iniziativa e la poliedricità dei suoi campi d’interesse la portano fino ai Lepini, dove si aggiudica – come si è detto – lo Sprar. In un’intervista rilasciata su un emittente locale alla fine del maggio 2018 si spinge addirittura a dichiarare che prima o poi l’emergenza migranti finirà (video a seguire), questo a testimonianza di come nella mentalità dell’imprenditrice alla “chiusura di una porta segua subito l’apertura di un portone”.
MARCIANO E MENDICO SUL DISTRETTO SOCIOSANITARIO DEI LEPINI
Nel frattempo anche il marito Mendico mostra capacità manageriali non da meno. Si è detto che agli inizi del 2019 grazie al suo lavoro il Direttore generale ASL Giorgio Casati abbia stipulato protocolli d’intesa rispettivamente con Sergio Di Raimo e Carla Amici in materia di prevenzione. Non sono solo “grida manzoniane” come qualcuno aveva voluto lasciato intendere perché a Sezze la prevenzione sui cittadini si sta facendo realmente (si pensi all’attività che si sta svolgendo in questi giorni relativamente al colon retto). Ma chi è che gestisce lo Sprar del Comune di Roccagorga? Ad oggi tuttora Karibù. E il limes tra i due Imperi viene fissato lungo la via rocchigiana.